Fashion

Franco Moschino: vita e storia dello stilista

La vita e i momenti più importanti della carriera di Franco Moschino. Dagli inizi sotto la guida di Gianni Versace alla popolarità internazionale. Una moda giocosa e ironica che ha segnato la storia del costume

Franco Moschino con una sosia della Regina Elisabetta in occasione del party per il lancio della nuova fragranza Moschino, 1991 New York (Photo by Ron Galella, Ltd./Ron Galella Collection via Getty Images)
Franco Moschino con una sosia della Regina Elisabetta in occasione del party per il lancio della nuova fragranza Moschino, 1991 New York (Photo by Ron Galella, Ltd./Ron Galella Collection via Getty Images)

Franco Moschino, la carriera

Franco Moschino  nasce nel 1950 nella piccola città di Abbiategrasso, vicino Milano. Fin da piccolo sviluppa un profondo interesse per l'arte e il disegno, tanto da frequentare l'Accademia delle Belle Arti di Milano nel 1967 iniziando in contemporanea a disegnare bozzetti e illustrazioni per riviste e case di moda. Nel 1971 ha iniziato la sua carriera con Gianni Versace come disegnatore di bozzetti per una campagna pubblicitaria, disegnando anche per Genny (all'epoca sotto la guida di Versace). Nel 1976, Franco Moschino assume anche il primo incarico come stilista presso il brand  italiano Cadette prendendo il posto di Walter Albini. Nel 1983, Franco lascia Versace per aprire la sua azienda, la Moonshadow, in Via Ceradini a Milano, per lanciare il suo marchio, eponimo: Moschino. Fin dalle prime sfilate il successo è immediato, Moschino era benvoluto dalla stampa per la sua natura giocosa e per la sua capacità di infrangere le  regole della moda. Era il portatore dell'eredità di Schiaparelli: il suo lavoro aveva la stessa miscela di arte, surrealismo, fascino irriverente e design innovativo di Elsa. Sebbene le case di moda affermate guardassero con orrore al clamoroso successo ottenuto da Moschino, i fan adoranti chiedevano combinazioni e creazioni più potenti ed evocative, stili audaci e una moda ironica e autoironica. Franco Moschino era tanto commentatore sociale quanto stilista, e si dilettava a ridicolizzare gli eccessi degli anni '80 con applicazioni, loghi e slogan che facevano riflettere. Il suo umorismo prendeva spesso la forma di azioni trasgressive, come ridicolizzare  il tailleur di Chanel, che viene rivisto in chiave Moschino e ricamato con la scritta "This is a Waist of Money" al posto della tradizionale cintura con catena d'oro. 

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Due advertisings apparse su L'Officiel Paris tra gli anni '80 e '90 (L'Officiel Archive - Riproduzione riservata)

Moschino Couture

Negli anni 80' arrivano la linea Moschino Couture e Moschino Uomo, mentre nel 1987 viene introdotto il profumo da donna "Moschino" e nel 1988, la prima boutique del brand in via San'Andrea a Milano. In seguito, viene rilasciato un profumo caratterizzato da note leggere, floreali e fruttate, con il nome di "Cheap and Chic" con un divertente riferimento al personaggio di Olivia del fumetto "Braccio di Ferro". Nel 1994 è stata lanciata una collezione, Couture, che utilizzava solo tinture e tessuti ecologici. L'intelligente senso dell'assurdo di Moschino traspariva in quasi tutto ciò che faceva e diceva. Il suo senso della moda è andato oltre le regole del contemporaneo, del classico e del consolidato. Lo stilista stesso divenne facilmente riconoscibile dopo che la sua immagine baffuta e con il taglio a spazzola fu utilizzata in campagne pubblicitarie che lo ritraevano in una varietà di vesti, tra cui "Braccio di Ferro", un mafioso, un bambino e un travestito.

