Hen & Imre
Foto Sarah Blais
Styling Monika Tatalovic
La prima famiglia non la scegli. Te la danno, e con quella farai i conti. Quando si pensa alla famiglia viene in mente quella Sacra, potente e fragile, quella di potere come Beyoncé+Jay-Z e, più di recente, quella dei #Ferragnez. Ma quella formata dall’artista Hen Yanni (che adesso lavora al primo album di canzoni) e la performer e coreografa Imren Van Opstal, per quanto lontana nell’immagine dai #BeyZ, emana lo stesso potere e la stessa fragilità. Sedute vicine, sorridono con imbarazzo lieve all’espressione: «Per sempre». È questo che si capisce e che si ammira di Hen e Imre. Il coraggio di volersi così, nella distanza, nella libertà, e con tenera ironia. Hen Yanni racconta di essere nata il 20 gennaio 1983 a Giaffa, località marittima di Tel Aviv. Incerta sullo spelling, cerca Imre con lo sguardo. A diciassette anni va via di casa. Tel Aviv le sta stretta; «You know (“sai“, ndr)», allude. Dopo aver vinto un concorso di bellezza e una Citroën - che non può guidare perché troppo giovane - nel 1998, la prima città in cui atterra è Milano, dove vive in un appartamento con altre modelle, e da lì inizia una folgorante carriera internazionale, fotografata da Mario Testino, David Sims e Craig McDean. Ammette di essersi divertita molto ma che, da adulta, il mondo è più bello. Tempo dopo, torna in Israele per studiare allo “Yoram Levinstein Performing Arts Studio“ e recita, premiata, in alcuni film e serie televisive tra cui “Melting Away“ (2012) e “Family“ (2017), in cui la protagonista Lily chiede un incontro urgente col terapista perché ha appena ucciso la sua famiglia. Quello che, secondo Hen, devi fare - metaforicamente - per vivere e prosperare. Imre è nata, il 20 febbraio 1989, e cresciuta a Feldon, nel sud dell’Olanda, con due sorelle e un fratello minore. Sono «i von Trapp della danza» perché, di lavoro, fanno tutti i ballerini. In particolare, nel 2017 ha collaborato con il fratello Marne all’ideazione di “The Grey“, uno spettacolo in cui il movimento della danza esplora i limiti della condizione umana. Al momento, “agita i lombi” - come scrive sul profilo Instagram - presso la prestigiosa compagnia di danza “Batsheva“.
Entrambe hanno ricevuto il supporto della famiglia, ma sono consapevoli di «essere state molto fortunate e che, altrimenti, può essere difficile fare quello che si vuole», dicono quasi all’unisono. Secondo Imre, «la famiglia di origine ti scolpisce, è un sistema di supporto importante per essere libero nella vita e scegliere senza paura. Per esempio», prosegue, «nella danza è come nello sport professionale, non è un lavoro sicuro, non sai se ce la farai e non si fanno molti soldi. La danza è troppo dura per essere costretti a praticarla dai genitori». Per Hen è stato diverso perché il suo non era un contesto così strutturato e lineare: «Quando sono andata via da Giaffa è stato come ribellarsi, non ho fatto il servizio militare, che qui è obbligatorio e se non lo fai non è proprio facile, e ho dovuto trovare una mia strada attraverso tutto questo». Avere un nucleo di origine accogliente, è bello ma non sempre è possibile, dipende dai familiari. Alle volte, la famiglia cui tornare non c’è. Hen e Imre hanno amici gay che sono stati abbandonati e la danza dona loro una comunità fisica, emotiva e mentale. Hen è convinta che la famiglia non si basi su legami di parentela, quanto su un’energia: «Io e Imre lo siamo; ci sono persone con cui parli una volta al mese ma senti che sono famiglia. È un sentimento di fiducia», un senso virtuale di appartenenza che si attiva.
Eppure, l’idea tradizionale dell’istituzione familiare è dura a morire. Hen stenta a crederci perché le nuove generazioni dovrebbero essere più aperte al cambiamento e invece «ho la sensazione che stiamo tornando indietro, per paura, o a causa della religione. Chi ha inventato la religione?» si chiede. Sono tutte storie cui finiamo per credere. Imre aggiunge: «Quello che consideriamo natura, e cioè uomo-donna-bambino, non lo è». E all’unisono, di nuovo: «Il problema è la conoscenza, è che (gli altri) non vogliono sapere». Hen e Imre si sono incontrate per la seconda volta tre anni fa la sera della vigilia di Capodanno, a Tel Aviv. Hen aveva deciso di non esibirsi a causa dello stato indiavolato del pubblico, che cozzava con la sua musica intima e delicata, così Sharon Eyal (la coreografa israeliana della sfilata primavera-estate 2019 di Dior) la porta a una festa e lì si ritrovano. Da quel momento, più o meno, diventano una famiglia. Molti nel mondo non sarebbero d’accordo ma, come recita la frase famosa, le famiglie felici, alla fine, si somigliano tutte.
Modelle Hen Yanni e Imre Van Opstal@Viva Talent.
Hair stylist Pier Paolo Lai@Julian Watson Agency.
Make up artist Tanja Friscic@Atomo Management using M.A.C.
Casting director Arianna Pradarelli.
Assistente Hair stylist Giovanni Iovino.
Assistente stylist Marta Oldrini.
Location Anticàmera.