Interviste

Letizia Toni, chi è l’attrice che interpreta Gianna Nannini da giovane

Toscane e con la stessa luce negli occhi. 

Letizia Toni e Gianna Nannini sul set del film Sei nell'Anima di Cinzia TH Torrini per Netflix
Letizia Toni e Gianna Nannini sul set del film. Image Courtesy Netflix

Gianna è Letizia e Letizia è Gianna. Un perfetto scambio di anime. Il 2 maggio esce sulla piattaforma di streaming on demand Netflix il film sulla vita di Gianna Nannini da giovane interpretata da Letizia Toni, attrice toscana doc, dal titolo “Sei nell’Anima”, per la regia di Cinzia TH Torrini, tratto dall’autobiografia Cazzi Miei scritto dalla cantante senese nel 2016 per Mondadori e oggi in prestigiosa ristampa. È un viaggio nella storia di Gianna, nella testa, nel cuore e negli occhi di un’artista che ha assaggiato e graffiato la vita con tutta sé stessa. Vedere Letizia Toni entrare come una meravigliosa creatura nell’anima e nei gesti della Nannini ha trasformato il film in un vero e proprio viaggio nell'universo interiore della protagonista. La mimesi è stata totale perché va detto che anche la voce di Gianna nel film è quella di Letizia, allenata e affinata per mesi in quel di Berlino con un lavoro di accordatura e fusione delle timbriche condotti da Gianna e il producer Christian Lohr. Un duetto che diventa un assolo perché di questo si tratta: Letizia Toni in Sei nell’Anima non interpreta Gianna Nannini, è Gianna Nannini. E solo scavando un po’ più a fondo emergono connessioni e similitudini tra due vite così distinte evidentemente destinate a incontrarsi.

Abbiamo chiacchierato con Letizia Toni per capire chi è e come è avvenuta la sua metamorfosi nella persona più indomabile e libera del panorama musicale italiano. Un debutto importante per una giovane attrice a cui adesso si spalancano nuovi orizzonti intepretativi e che guarda in direzione del cinema americano. Da Joaquin Phoenix a Leonardo DiCaprio, al regista Martin Scorsese, suoi miti veri. "Quando li guardi, si sogna sul serio".

Letizia Toni in moto come Gianna Nannini. Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka
Letizia Toni in moto come Gianna Nannini. Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka

Qual è stata la prima reazione che hai avuto quando hai capito di essere stata scelta per il ruolo?

Ho fatto 3 provini in realtà, l'ultimo a distanza di un'estate dai primi 2. È stato un vero work in progress, costruire Gianna è stato un progetto che cresceva piano piano, come un bambino dentro di me. Al primo step non sapevo di quale progetto si trattasse e quando mi hanno chiesto di cantare una canzone Rock Pop italiana, senza pensare ho scelto un suo pezzo, La Differenza, tratto dell'album uscito nel 2019. In casa mia era normale ascoltare i suoi brani ed io ne ricordavo con agio il testo. È un pezzo che mi era entrato in testa e tra me e me mi sono detta “la canto e vediamo. Magari non è adatta, però è una di quelle che ricordo bene”. Successivamente mando un provino preparato su un testo preso da un film americano e dopo 5 giorni mi chiamano a Roma, questa volta svelando la storia e dicendomi anche che Gianna sarebbe stata presente. In una settimana ho studiato tutto lo scibile esistente su di lei, dalle interviste, i libri (Cazzi miei ed IO - Bur 2011 n.d.r), i video, e mi sono presentata con un abbozzo di quello che poteva essere il personaggio. Non ultimo, il dettaglio dei capelli: li avevo scalati proprio come i suoi agli esordi nei settanta. Una serie di indzi che promettevano bene e mi davano coraggio. 

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E il terzo provino?

Con l'estate di mezzo siamo andati a settembre e in realtà ho avuto tutto il tempo per prepararlo per bene ed è stato il periodo dove ho fatto il lavoro più intenso e corposo della preparazione. Mi sono messa a studiare le radici, la famiglia di Gianna Nannini, sono stata a Siena, studiavo lì, cercavo di vivere quello che lei descriveva nei libri, volevo risentirlo sulla mia pelle. Man mano che la studiavo mi rendevo conto che le nostre vite hanno davvero moltissimi punti in comune. Sono toscana, nata a Pistoia, e sono vissuta anch'io in campagna (la casa della famiglia Nannini è a Certosa di Belriguardo) e come i suoi, i miei genitori hanno un’azienda (Greenhouse Garden Center a Pistoia, ndr), ho un fratello più grande e uno più piccolo proprio come la dinamica famigliare di Gianna. Dove i rapporti con il padre non sono stati distesi per le scelte professionali, io attrice - lei cantante. Un personaggio così aderente fin da subito mi ha travolta e spinto a dare dare il massimo. E lì è avvenuta la trasformazione definitiva.

Sembrerebbe proprio che sia andato bene

Potrà risultare presuntuoso, dopo tutto quello studio il personaggio di Gianna lo sentivo veramente mio, ero diventata gelosa di quella vita, lei era diventata il mio personaggio e non doveva/poteva farlo nessun altro (ride, ndr). Quindi ho detto basta, IO SONO GIANNA, questo ruolo me lo prendo. E se così non sarà, allora forse smetterò di fare l’attrice. Non ci si poteva avvicinare più di così.