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Fortemente influenzato dal movimento artistico surrealista degli anni Venti, Moschino era noto per aver decorato un tailleur con vere posate, per aver usato decine di orsacchiotti in miniatura come cappello e sciarpa, per aver realizzato il corpetto di un abito senza spalline con spille da balia dorate e per aver creato una gonna che non era altro che file verticali di cerniere. Ha ricoperto il retro delle giacche con immagini come un paio di occhi di donna o una carta da gioco oversize, una camicia bianca da uomo con maniche extra lunghe che venivano avvolte intorno al corpo per simulare una camicia di forza. Sul retro c'era la scritta "For Fashion Victims Only". "Il buon gusto non esiste. È il nostro gusto. Dobbiamo esserne orgogliosi", sosteneva Franco Moschino. A suo modo, è stato uno dei primi sostenitori di ciò che è diventato noto come high-low: ogni volta che qualcuno indossa una borsa con la scritta "This Is Not an It Bag" o che indossa una maglietta arancione di Homies che riproduce il classico logo di Hermès, sta rendendo omaggio a Moschino.

In tutto questo l'abilità di sarto era evidente: ha realizzato abiti e vestiti indossabili e dai tagli sartoriali, creato cappelli dalle forme stravaganti a forma di mitra, di aeroplano, di lampadina gigante o di salvagenti. "Non sono uno stilista", ha dichiarato Moschino in un articolo del 1991 del New York Times. "Sono un pittore, un decoratore. Non sono l'autore di una nuova era". 

Franco Moschino, la morte nel 1994

Franco Moschino muore a soli 44 anni, nel 1994. Rosella Jardini, chief designer, e Marco Gobbetti, amministratore delegato, hanno preso le redini per guidare la Maison Moschino. Insieme hanno cercato di portare avanti il brand nel modo divertente e stravagante che Franco aveva reso popolare. Sebbene il marchio sia stato acquisito nel 2001 da Aeffe SpA, il gruppo moda fondato da Alberta Ferretti, la Jardini è rimasta il direttore creativo del brand fino al 2013. Ha portato una rinnovata vestibilità al marchio, un'allure più bon-ton senza perdere il contatto con il suo passato irriverente e pieno di umorismo.  La morte prematura di Franco Moschino, ha lasciato il mondo della moda privo della sua personalità enigmatica e abbagliante, delle sue eclettiche dichiarazioni contro-corrente e delle sue visioni d'avanguardia. 

La sua ultima sfilata, nell'ottobre 1993, è stata una retrospettiva dei 10 anni di attività del brand, che si è conclusa con un palco pieno di uomini, donne e bambini vestiti di bianco con indosso i nastri rossi dell'AIDS. Prima della sua morte, è stata fondata la "Fondazione Moschino" un'organizzazione no-profit a cui viene devoluta una parte dei proventi di Moschino e che sostiene i pazienti di HIV a livello globale.

In seguito alla sua scomparsa è stata allestita una mostra retrospettiva al Museo della Permanente di Milano intitolata "X anni di Kaos" e pubblicato un libro con lo stesso titolo, contenente i disegni degli abiti, i dipinti e le campagne pubblicitarie di Moschino. 

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Moschino Spring 1986 Ready to Wear Runway Show (Photo by Guy Marineau/WWD/Penske Media via Getty Images)
Moschino Spring 1986 Ready to Wear Runway Show (Photo by Guy Marineau/WWD/Penske Media via Getty Images)
Moschino Fall 1993 Ready to Wear Runway Show - Modella Pat Cleveland (Photo by Emanuele Sardella/WWD/Penske Media via Getty Images)
Moschino Spring 1986 Ready to Wear Runway Show (Photo by Guy Marineau/WWD/Penske Media via Getty Images)
Moschino Men's Spring 1994 Ready To Wear Fashion Show (Photo by Fairchild Archive/Penske Media via Getty Images)
Moschino Spring 1995 Men's Ready to Wear Runway Presentation (Photo by Davide Maestri/Penske Media via Getty Images)
Giacca Lichtenstein - Franco Moschino 1991 (Photo by Indianapolis Museum of Art/Getty Images)
Julian Mcmahon Daytime Emmy Awards - Giacca Franco Moschino (Photo by Robin Platzer/Getty Images)

