L'Talent: Wayne Santana racconta il suo nuovo album "Succo di Zenzero Vol.2"
Tra "un saluto alla mamma" e i suoi "bacini" abituali, il trapper Wayne Santana racconta il ritorno sulla scena musciale con il nuovo album intitolato "Succo di Zenzero Vol. 2".
Text by SIMONE VERTUA
Photography JULIAN HARGREAVES
Styling MARCO DE LUCIA
«Avevo 15 anni quando mia madre si è trasferita in Cina dove è rimasta 12 anni, io ho sempre vissuto da solo, ho avuto tante difficoltà a mantenermi sano in un mondo complicato», esordisce Umberto Violo, aka Wayne Santana, membro storico della Dark Polo Gang. È nella sua nuova casa di Milano, un ex magazzino trasformato durante la pandemia nella dimora ideale per le sue esigenze: «È stato un grande traguardo, perché me la sono potuta permettere grazie al lavoro che faccio». Laureato in marketing e comunicazione, il trapper italiano ha costruito solide basi per comunicare i suoi successi musicali e lavorare al suo brand Triplosette Wear: «I miei studi hanno alimentato la mia sensibilità creativa. Quando impari la teoria sulla carta è un conto, quando passi alla pratica è ben diverso e oggi il marketing è in continua evoluzione, le persone ricercano l’esperienza più di ogni altra cosa». Subito dopo la laurea è riuscito a posizionarsi nel panorama musicale insieme a Tony Effe e Dark Pyrex, portando il genere trap in Italia. Nei suoi testi ci sono racconti della malavita, la passione per la moda, l’amore, i soldi e gli stupefacenti ma: «sono situazioni che non rispecchiano la realtà dei fatti».
L’OFFICIEL HOMMES ITALIA: Mai pensato di arrivare a questo livello?
WAYNE SANTANA: No, ma se dovessi azzerare tutto e iniziare oggi, avrei tante consapevolezze in più e saprei già in quale direzione andare. Sei anni fa abbiamo iniziato per gioco con la Dark Polo Gang insieme a Tony Effe e Dark Pyrex, non avevamo tanti esempi e i rapper mainstream erano davvero pochi e differenti.
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LOHI: E come mai l’idea di lavorare a un album da solista?
WS: Durante la pandemia il flusso della discografia è stato interrotto, e ci siamo dati del tempo per portare avanti progetti personali. Era il momento giusto, del resto la gang è sempre stata molto spontanea, abbiamo ragionato in gruppo ma lasciandoci aperte anche possibilità individuali. Abbiamo una società e un marchio di abbigliamento e continuiamo a supportarci a vicenda. Per il futuro non escludiamo l’idea di ripartire insieme.
LOHI: Cosa hai imparato con il tuo album “Succo di Zenzero vol.2”?
WS: Avevo perso la lucidità di fare le cose da solo e ho ritrovato l’energia e le good vibes per lavorare individualmente. Sono entusiasta di lavorare con persone che concentrano l’attenzione su di me, ho un team personale e dei nuovi producer.
LOHI: Hai intrapreso diverse collaborazioni, come sono andate?
WS: Ho collaborato con Kappa per una limited edition di felpe e tute, poi per la release del disco abbiamo collaborato con Bros’, il ristorante di Floriano Pellegrino e Isabella Potì, per una cena in cui le basi del mio disco venivano abbinate a portate super strong. È stato divertente vedere le facce delle persone coinvolte.
LOHI: Stai approcciando gli NFT e il metavarso?
WS: Mi sto avvicinando piano piano, l’idea è quella di voler essere presente anche su quel fronte. Volevo lanciare gli NFT del mio disco con i personaggi che si trovano sulla copertina e ora ci stiamo lavorando perché è un modo nuovo per relazionarsi ai fan.
LOHI: Che direzione ha preso la trap?
WS: Ha influenzato tanti generi ed è stata a sua volta contaminata. Molti non si aspettavano i nuovi featuring del mio album, ma sono soddisfatto, mi sono allontanato dai miei standard e dalle mie sonorità e ho cercato situazioni differenti, da Sangiovanni e Myss Keta a MamboLosco.
LOHI: Fin dall'inizio con la Dark Polo Gang c'è stata una grande attenzione per la moda...
WS: Dicevano che eravamo barocchi, poi siamo stati metabolizzati e abbiamo intrapreso delle collaborazioni serie. Siamo stati invitati a Firenze da Virgil Abloh, Marcelo Burlon ci ha fatto sfilare alla fashion week e Pierpaolo Piccioli ci ha invitato in first row da Valentino. Personalmente sono in fissa con Dries Van Noten ma mi piace anche Rick Owens per la sua estetica dark e cattiva.
LOHI: Da dove provengono le tue ispirazioni?
WS: Se parliamo di riferimenti musicali, sono in love con Young Lil perchè è un genio assoluto, ma riconosco che Kanye West sia un grande agitatore culturale, non ha più nulla da dimostrare e lancia costantemente grandi segnali al mercato discografico.
LOHI: Che cosa ti auguri dal futuro?
WS: Questo per i giovani è un periodo storico con poche vedute, è complicato pensare al futuro perché siamo reduci da due anni di pandemia e dalla disperazione dalle nostre condizioni sociali, inoltre c’è in atto una guerra senza senso. Vorrei continuare a stare bene, a fare musica e pregare per un futuro migliore.
Team Credits:
Photography JULIAN HARGREAVES
Styling MARCO DE LUCIA
Grooming ELISA RAMPI