Dopo una quindicina di giorni mentre preparavo uno spot per un brand di assorbenti intimi mi chiamano gli sceneggiatori al telefono - era un numero con non conoscevo - E la telefonata esordisce con un sei seduta? Sì, Cinzia - la regista - perché, che mi devi dire? Mi conferma di essere stata scelta e da lì è partita una felicità indescrivibile. Avevo fatto un lavoro giusto, la conferma di una preparazione coerente. Questo riconoscimento è stato per me la vera vittoria.

Gianna Nannini ti ha dato consigli durante la lavorazione del film?

Gianna ha sempre abbattuto le distanze, ha smitizzato totalmente la sua figura e mi ha messa al suo livello. Non mi ha mai fatta sentire giudicata oppure sbagliata. Mi metteva a mio agio con spontaneità creando una situazione familiare con ottimismo, per cui io tendevo a fare sempre di più. 

Quando abbiamo lavorato sul momento di crisi vissuto da Gianna lei mi diceva “io non mi vedevo, non mi ricordo. Non so quello che facevo. Lo so dai racconti delle persone che avevo intorno." È stato quindi di un lavoro di ricerca per capire da dove venisse quel malessere e quali fossero le motivazioni scatenanti di una crisi così forte. Le proponevo delle soluzioni, lei aggiustava il tiro, ma sono stata libera di costruire da sola l'interpretazione: una sorta di regressione davanti ai momenti bui che comunque non è associabile né alla pazzia, alla malattia mentale o all’uso di droghe. La sua era una motivazione molto più profonda, una crisi esistenziale e artistica provocata dal non riconoscersi in ciò che il music business voleva da lei.

Letizia Toni in una scena della crisi in "Sei nell'Anima". Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka
Letizia Toni in una scena della crisi in "Sei nell'Anima". Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka

Qual è il tuo rapporto con l'ego?

Al rapporto con l'ego non ci ho mai pensato. Da attrice è una componente inevitabile. Sono sempre stata super critica nei miei confronti e non ho mai peccato di egocentrismo, ma riconosco il voler essere al centro dell’attenzione una parte imprescindibile del mio lavoro. Forse deriva dalla necessità di dimostrare agli altri che si sanno fare delle cose e di stare al centro dell’attenzione per azzerare una sofferenza di fondo? Credo che l'ego serva a sentirsi capace, all’altezza delle situazioni e quando è sano è utile ad accrescere la propria autostima. C’è un po' di narcisismo, certo, ma io lo vivo come una spinta a tirar fuori ciò che che ho dentro per esprimermi al meglio e arrivare al pubblico.

Letizia Toni | Gianna a Milano negli anni '70. Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka
Letizia Toni | Gianna a Milano negli anni '70. Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka

Come è stato uscire dal personaggio di Gianna?

Penso sia stato più complicato che entrarci. Quando ad agosto scorso abbiamo finito le riprese, lì sono entrata un po' in crisi, diciamo in una sorta di crisi d’identità. Ci ho messo del tempo a lasciarla andare: si sa che gli attori si affezionano al personaggio che li ha abitati ma poi arriva il momento sano di rottura e distacco. È successo lo stesso con il provino, vivevo Gianna così addosso che è stato altrettanto duro lasciarla andare. Adesso però sono pronta a entrare in altre vite e personaggi nuovi. 

Letizia Toni | Gianna Nannini in modalità stage diving in "Sei nell'Anima". Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka
Letizia Toni | Gianna Nannini in modalità stage diving in "Sei nell'Anima". Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka

Cosa ti aspetta adesso?

Non lo so ancora, ho fatto dei passaggi, ho cambiato agenzia, quindi è tutto in divenire. Ogni giorno si aggiungono cose. Tutto ha preso velocità: questo è il mio primo grande lavoro che mi auguro mi dia l'opportunità di accogliere nuovi progetti. Sto facendo dei provini: “ci stiamo lavorando” (e il viso le si illumina, ndr).

Gianna Nannini "Sei nell'Anima", Netflix ph.Ralph Palka
Gianna Nannini adolescente impegnata sui campi da tennis. Image Courtesy Netflix, ph. Ralph Palka

Cosa ti fa stare bene al di fuori del mondo del cinema?

In realtà sono monotematica, faccio solo questo. Chiaro, la quota green dovuta al vissuto della mia famiglia conta. Si tratta di un luogo dove sono nata e cresciuta attorniata da fiori e piante. Vivendo ormai a Roma, quando torno a casa, stare a contatto con la natura diventa un momento profondo e fondamentale perché mi riporta alla vera me, all’essenza delle cose. Una specie di cura fondamentale dal lavoro. Mi ricarica, mi rigenera. Ma oltre a questo, ogni tanto provo ad andare in palestra, a fare sport, ma non ho costanza - (ha giocato tantissimi anni a tennis, proprio come Gianna, ndr.). Da quando mi dedico alla recitazione sono davvero diventata monotematica: mi riempio di questo. Anzi, se mi arrivasse un copione nel tempo libero, lo leggerei molto volentieri. 

Se la data “Colonia 1983” segna l’anno di rinascita professionale di Gianna, il 2 maggio 2024 è quella di Letizia. 

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