Moschino: dal 2000 ad oggi

Dieci anni è il tempo che Franco Moschino ha trascorso alla guida della sua Maison, e ugualmente dieci sono gli anni che sono trascorsi dall'avvento della direzione artistica di Jeremy Scott da Moschino che si è conclusa a marzo 2023. Classe 1974, Scott studia al Pratt Institute di New York, dopo essere stato rifiutato dal Fashion Institute of Technology di New York con la motivazione di non essere abbastanza originale. Dopo essersi trasferito a  Parigi, e dopo svariati tentativi di approccio alle maison francesi, nel 1997 Scott organizza in maniera indipendente la prima sfilata "Body Modification" in cui tessuti di scarto si prestano alla realizzazione di abiti le cui forme rivestono il corpo femminile in inedite e surreali provocazioni, come le sue collab (dal 2003 al 2015) per le sneakers adidas a forma di ali, gorilla, barboncino, e via così (collab riattivata nel 2021 con le JS New Wings). La cifra stilistica pop di Scott sfocia nel richiamo diretto a Moschino, tra sagome a taglio vivo e codici a barre, la somiglianza di intenti fa sì che Massimo Ferretti, CEO del gruppo Aeffe di cui il marchio fa parte, lo scelga come Direttore Creativo di Moschino nel 2013.

Prendendo il posto di Rossella Jardini, che fino a quel momento aveva diretto la conduzione del marchio continuando l’eredità stilistica e concettuale del suo padre fondatore, Scott riprende, rivisitandolo, il teatro dell'assurdo ideato da Franco. "I do not speak Italian, but I do speak Moschino" afferma Scott, prendendo spunto da luoghi comuni, usi e costumi mass market che vengono messi in scena dopo attenta rilettura. La cultura del consumismo, del junk food, dei prodotti e detersivi per la casa, i peluche Teddy bear orsetto amati da Franco diventano cover per i telefonini e oggetti di design, l’era dei loghi, della musica pop e dellindustria di massa invadono le sfilate di Jeremy Scott, dove il logo ad arco di McDonalds sembra un cuore per lo show di debutto alla direzione creativa nel 2013. Tra gli amanti della rivisitazione di Scott ci sono state celebrity come Beyonce, Nicole Kidman, Jessica Alba, Katy Perry, Alicia Keys e Paris Hilton.

Jeremy Scott e il finale di sfilata autunno inverno 2023-24 di Moschino

La retrospettiva su Moschino al Mint Museum nel 2015

La mostra al Mint Museum, che comprende il lavoro dello stilista dal 1983 al 1994, include circa 40 abiti e accessori di moda: il little black dress Be Simple!; le giacche Smiley e Domani è un altro giorno; ed esempi della Cartoon Couture Collection, tra cui una camicia nera con la scritta WHAAM! e un trenino. Questi abiti, giocosi e divertenti all'apparenza, hanno una risonanza forte ancora oggi, forse perché, come disse una volta la stilista Elsa Schiaparelli, "In tempi difficili la moda è sempre trasgressiva". 

Citazioni Famose di Franco Moschino

  • Se non potete essere eleganti siate almeno stravaganti.” 
  • “Il motivo per cui faccio questo lavoro è perché iniziai come pittore. Fare soldi nell'arte era difficile. Il modo più semplice per guadagnare era usare l'arte in qualche altro modo. Una delle cose più facili e interessanti dal punto di vista economico è stata la moda. La moda paga.”
  • “Non c'è libertà senza caos. Il concetto Moschino consiste nel lasciare la più totale libertà di scelta a coloro che desiderano vestirsi. Le impostazioni sono bandite, quello che si usava lanno scorso, se ti piace, si userà anche questanno e lanno dopo."
 
 
 

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