Interviste

#talkingwith Sarah Andersen

La fatica (e la grande bellezza) di comportarsi da adulti: Sarah Andersen torna in libreria con "Tutto sotto controllo", terza raccolta di fumetti di Sarah’s Scribbles.
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Le strisce disegnate dalla fumettista americana Sarah Andersen raccontano le ansie, le preoccupazioni e le insicurezze di una ragazza un po’ goffa e spettinata alla prese con l’età adulta. Dall’importanza di evitare le persone troppo mattutine alla difesa dai troll di internet, fino all’inutilità esistenziale di mettere in ordine la casa.
Ma quando tutto va storto e il mondo attorno a noi sta per collassare, il suo rimedio è una cioccolata calda, contare i giorni che mancano ad Halloween, e accoccolarsi accanto al proprio gatto.

Ma abbiamo parlato anche di femminismo, di Childish Gambino e idea di sé.

All’inizio, al tempo dei tuoi primi lavori, eri abbastanza restia a mostrare la tua immagine. Una volta ho letto che probabilmente era a causa delle tue insicurezze. Oggi, invece, come è cresciuta Sarah? Ti senti ancora tra quelle insicurezze? Quale è stato il tuo percorso per diventare quello che oggi sei?

La questione delle foto non era tanto legata al fattore insicurezza. La gente pensa che io sia perpetuamente insicura per il semplice fatto che racconto i miei errori o i momenti di debolezza, invece mi piace pensare a me stessa e ai miei personaggi avvinti da un implacabile ottimismo nel fronteggiare ognuno le proprie difficoltà. La questione delle foto è più legata a una sorta di controllo della mia parte artistica. Mi piace la mia riservatezza, mentre detesto che la gente si aggrappi alla mia apparenza o che ci siano forum interamente dedicati a discorsi sulla mia faccia. A chi piacerebbe, del resto? Sono una fumettista: condivido le porzioni di vita che voglio mostrare e che voglio siano argomento di discussione tramite le mie vignette.

Così come sull’idea del “diventare adulti”, recentemente ho scritto un po’ delle mie vittorie personali: mi viene in mente il fumetto sul nuovo anno (affrontato con i guantoni da boxe) o la vignetta baby steps. Ma non credo che l’essere adulti sia sinonimo di perfezione, quindi non penso di raggiungerla; piuttosto, vedo la vita come una continua evoluzione che io stessa sto sperimentando.

Oggi tutti sembrano preferire un linguaggio immediato e diretto. Bisogna condensare un pensiero in 140 caratteri, raccontare una storia per immagini o in cinque vignette, cantare una storia d’amore con versi minimali. Pensi che la generazione di oggi abbia qualcosa dentro che sia difficile da esprimere? È arduo raccontare cosa si prova, oggi, o, al contrario, si tende a dare valore al non-detto così che ognuno possa estrarre la propria personale interpretazione?

Penso che la mia generazione sia una delle più brutalmente oneste. La diffusione del web ha consentito a tutti di parlare, quindi molta gente che altrimenti non avrebbe avuto modo ha potuto esprimere la propria opinione. Non sarei stata una fumettista se non fosse stato per internet.

Mi ricordo ancora i primi tempi: c’era una sorta di riverenza sacrale nei confronti di certe testate come LiveJournal, che - probabilmente - mi ha spianato la via.

Quando pensi a quanto brevi devono essere certe cose quando sono comunicate online, capisci che l’immediatezza è molto importante nella comunicazione tramite fumetti, così come nell’arte. Le strisce di Gary Larson (il creatore di The Far Side, ndr) erano composte da una sola tavola. È così che gli artisti si mantengono chiari, acuti e diretti.

Comunque anche io, a volte, penso che con il format improntato alla brevità e l’incalzante idea di racimolare “like” si perdano tante sfumature. Ti perdi il quadro completo. Quindi mi rivolgo spesso ad altre forme d’arte più complesse o alla scrittura, così da suscitare una qualche riflessione. È qualcosa di molto diverso dal far fumetti, ma, ad esempio, il video This is America di Childish Gambino ha fatto sorgere diversi dibattiti e scatenato reazioni emozionali tramite un raro esempio di arte complessa. Ma, ancora una volta, è stato internet a favorirne la diffusione.

Sono tanti gli argomenti di attualità di cui potremmo parlare in riferimento alla società contemporanea e ai giovani. Vorrei chiederti, però, di parlarmi della tua esperienza riguardo al bullismo e alla questione gender.

Penso di essere stata un bersaglio, a volte, per il semplice fatto di esser donna. Con le molestie, esistere come donna e come artista online è estenuante. E mi ritrovo spessissimo a parlare del fatto che sono una donna, oppure del fatto che vengo definita “la fumettista delle donne”. Sono una femminista, quindi mi butto in quelle conversazioni e mi piacerebbe tanto vedere altre donne che si uniscono al mondo dei disegnatori, ma al contempo le chiacchiere sul mio genere offuscano il mio lavoro. Vorrei che le donne fossero prese sul serio come artiste e come persone. Non ci siamo ancora.

Alle volte è una creatura spaventosa che ti sta alle spalle quando ti specchi (Donnie Darko); altre volte è un animaletto un  po’ buffo e sempre in ritardo (Alice Through The Looking-Glass); altre volte ancora è un personaggetto scorbutico (come Tappo in Winnie The Pooh). Cosa è - o, magari, chi è - per te il Coniglio?

Il coniglio, probabilmente, è l’elemento più intimo e personale di Sarah’s Scribbles. È un misto tra un cucciolo domestico e il mio amore per Hobbes di Calvin & Hobbes (la striscia a fumetti disegnata dallo statunitense Bill Watterson, ndr). Rappresenta il pensiero razionale calmo. Quindi, penso che dicano il vero: «Follow the white rabbit».

Pigrizia e ansia caratterizzano il personaggio adolescente dei tuoi scribbles: forse il Gatto nero e il Coniglio simboleggiano questi due mood o gli antidoti agli stessi?

Il Coniglio è un personaggio metaforico sotto tantissimi aspetti, ma il gatto è semplicemente un gatto. I gatti sono creature esilaranti e io semplicemente adoro osservarli e scrivere di loro. E certamente possono essere d’aiuto con l’ansia. Poi di nuovo, con tutto il loro fare rilassato e pacioso, incoraggiano la pigrizia.

Tutto sotto controllo è la terza raccolta dei fumetti di Sarah's Scribbles, webcomics tradotto in più di venti Paesi nel mondo e con quasi cinque milioni di followers tra Facebook ed Instragram.

 

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Pagina Facebook Ufficiale "Sarah's Scribbles"

Pagina Instagram Ufficiale @sarahandersencomics

Casa Editrice Becco Giallo

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