On the Verge: i talenti della Juilliard School vincitori dei Fendi Vanguard Awards
Sono quattro brillanti talenti della Juilliard School i vincitori dei Fendi Vanguard Awards, borse di studio annuali destinate agli studenti selezionati tra le discipline di musica, danza e teatro insegnate al college americano.
Se la moda è costantemente proiettata in avanti, allora ha senso andare dove si crea il futuro. Ecco perché Fendi si è associata ancora una volta alla Juilliard School (tra gli ex-alunni ci sono Jessica Chastain, Oscar Isaac, Renée Fleming e Yo-Yo Ma) per i suoi Fendi Vanguard Awards, borse di studio annuali destinate a quattro studenti selezionati tra le discipline di musica, danza e teatro insegnate al college. Sono un gruppo di artisti emergenti pieni di talento e personalità, anche se navigano tra le consuete ansie di chi all’ultimo anno affronta l’incognita di ciò che verrà dopo. Raven Joseph (laurea in Belle Arti 2023) danza sin dall’infanzia. «Mia madre mi ha messa a ballare fin da quando avevo tre anni, perché non voleva che le rompessi tutti i mobili della casa». La pulsione al continuo movimento le è tornata comoda, dal momento che eccelle nella danza classica e nei diversi stili contemporanei di Merce Cunningham, Martha Graham, Paul Taylor. A differenza di molti studenti che arrivano alla celebre scuola da ogni parte del mondo, la sua scuola superiore, La Guardia, era proprio dietro l’angolo. Nata nel Queens, la danzatrice è newyorkese fino al midollo, una che si ordina un BEC (Bacon, uova e formaggio) ai baracchini all’angolo e si siede in Central Park, e intanto perfeziona la sua arte alla sbarra. La cosa che ama di più della città? «La comunità!», dice senza esitazioni.
Mary Beth Nelson (Master in Musica, 2023 voce), è una mezzo-soprano approdata alla scuola per conseguire il master, dopo aver cantato professionalmente per alcune stagioni in giro per il Paese. Per Nelson, avere indossato Fendi durante le sue performance e recital l’ha avvicinata di più alla sua arte. «Trasmette informazioni sul personaggio che sto interpretando; il colore, lo senti sul corpo», dice riferendosi all’abito della Primavera/Estate 2022 ispirato alle illustrazioni di Antonio Lopez. «Vieni spinta a comunicare in modo differente. Il vestito mi aiuta a elevare il mio mestiere, a performare al massimo livello», aggiunge.
Questo autunno sarà protagonista alla Juilliard dell’opera di Handel, “Atalanta”, al fianco di Peter Lim (Master in Musica 2023, performance antica), altro vincitore dei Vanguard che studia clavicembalo, oboe storico e flauto dolce. Lim è attratto dalla musica antica per la sua insistenza sui dettagli e per le sottigliezze della tecnica che devi dominare per dare una buona interpretazione: il clavicembalo non ha un pedale di regolazione, perciò ogni nota, giusta o sbagliata, si sente. Se il mondo della musica antica sterza verso un’atmosfera più vecchia e compassata, Lim, cresciuto a Seul, è deciso a portare al genere una sensibilità più fresca, soprattutto quando si tratta della performance. «Cerco di coordinare il più possibile i miei colori con quelli del clavicembalo», dice dei suoi costumi di scena. Il suo interesse originario per la moda deriva dall’aver passato del tempo nel salone da parrucchiera di sua zia a Seul. «Ho sempre cercato di vestirmi bene o di esplorare nuovi stili. Non mi sono mai soffermato su un solo mood». Dal momento che i clavicembali sono di diversi colori, ha un arcobaleno di abiti nel suo guardaroba da abbinare allo strumento per i suoi recital. «Non molta gente nel mondo della musica antica veste in modo colorato, forse perché sono un po’ troppo legati all’idea convenzionale dello smoking nero o del completo. Il mio piano è di rompere lo schema».
Stella Everett (Laurea in Belle Arti, 2023, teatro), è cresciuta con un irreprimibile amore per la moda e per i costumi che fanno parte della sua arte. «Ogni giorno sono genuinamente entusiasta di vestirmi. È uno sfogo di creatività», racconta. Cresciuta in Australia, a Sydney, Everett ha studiato balletto da bambina, poi nell’adolescenza ha sviluppato la passione per il teatro. Una delle cose che ama di più dell’ambiente creativo della Juilliard è che gli studenti non hanno paura di essere fieri dei propri traguardi e talento. «In Australia», spiega, «c’è questa idea per cui, se pensi a un campo di papaveri, devono tutti avere la stessa altezza. Ma se un papavero inizia a crescere un po’ più alto, allora lo tagliano». È la sindrome del papavero alto, ed Everett è felice di ritrovarsi in un luogo dove si celebrano i talenti delle persone, anziché nasconderli. «Arrivare a New York è stato incredibile perché si è circondati da gente che celebra chi eccelle nel fare qualcosa», dice.
Il suo ruolo preferito negli anni alla Juilliard è stato Arkadina, la matriarca del classico di Čechov, “Il gabbiano”. Uno dei vantaggi della borsa di studio è che tra questi giovani artisti che si concentrano tutti su discipline diverse, si crea una comunione, altrimenti impossibile considerati gli impegni delle lezioni e delle prove. Per esempio, il gruppo (tranne Everett, che aveva una prova in ritardo) ha partecipato alla sfilata della Resort 2023 di Fendi che celebrava il 25esimo anniversario della Fendi Baguette a suon di collaborazioni con Marc Jacobs e Tiffany & Co., culminata con l’uscita a sorpresa di Linda Evan- gelista a fine show in una lunga cappa blu Tiffany. Vedere lo show dall’alto – con Sarah Jessica Parker e Kim Kardashian tra gli ospiti in prima fila - li ha introdotti all’innata teatralità della serata. «Mi ha un po’ ricordato l’apertura di Ascot in “My Fair Lady”, era così chic», dice Nelson. E Joseph ha fatto sua la camminata delle modelle in pedana, coerentemente con l’abitudine di entrare in risonanza con gesti o momenti della vita quotidia- na per applicarli in modo subconscio alla danza.