Making Magic: l'intervista a Colm Dillane di KidSuper
Colm Dillane, fondatore di KidSuper e guest designer di Louis Vuitton, riflette sul suo percorso, dalle t-shirt srampate alle passerelle di Parigi.
Carico di entusiasmo ed energia giovanile, Colm Dillane parla di quando faceva le grafiche per le T-shirt ai tempi delle superiori con la stessa esuberanza di come racconta le sue recenti sfilate alla Fashion Week di Parigi. Cresciuto dalla madre, un'artista spagnola, e da suo padre, un pescatore irlandese, si è mosso, insieme alla famiglia, tra New York, il Wisconsin, Chicago e il Messico, prima di stabilirsi a New York City quando aveva 13 anni, senza menzionare un periodo in Brasile per giocare a calcio, prima di andare a studiare matematica alla New York University. Nel mentre, KidSuper, marchio casalingo di streetwear e studio creativo, si è evoluto. Senza alcuna formazione nell'arte o nel design Dillane ha traghettato KidSuper dall'essere una piccola vetrina a Brooklyn fino a trasformarsi in un marchio riconosciuto a livello internazionale che ha collaborato con realtà come Puma e Stuart Weitzman. Il suo ingresso nel mondo della moda è avvenuto con una sfilata a Parigi durante la fashion week uomo del giugno 2019. A gennaio, il designer ha presentato la sua collezione F/W 2023 inscenando un comedy show presentato da Tyra Banks, appena due giorni dopo aver fatto notizia come primo guest designer della collezione uomo di Louis Vuitton dopo la scomparsa di Virgil Abloh nel 2021. Ora, con la sua ultima avventura, il designer porta il suo stile vivace e pop in una limited edition di art toys di Superplastic, l'azienda di entertainment e collezionismo che l'anno scorso aveva fatto squadra con Gucci.
L'OFFICIEL HOMMES: Hai costruito la tua carriera in molti anni di duro lavoro. Se ti volti indietro, cosa spicca di più?
COLM DILLANE: Beh, l'aver trasformato il mio dormitorio in un negozio. Ricordo il giorno - avevo una bomboletta spray in mano e mi dicevo: "Non dovrei usarla". E poi: "Fanculo, fatemi verniciare il muro". A pensarci ora, quel gesto ha tracciato la via del creare spazi dove la gente potesse venire e ritrovarsi. L'essere stato cacciato dal dormitorio mi ha ispirato nel cercare uno spazio a Brooklyn, trovato su Craigslist. L'unico motivo per cui l'ho scelto è perché aveva una vasca da bagno e ho pensato, questo è un negozio con una vasca da bagno in cui posso vivere. Ed è stato un momento magico perché non avevo nemmeno badato bene alla location, che alla fine era a una fermata di metro da Manhattan e proprio accanto a Mishka (un altro marchio streetwear. ndr). Ho organizzato un grande party di apertura e il mese dopo. nessuno veniva in negozio. Molte persone a quel punto si sarebbero scoraggiate. ma per me quello è stato un altrc momento magico. Ho deciso che avrei reso quello spazio così cool che la gente avrebbe voluto venirci. Nel seminterrato ho creato uno studio di registrazione, ho fatto crescere l'erba nel cortile sul retro, ho comprato delle macchine da cucire e ho impiantato uno studio fotografico. Non so se dovrei dirlo, ma ho rubato la porta di un distributore automatico per trasformarla nella porta dello studio di registrazione. Anche se non era il migliore, era lo studio più figo. Il che ha tatto si che dei musicisti indossassero il mio brand e che il seminterrato diventasse di platino (Dillane aveva invitato il musicista Russ a usare lo studio e l'album che vi ha registrato, "There's really a wolf", è diventato disco di platino, ndr). A quel punto, ho iniziato a creare merchandise, arte per gli album e video musicali, anche quello un momento magico.
LOH: Ouando ha cominciato a interessarti l'idea di incorporare il fashion più alto nel tuo lavoro?
CD: In realta, una persona era venuta in negozio e mi aveva chiesto cosa avrei fatto dopo. Scherzando dissi: «La settimana della moda a Parigi». La ragazza che era con lei rappresentava una societa trancese che lavora con la Paris Fashion Week e mi ha chiesto se volevo incontrare il suo capo. Quando sono arrivato li mi ha chiesto che tipo di venue stessi cercando e 10 ho detto: "Beh, sarebbe figo avere un'arena per i tori", il che mi riporta a mia madre. Quando me ne sono andato, ho pensato, ma ho appena pianificato una sfilata alla rashion Week di Parigi? Insomma, ci sono stati anche momenti magici in cui ho dubitato di me stesso, ma nessun altro l'ha fatto.
LOH: Come si innesca con tutto cro che hai costruito sinora la tua collaborazione con Superplastic, chiamata "KidSuperplastic"?
CD: Uno degli aspetti più cool credo stia nel fatto che ogni toy ha un vero pennello attaccato, perciò lo puoi usare per davvero, oltre ad avere una bellissima scultura. Mi piace anche l'idea che in qualche modo ti guido, o ti ispiro nel prendere in mano un pennello. Al centro di KidSuper c'è questa idea di spingerti a fare qualcosa, o a essere parte di qualcosa di più grande: fai il salto.
LOH: Con KidSuper hai adottato un approccio molto autentico, fuori dagli schemi. Ti sembra che abbia contribuito alla tua ascesa?
CD: Non avevo un'idea precostituita di cosa avessi bisogno per il successo, ero solo genuinamente appassionato ed entusiasta nel fare le cose. Ero così energizzato delle mie idee che non ho mai rallentato. Non mi sono mai paragonato ad altri brand perché non pensavo nemmeno fosse davvero possibile essere allo stesso livello. Ero così felice perché, wow, ho fatto una T-shirt e una persona l'indossava e adesso sto disegnando la copertina dell'album di quella persona e, Dio mio, ho fatto una mostra d'arte e la gente la sta comprando. Mi sono sempre sentito un po' un underdog, uno sfavorito. E ora sono qui e vivo una realizzazione un po' bizzarra ma cool.
«Avevo una bomboletta spray in mano e mi dicevo: "Non dovrei usarla". E poi: "Fanculo, fatemi verniciare il muro". Quel gesto ha tracciato la vita del creare spasi dove la gente potesse e venire a ritrovarsi».
LOH: Cosa diresti al te stesso quattrordicenne?CD: Non mi sarei aspettato di essere qui. Chiedilo al me stesso quattordicenne, non pensavo nemmeno che fosse possibile. Non ho dato niente per scontato, non mi sono mai sentito di meritare qualcosa; non ho saltato nessun passaggio. Sono stato molto fedele a me stesso e alla mia visione. E ora, eccoci qui.