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L'anti-eroina di Giorgieness: esce "Tempesta"

In occasione dell'uscita del suo nuovo singolo "Tempesta", scopriamo Giorgieness, nuovo talento pop italiano che si racconta in esclusiva per L'Officiel Italia
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Quanto coraggio ci vuole per accettare chi siamo veramente? Giorgieness ce lo spiega nel suo ultimo brano, "Tempesta". Si parla di paura, del sentirsi persi, perchè diciamoci la verità, capire chi siamo veramente non è facile, anzi è una sfida ardua, ma la posta in gioco è altissima. Rimanere fedeli a se stessi e non "mettere in ordine l'anima in un cassetto" richiede fatica e poi, chissa cosa penseranno gli altri di noi alternativi. Giorgieness ha rinunciato a trasformarsi in un super-uomo e ha scelto di essere un'anti-eroina. La missione? Essere se stessa e possibilmente piacersi nel mentre. Sonorità pop e tanta passione, tutta da farsi scivolare addosso in un'onda d'urto emotivo.

Ma chi è Giorgieness? L'alter-ego di Giorgia D’Eraclea. Il suo progetto musicale inizia a farsi largo sulla scena italiana imponendosi con passionalità e vigore. Penna e voce dei brani è la stessa giovane cantautrice, affiancata da validi collaboratori sia in studio, sia sul palco.
Dopo l’album di debutto, intitolato “La Giusta Distanza”, il 20 ottobre 2017 Giorgieness lancia “SiamoTutti Stanchi”, disco che assicura al progetto l’accesso diretto al mondo indie nazionale. Entrambi ilavori sono pubblicati dall’etichetta Woodworm/Audioglobe. Dalla collaborazione con i produttori americani Bryan Senti & Justin Moshkevich, il 5 Ottobre 2018 esce per Ja.La Media Activities l’EP “Nuove Regole", che comprende tre rework di brani contenuti nel suo secondo disco e un inedito, “Questa città”. Ma è con questo ultimo progetto discografico, che vedrà la luce nei prossimi mesi, che Giorgieness decide di allargare ancora di più il campo, aprendosi a scenari cantautorali dalle sonorità pop già testimoniati dai singoli “Maledetta”, “Hollywoo” e “Successo”.
Nel corso della sua carriera, Giorgieness ha suonato in oltre 300 concerti nei principali club e festivalItaliani, condividendo il palco con alcuni dei nomi più noti del panorama alternativo italiano ed internazionale come Cristina Donà, Edda, Tre Allegri Ragazzi Morti, Verdena, Morgan, Il Pan Del Diavolo, Fast Animals And Slow Kids, The Kooks, Garbage, American Football, Placebo, White Lies e Savages.

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Giorgieness
Giorgieness
Giorgieness

Di seguito riportiamo una personale riflessione dell'artista che ci spiega cosa si intenda esattamente per anti - eroina e come è arrivata a trovare e capire se stessa. Buona lettura!

 

Mi sono chiesta spesso se alcune persone che decidiamo di far entrare nella nostra vita non le troviamo - o addirittura cerchiamo - per confermarci di essere in qualche modo sbagliati, non adatti, mai all’altezza. Per girare il coltello in una piaga che non si chiude mai davvero. E quella piaga è la nostra insicurezza, il nostro vissuto, l’insieme delle nostre debolezze che ci insegnano a nascondere e condannare.

“Dimostrati sicuro di te” è uno dei mantra che fin da bambini ci sentiamo dire, ma cosa succederebbe se invece ci insegnassero ad essere fallibili? Se si dicesse ai bambini che non hanno bisogno di piacere a tutti. Quando sei una donna poi, per attestarti un qualsivoglia valore, soprattutto lavorativo, ti attribuiscono anche un paio di genitali maschili. Le palle. Che è un po’ un modo per dire “fai l’uomo”. Che è un po’ un modo per dire non essere emotiva.

Quando ho cominciato a fare musica sentivo il peso di non dover mostrare i miei lati “femminili” (oggi mi fa ridere solo pensarlo). Mi sono fatta venire due ernie per spostare amplificatori più pesanti di me, ho chiesto a gran voce che mi venisse insegnato tutto quello che c’era da conoscere e anche quello che potevo ignorare per non sentirmi più mettere in un angolo da un tecnico di palco borioso. E in tutto questo mi sentivo anche rimproverare perché non ero abbastanza carina quando arrivavo alla venue, per il mio concerto. Nonostante mi fossi fatta 10 ore di furgone come tutti gli altri. Per un certo periodo mi sono fatta carico di questa missione, per cui per essere accettata dovevo comportarmi come gli uomini e pensare come loro. Mi sono quasi fatta convincere dal mio stesso compagno dell’epoca che per fare il mio lavoro dovessi stare zitta, essere molto bella e molto single. Sia mai che i miei fan non volessero portarmi a letto nelle loro fantasie più recondite. Ma io sapevo che io non ero quella persona, non ero una caricatura dei miei colleghi uomini ma munita di tette. Ma soprattutto più crescevo e più mi rendevo conto che, anche se fosse stato così, io non volevo esserlo. Io sono Giorgia: ho delle idee precise, delle convinzioni, molti interessi, tanti difetti e tantissime cose da dire..

Quando ho capito che più di ogni altra cosa io volevo vivere, mi sono anche resa conto che volevo farlo alle mie condizioni. Che non volevo più sentirmi schiacciata in un modello che non mi rappresentava. Che volevo essere io a decidere persino su quale muro schiantarmi, nel caso in cui le cose fossero andate male. Invece di evolvere in un super-uomo, ho capito di essere un’antieroe. La sua missione per me? Essere se stesso e possibilmente piacersi nel mentre. Non incarno il modello della donna forte e risoluta. Ammiro moltissime le donne che lo sono. Ma io semplicemente non sono così. Io sono fieramente fragile, felicemente tempesta, inesorabilmente mutevole. Mi piace vivere tutto, tutte le emozioni, come se non ci fosse alternativa. Farmi male piuttosto che non sentire niente, imparare dai miei errori, amare fortissimo, bruciare e brillare insieme. Amo la donna che sono diventata, con tutte le sue luci e le sue ombre.
E fallisco, fallisco spesso ed è sempre una molla per riprendere quota. Nel lavoro e nella vita, ho smesso di mettermi il mantello da wonderwoman e mi sono messa una pelliccia sintetica che mi fa sentire diva e decadente allo stesso tempo. E ho dato all’amore un posto diverso nella mia vita: deve arricchirmi e non portarmi a mettere da parte le cose che voglio pur di essere la strafica.

Chi è la strafica? Ce lo spiega bene Amy Dunne del film “Gone Girl”. È quella sempre taglia 34 anche se mangia con te da McDonald's ogni volta che c’è una partita. Quella che sa uscire coi tuoi amici al pub del paese e scrivere un trattato di fisica con la stessa facilità. Per citarla: “La strafica, gli uomini dicono sempre così no? Il complimento assoluto. È una strafica, la strafica è sexy, la strafica è divertente, la strafiga non si arrabbia mai col suo uomo, si limita a sorridere, rammaricata e amorevole e poi gli offre la bocca da scopare.”
E mi sono proprio stancata di questo. Io sono, e mi basta. Il regalo più grande che potessi farmi è accettare e provare a capire ogni mio lato senza più vergogna. Ogni giorno, senza paura. Direte quindi: mi sono liberata dalla paura? Assolutamente no. Ma la affronto ogni giorno a testa alta. Anche quando perdo.

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