Musica

Zef e Marz sono i produttori italiani del momento

Il loro pezzo TILT con Elisa e La Rappresentante di Lista è passato in tutte le radio e le classifiche di Spotify, aprendo le danze alle hit estive. I talenti creativi in questione sono i produttori Zef e Marz, che hanno da oltre dieci anni un obiettivo comune: fare buona musica. 

Zef e Marz in Tilt
Zef e Marz in Tilt

Stefano Tognini e Alessandro Pulga, questi i nomi all'anagrafe del duo di produttori pluri premiato Zef e Marz. Zef l'anno scorso è stato il producer con più copie vendute in assoluto, ma firma la sua prima hit già nel 2013 con Bravo ragazzo con Guè Pequeno, quando la parola trap ancora non esisteva. Per Marz invece altro King del rap Marracash, con cui collabora da molti anni, collezionando successi icona del rap italiano fino alla consacrazione dell'album Status del 2019 con un triplo platino. E allora pezzo dopo pezzo, album dopo album, in cui si lavora con e per altri, hanno deciso di scendere in campo, e metterci la faccia. Lo abbiamo visto in TILT, con Elisa e La Rappresentante di Lista. Insieme lavorano da anni, il segreto? Dividere la vita personale da quella lavorativa, confrontarsi ed evitare a tutti i costi di finire nella "bolla". 

L'OFFICIEL ITALIA: Ciao ragazzi partiamo da Tilt, avete collaborato con La Rappresentate di Lista ed Elisa, com’è andata?

ZEF E MARZ: Lavorare con Elisa è stato molto naturale, all’inizio pensavamo fosse bacchettona, invece è incredibile sia a livello umano che professionale. Si passa da lavorare, alla passeggiata o la birretta in strada. Siamo molto contenti di aver avuto la possibilità di lavorare con una delle nostre artiste italiane preferite. 

LOI: E con la Rappresentante?

Z&M: Elisa aveva iniziato a scrivere la canzone pensando alla voce di Veronica, ma poi abbiamo pensato di lasciare che cantasse anche lei. Insieme le due voci funzionavano benissimo ed è stato tutto molto veloce. In due giorni abbiamo scritto e realizzato il pezzo. 

LOI: In merito al titolo “TILT”, c’è qualcosa che vi manda in tilt nella vita di tutti i giorni?

Z: A volte la musica, é la cosa che mi piace di più al mondo, ma ogni tanto mi fa sbarellare! Poi penso, “sto facendo musica e va bene”... Le logiche di adesso sono complesse e molto serrate. A volte mi manca fare musica quando vuoi e con chi vuoi, senza dover pensare a nulla. Prima che si trasformasse in un lavoro, era puro piacere ed espressione personale. 

LOI: Ma voi, come vi siete conosciuti?

Z&M: Una decina di anni fa. Avevamo amicizia in comune, sempre grazie alla musica. Eravamo ragazzini, e ci siamo incontrati a Milano per caso. Siamo diventati prima amici e poi soci: avevamo lo stesso sogno e anche gli stessi obiettivi, ascoltavamo le stesse cose, così abbiamo pensato di unire le forze per muovere i primi passi. Non pensavamo di certo che ne avremmo fatto un lavoro; nel caso dei produttori non c’era nemmeno il mercato giusto affinché potesse diventarlo. Uno dei primi che è riuscito nell’impresa è Don Joe dei Club Dogo. 

LOI: A volte l'essere prima amici crea qualche problema? 

Z&M: Separiamo le due cose in modo netto. La musica è la musica, la nostra vita è la nostra vita. E siamo estremamente onesti l’uno con l’altro. La pensiamo diversamente su molte cose, ma non ci sovrastiamo mai. Essere in due ci obbliga al confronto costante e ci permette di non autoisolarci nella “bolla” artistica, che è abbastanza pericolosa. 

LOI: Negli ultimi anni la figura del producer è diventata autonoma, riuscendo ad uscire dal dietro le quinte...Cosa è successo?

Z&M: Don Joe è stato il precursore di questo fenomeno, già dai 2000. Dal 2016, anche grazie all’affermarsi della trap, il beat è iniziato a essere un elemento dominante delle canzoni, tanto - in alcuni casi - da diventare quasi più importante della canzone in sé. Basti pensare alla Dark Polo Gang, con Sick Luke, che ha lavorato sul sound e anche su tutta l’estetica (musicale) del gruppo, di fatto definendolo. Anche l’aiuto dei social, da instagram a twitch, ha permesso ai producer di lavorare e costruire la propria immagine, e cosa più importante di comunicare il proprio lavoro. Spesso il ruolo del produttore si associa alla persona o al nome di un altro artista, con cui spesso collabora, e viene completamente fagocitato. Negli ultimi tempi, ci sono stati anche tanti artisti che hanno fatto in modo che ogni elemento fosse ben distinto e riconoscibile…ad esempio Sfera Ebbasta e Ghali con Charlie Charles.  

LOI: E com’è metterci la faccia?

Z&M: Per noi è una cosa nuova. Non abbiamo mai curato troppo la nostra estetica, non ci interessa molto il come apparire esteriormente. Metterci la faccia ma musicalmente. Vogliamo che si sappia che il pezzo è nostro, è quasi una questione di principio. 

LOI: C'è una fase del vostro processo creativo, in cui vi sentite particolarmente a fuoco?

Z: Nel mio caso, è la sofferenza che ti porta a ricercare un obiettivo: é il percorso, anche di una canzone, che crea il vero godimento. 

LOI: Playlist Spotify o vinile? 

Z: Hanno due destinazioni diverse. La playlist Spotify è un’invenzione che ha rivoluzionato tutto. Per me non c’è niente di meglio che ascoltare una playlist e cliccare “crea radio”. 

M: Il vinile per me è un oggetto estetico, molto bello da avere e collezionare, più che uno strumento di lavoro. molto bello da avere e collezionare. 

LOI: E cosa c’è sulla  vostra playlist di Spotify?

Z: Sto ascoltando molto Latto e hit africane. 

M: Non so perchè, ma ultimamente L’amour toujour d Gigi D’Agostino, ne abbiamo riscoperte tantissime versioni diverse. Quel brano ascoltato oggi, quasi trent’anni dopo, è geniale e molto attuale. Top line, synth e testo sono incredibili.

LOI: Artista con cui vorreste collaborare?

M: Kanye West di qualche anno fa. Per me My Beautiful Dark Twsted Fantasy è un capolavoro. 

Z: Il Kanye West di Graduation, dove c’era già tutta la componente da produttore con il rap, i sample e i synth. Graduation è la rappresentazione perfetta di tutto il suo immaginario, sintetizzato in un disco. 

LOI: Progetti per il futuro?

Z&M: Sanremo, perché no. 

Photography: Mattia Guolo
Styling: Giorgia Cantarini

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