"Pillow talk" con Tamu McPherson e Candela Pelizza
TALENT Candela Pelizza e Tamu McPherson
FOTO Tamu McPherson
INTERVISTA Simone Vertua
Due donne, amiche di lunga data, si ritrovano dopo le chiusure dettate dalla pandemia. Candela Pelizza, ex modella e it-girl di origini argentine, oggi mamma a tempo pieno di tre bambini, e Tamu McPherson, giamaicana di origine ma cresciuta a New York e a Milano; fotografa di street style e dal 2008 creative director del portale digitale “All the Pretty Birds”. Lavorano insieme dal 2011 e, tra eventi ed appuntamenti a casa di J.J. Martin, la stilista di La DoubleJ, collaborazioni editoriali e con grandi marchi, oggi sono protagoniste di questo shooting costruito attorno alla nuova Coussin Bag di Louis Vuitton. La borsa, super morbida al tatto e rassicurante ma anche grintosa grazie a una grossa catena in metallo, è un modello frutto della riflessione di Nicolas Ghesquière, direttore artistico della collezione donna, sulla fluidità e l’uguaglianza tra i generi. Un tema che sta particolarmente a cuore a Candela e Tamu, rispettivamente impegnate nella difesa dell’universo femminile e dei diritti umani, da quelli LGBTQI+ a Black Lives Matter. Come raccontano a L'Officiel Italia in questa intervista.
L’OFFICIEL ITALIA: Come vi siete conosciute?
CANDELA PELIZZA: Il primo ricordo risale alla Milano Design Week. Eravamo a un evento in casa di Lapo Elkann, che c’erano tantissimi invitati ma noi avevamo solo voglia di andare a mangiare le crèpes, in Porta Ticinese.
TAMU McPHERSON: Da lì in poi ci sono state tante circostanze, eventi e viaggi in cui ci siamo conosciute meglio. E in tempi in cui non era un lavoro ben definito, sapevo che Candela aveva già bene in mente cosa fosse la professione di digital creative.
LOI: Come creatrici di contenuti digitali, trattate tematiche volte a sensibilizzare i lettori?
CP: Le collaborazioni non sono mai state focalizzate esclusivamente sul prodotto, mi sono sempre concentrata sulla voglia di creare sinergie tra le persone, in particolare nell’universo femminile, in un approccio spontaneo di sisterhood.
TM: Per me è naturale inserire discorsi che hanno a che fare con tematiche sociali e contemporanee. Sento la responsabilità di connettere e incoraggiare persone che sono interessate ai diritti umani, in particolare al movimento Black Lives Matter e LGBTQI+, e dar voce a un confronto. L’informazione è importante e la mia piattaforma “All the Pretty Birds” è nata per questa ragione, oggi ha una community aperta e ricettiva. Mi risulta più naturale questo approccio, piuttosto che raccontare fatti della mia vita.
LOI: Cercate di separare la vostra vita reale da quella digitale?
CP: Ho cominciato quando c’era la tendenza a raccontare la propria vita, come se fosse un diario. Seguo questo modello senza forzature, con immagini e un vocabolario che ho creato nel tempo, che chi mi segue conosce bene.
TM: Non parlo della mia famiglia e non condivido le immagini per senso di protezione. Sono vincolata dal pensiero di sbagliare e non vorrei mai mettere in cattiva luce o in pericolo le persone che amo.
LOI: Cosa si prova ad essere madri?
CP: Dopo la nascita di Verde mi sono sentita completa. È come se mia figlia, nascendo, avesse portato in dono una dose di sicurezza, e così anche per Celeste e Martin. Con loro mi capita che ogni tanto mi dimentichi di me stessa e abbia bisogno di staccare, ma quando i miei figli sono dal papà, mi sento persa e il mio pensiero va costantemente a loro.
TM: È inspiegabile, sicuramente l’esperienza più magica e perfetta che la natura ti possa offrire. I sentimenti sono amplificati, la connessione con il proprio figlio è forte, come fosse un estensione di sé. Quando è nato Piero per un anno sia io che mio marito eravamo terrorizzati dalla fragilità del neonato.
LOI: In questo shooting siete vestite Louis Vuitton, qual è il vostro rapporto con la maison?
CP: È un legame affettivo, abbiamo portato avanti tante collaborazioni e con il team c’è sempre stato un flusso di idee e uno scambio costruttivo. Ricordo ancora il primo viaggio a Forte dei Marmi, ero entusiasta.
TM: Il core team è sempre stato lo stesso, per questo motivo si è costruito anche un rapporto di amicizia. Amo da sempre il lavoro di Nicolas Ghesquière e con la maison abbiamo vissuto esperienze sorprendenti.
LOI: A che cosa state lavorando per il futuro?
TM: Io continuerò con “All the Pretty Birds” e sto lavorando a @shoeupforjustice, una vendita speciale di scarpe della mia collezione: il ricavato andrà alle organizzazioni attiviste che si sono battute per i diritti degli elettori, tra cui Fair Fight Action, che promuove i diritto del voto negli Stati Uniti.
CP: Sto lavorando a tanti progetti ma sono in fase di creazione e non posso anticipare nulla.
LOI: Fatevi una domanda a vicenda…
TM: Quando facciamo conoscere Celeste a Piero?
CP: Il prima possibile spero! Tu l’hai già conosciuta, ora dobbiamo farli incontrare! Tu invece come fai a seguire tutte le cose che fai senza perderti?
TM: Ho la fortuna di avere un marito organizzato con un’energia unica che riesce a gestire Piero e il lavoro e un team che mi supporta. Io sono una persona disordinata.
LOI: Che cosa pensate l’una dell’altra?
TM: Candela è molto equilibrata e bilanciata. È buddista e questo la porta ad ascoltare, osservare e riflettere sulla propria interiorità. Tutti assorbono l’energia dall’esterno e lei riesce sempre ad emanare positività.
CP: Tamu è gioia pura e creatività, è capace di vivere il momento senza guardare troppo al risultato. Per questo riesce sempre ad offrire nuove interpretazioni e punti di vista.