Stereotipi addio: l’intervista a Richa Moorjani, protagonista della serie “Non ho mai…”
Richa Moorjani è tra le protagoniste di "Non ho mai..." serie Netflix che con ironia combatte le generalizzazioni sulla cultura sud-asiatica. Da ragazza pensava che non ci fosse spazio per un'attrice indiana a Hollywood e invece la vedremo in "Fargo 5".
Text by CRISTINA MANFREDI
Photography JESSE VOLK
Styling MAELA LEPORATI
Forse non lo trovate nella lista dei titoli del momento, ma "Non ho mai..." è una vera chicca tra le serie Netflix. Ideata da Mindy Kaling e Lang Fisher, è già considerata una pietra miliare delle produzioni Hollywoodiane perché infrange gli stereotipi sulle popolazioni del Sud dell'Asia, rappresentando in tutte le sue sfaccettature la vita di una famiglia indiana della San Fernando Valley, in California. Tra le protagoniste c'è il personaggio di Kamala Nandiawada, una ventenne che arriva negli States per conseguire il dottorato in biologia e viene ospitata dalla famiglia Vishakumar, dove madre e figlia elaborano in modo spesso tempestoso la perdita del marito e padre. L'interprete è Richa Moorjani, bellezza autentica e talento per la recitazione che l'ha portata a entrare anche nel cast di "Fargo 5", la cui uscita non è ancora stata annunciata.
L'OFFICIEL ITALIA: Cos' ha significato essere nel cast di "Non ho mai…”?
RICHA MOORJANI: Fino alla sua uscita, la nostra rappresentazione si era quasi sempre basata su semplificazioni, ma a seguito della diaspora indiana nel mondo se ne sono sviluppate molte sottoculture. Neanche Bollywood è accurata nel descrivere la stessa India, mentre con questa serie finalmente siamo andati oltre. Non c'era mai stato finora un programma che raccontasse una famiglia sud-asiatica composta principalmente da don-ne. E nemmeno un personaggio come il mio, tridimensionale, adorabile e confuso che cresce e prende consapevolezza di sè nel corso delle puntate.
LOI: E stato difficile imporsi come attrice a Hollywood prima di arrivare a questa serie?
RM: Vengo dalla Silicon Valley, mio padre è un ingegnere e mia madre una terapista. Il loro è stato un matrimonio d'amore e a unirli c'era anche la passione per l'arte perché fanno parte di una band musicale in stile Bollywood. Sono cresciuta circondata da gente creativa e fin da bambina ho sempre voluto recitare, solo non credevo di poterlo fare in America.
LOl: In che senso?
RM: Non vedendo nessuno che mi somigliasse, ero convinta di dovermi trasferire in India per seguire il mio sogno. Non è che pensassi di avere la strada sbarrata, è che proprio non lo prendevo in considerazione. Per fortuna, all'università, sono comparse persone come me e mi sono detta che forse potevo restare in America.
LOI: Qual è il tuo mantra mattutino?
RM: E un pensiero di gratitudine verso il mondo. Mi rende più affrontabili i momenti brutti e mi invita all'umilità in quelli belli.
LOI: Che emozioni ti dà la moda?
RM: È un'espressione di identità, per me un mix di abiti occidentali e tradizionali che vesto spesso in occasioni più speciali. Del vostro made in Italy amo l'attenzione alla qualità. Credo che la moda potrebbe imparare dalle lavorazioni sostenibili tipiche dell'India, che producono risultati meravigliosi.