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Fashion Trivia: il quiz sui direttori creativi da Dior a Givenchy

Tra designers e couturier, questa settimana Fashion Trivia ha fatto un tuffo nella storia delle maison più iconiche di sempre, alla scoperta dei loro direttori creativi. Ecco la storia di Dior, Givenchy e Saint Laurent
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DIOR

Pare che Monsieur Dior, fondatore della maison, fosse un tipo scaramantico. Aprì il proprio atelier al civico 30 di Avenue Montaigne a Parigi perché vi trovò davanti una carta dei tarocchi. Il suo fiore porta fortuna era il mughetto, che cercava di inserire in tutte le collezioni, tanto che denominò un abito “mughetto”, ed è proprio il mughetto il tono dominante nella sua fragranza “Diorissimo”. Nelle sfilate doveva esserci sempre un abito rosso, che gli avrebbe portato fortuna ed è famoso per aver inventato il NEW LOOK composto da giacca e ampia gonna a ruota. La Giacca Bar nata nel 1947, ebbe un successo immediato con le sue linee pulite, la silhouette a clessidra e i tessuti pregiati, l'antitesi per lo stile austero e utilitario degli abiti prevalenti durante gli anni della seconda guerra mondiale. Così chiamata perché doveva essere indossata per le ore di cocktail trascorse nei bar dei grandi hotel parigini, la giacca da bar era (ed è) definita da spalle ammorbidite, una vita stroncata e un peplo bulboso che si svolgeva come petali di fiori sopra i fianchi, era spesso indossata con una gonna a pieghe a pieghe. Questo capo iconico verrà interpretato da tutti i direttori creativi della maison. Alla morte di Christian Dior, prese il suo posto un giovanissimo Yves Saint Laurent, che era stato suo assistente. Dovette interrompere il lavoro da Dior perché venne arruolato come soldato dell’esercito francese durante la guerra d’indipendenza algerina. Fu Marc Bohan a sostituire Saint Laurent. Bohan si era già occupato della linea londinese di Dior. Fu sotto la sua direzione creativa che nacque la celebre fragranza maschile Eu Sauvage, e la linea maschile Dior Homme. Successivamente l’italiano Gianfranco Ferrè subentrò a Bohan. Per la prima volta alla direzione del marchio Dior c’era un couturier che non aveva mai lavorato direttamente con Christian Dior e che era italiano, l’architetto della moda. Fu lui a lanciare la prima linea di occhiali firmati Dior. Il dirompente John Galliano ha dato una svolta radicale all’immagine del brand: da un’estetica aristocratica a una bellezza eccentrica e creativa. Nel 2011 Galliano venne licenziato per aver fatto pubblicamente dei commenti antisemiti. A succedergli, il designer che più di tutti ha voluto mantenere un fil rouge con lo stile e la tradizione di Christian Dior: Raf Simons che ha rivisitato numerose creazioni, tra le quali l’abito Miss Dior. Dopo le dimissioni di Simons, a prendere le redini della casa di moda francese è stata Maria Grazia Chiuri che fin dalla sua nomina, ha reso maison Dior ambasciatrice di femminismo e femminilità: dalle t-shirt che recitavano “We should all be feminist” fin dalle prime collezioni.

SAINT LAURENT

Dopo l’ esperienza da Dior, Yves Saint Laurent fondò l’omonima maison con l’aiuto del suo socio e grande amore Pierre Bergè. Godette sin da subito di un successo strepitoso: rivoluzionario e audace creò il look nude e lo smoking da donna. Nelle stagioni 1998-1999, Alber Elbaz, storico direttore creativo di Lanvin disegnò le collezioni di Saint Laurent e quando il marchio venne rilevato da Gucci, la direzione creativa del ready to wear passò a Tom Ford, il quale diede al brand un aspetto sensuale e ardito. Dopo di lui, Stefano Pilati ebbe a cuore di reinterpretare le collezioni che erano state iconiche per Yves Saint Laurent: gonne a tulipano, la giacca sahariana e lo smoking femminile. A dare nuovo carattere alla casa di moda è stato Hedi Slimane, conferendo al brand un’immagine rock, con un’estetica particolarmente aggressiva. Con una spinta 80's Anthony Vaccarello ha riportato in auge, riattualizzandoli, tutti i capi cult dello stile Saint Laurent fin dal 2016. Giocando sui contrasti e sempre alla ricerca di un punto di equilibrio tra rigore e piacere, tra maniera e trasgressione.

GIVENCHY

Hubert de Givenchy, enfant prodige della couture parigina, quando fondò la sua maison nel 1952 si distinse per lo stile semplice e lineare che si discostava dalla moda sfarzosa dell’epoca. Fu ispirato da diverse muse dell’epoca, tra cui Audrey Hepburn per la quale disegnò il celebre tubino nero di “Colazione da Tiffany”. Quando Hubert de Givenchy si ritirò a vita privata, a dirigere la maison fu John Galliano che spogliò il brand della sua sobrietà, dandogli un aspetto teatrale e fastoso. Rimase in casa Dior solo per un anno e Alexander McQueen prese il suo posto. McQueen diede alla maison collezioni dalle ispirazioni futuristiche, ma anche richiami alla classicità e a dettagli dark. Fu succeduto dallo stilista inglese Julien McDonald, dallo stile sensuale e undergroung. Nel 2005 arrivò da Givenchy il designer Riccardo Tisci, che rese le collezioni sotto la sua direzione meno stravaganti dei suoi predecessori, con attenzione alle lavorazioni, ai riferimenti couture del passato riviste in chiave attuale, mischiando sacralità e profano. Ebbe un grande successo anche tra le celebrities, tanto che Madonna lo scelse come accompagnatore del Met Gala 2016. Dopo l’era di Tisci, alle redini della maison è arrivata Clare Waight Keller, che ha disegnato l’abito da sposa di Meghan Markle.

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Il New Look di Christian Dior
Dior by Yves Saint Laurent
Dior disegnato da Gianfranco Ferrè
Dior by Raf Simons
Dior by Maria Grazia Chiuri
Givenchy by Hubert de Givenchy indossato da Audrey Hepburn
Givenchy by John Galliano
Givenchy by Julien Mc Donalds
Givenchy by Alexander McQueen
Givenchy by Riccardo Tisci
Givenchy by Claire Weight Keller
YSL by Yves Saint Laurent
YSL by Alber Elba
YSL by Stefano Pilati
YSL by Tom Ford
YSL by Hedi Slimane
YSL by Anthony Vaccarello

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