"See you soon": Helmut Lang collabora con Saintwoods
Arriva "See you soon", la Resort Collection 2020 ideata durante il primo lockdown da Helmut Lang, uno dei marchi più influenti della moda noto per essere stato uno dei pionieri del minimalismo, lancia una collezione in collaborazione con Saintwoods, un marchio di lifestyle con sede a Montreal. E se Helmut Lang non ha bisogno di presentazioni, il brand canadese, più sconosciuto in Europa, ha un seguito virale elevato. La nostalgia per le divise collegiali e lo stile streetwear anni 90', i pezzi di arredamento per la casa, sono lo specchio di quello che la community desidera, oggi come oggi, sempre di più: comodità, stile anche a casa, pezzi di arredo che "migliorano" lo stile di vita da pandemia nel quale stiamo vivendo.
"A presto" cioè "See you Soon" è il titolo più azzeccato di sempre, e motivo di tutta la collezione. Sia il design che l'ambientazione degli scatti campagna, toccano diversi percorsi di viaggio e attività outdoor che ci mancano terribilmente. A partire dai più semplici: l' aria, le montagne, il mare, la strada. L'umorismo può essere visto nell' ironia dei dettagli di ogni pezzo- che sembrano essere i nostri "biglietti di viaggio" per le avventure future. Seduti in fantomatici uffici o case adibite a postazione da smart-working, famiglie, fratelli, nonni, hanno alle loro spalle scenari di natura.
Ed ecco allora comparire su felpe, t-shirt e pantaloni della tuta immagini di aerei, barche a vela e taxi, quest'ultimo un esplicito omaggio al fatto che proprio Helmut Lang in persona, nel lontano 1998, fosse stato il primo primo brand a farsi pubblicità tramite le insegne dei taxi. Idea che riprende nel 2017 per un'altra capsule che celebrava, neanche a dirlo, proprio una delle icone dello stile di vita newyorchese: il yellow cab.
La campagna, fotografata da David Brandon Geeting, celebra la creatività e l'innovazione che contraddistinguono i due brand e annovera talenti quali Ian Isiah, Martine Ali, Leo Fitzpatrick e suo figlio Otis, Coileray Collins e Bouba Savage.
HELMUT LANG: la storia del machio in breve
Helmut Lang, un autodidatta della moda, ha aperto un atelier di abiti su misura a Vienna nel 1977 e già a 23 anni, cioè nel 1979 apriva la sua prima boutique nella capitale austriaca. Dopo il successo ottenuto nella sua nativa Austria e, dopo aver presentato il suo lavoro nell'ambito di una mostra intitolata "l'Apocalypse Joyeuse" al Centre Pompidou di Parigi, supportata dal governo austriaco, il designer ha riscosso un tale plauso della critica, che nel 1986 crea la sua label eponima "Helmut Lang". In questo momento, tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, la moda minimalista era al suo apice. I suoi abiti si distinguevano per linee molto nette e tagli accurati, creando silhouette semplici ma estremamente eleganti in tessuti di alta qualità e spesso high-tech. Il suo lavoro è stato paragonato a Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto , per silhouette a volte austere e collezioni dal contenuto culturale, quasi sempre legate a identificare una certa easyness sexy e minimale. Si può dire che è sicuramente, insieme a Calvin Klein, il precursore della famosa "eleganza senza sforzo". Pezzi forti? I suoi abiti slim in bianco o nero, la sua collezione di jeans e le collaborazioni con artisti famosi, come Jenny Holzer e Louise Bourgeois. Anche qui forse uno dei primi a trattare lo streetwear come alta moda. Nel 1999, Lang ha stipulato una partnership con il Gruppo Prada che ha portato all'acquisizione del marchio Helmut Lang da parte di Prada nel 2004, e l'uscita di Mr. Lang dal marchio nel 2005. Prada lo ha venduto a Link Theory of Japan nel 2006. Link Theory ha rilanciato l'etichetta Helmut Lang con nuovi designer nel 2007. Da allora, la moda Helmut Lang è stata nuovamente disponibile nei grandi magazzini di lusso e nelle boutique Helmut Lang in tutto il mondo. Negli anni è esistita sia una linea donna che una linea uomo, tenute sotto un unico nome e sempre presentate in una sfilata. Ma dopo varie vicessitudini al timone creativo (dopo l'ultimo addio di Mark Howard) , ci piacerebbe vedere il ritorno di Helmut, per il quale le porte della maison di dicono sempre aperte.