HOMMES - KINKY

La moda peccaminosa di Nicola Indelicato e @Ian_Archives

In conversazione con Nicola Indelicato e @Ian_Archives.
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Nicola Indelicato è forse uno dei designer italiani più dissacranti e provocatori. Nato e cresciuto a Firenze dopo aver lavorato per la Madame Vivienne Westwood Roberto Cavalli, nel 2014 fonda il suo omonimo brand. Un’etichetta dall'approccio irriverente, sfacciato e dannatamente sexy, il suoi capi oggi sono riconosciuti con uno statement internazionale. Dalle magliette che riportano conversazioni digitali hot fino ad arrivare al suo studiatissimo underwear, estremamente sexy e porno chic. 

A che cosa allude tuo motto “Pervert but in a romantic way" 
“Pervert but in a romantic way” è diventato il mio manifesto, utilizzo l'aspetto più romantico della mia vita per raccontare la perversione della quotidianità di ognuno di noi. Romantico non nel senso stereotipato di regalare delle rose rosse alla persona che si vuole corteggiare ma nell'approccio sentimentale e profondo che ci metto in quello che faccio nel mio lavoro. Questo fa si che la narrazione diventi più intima e a tratti più reale, quella realtà che può aiutare le persone ad aprirsi alle proprie perversioni indossando i miei capi. Può il romanticismo essere perverso? Per me si, ad esempio nella mia ultima collezione F/W20 ho utilizzato due tematiche fortemente in contrasto che i cui protagonisti vivono mondi opposti, da una parte il popolo della notte dei locali Hardcore e dall'altra creature eteree che indossano capi di seta che ricordano le maestranze dell'alta moda italiana. Forse in fondo la mia vera perversione è quello di “toccare” argomenti irriverenti e mixarli insieme. 

Qual'è il tuo punto di vista sul lato dirty del fashion system? 
Se per Dirty intendiamo tutto ciò che è considerato sporco e peccaminoso dalla nostra educazione cattolica inculcata come lavaggio del cervello fin da piccoli io mi ci fiondo a capo fitto! Il mio lavoro ha senso solo se quello che faccio si discosta e si differenzia da quello che il mercato già propone, e se il mio immaginario si colloca nel dirty direi... Amen! E del resto cosa c'è di più dirty del mio cognome? Benvenuti nel mondo INDELICATO. 

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Come si traduce il tuo background culturale nel tuo lavoro e la tua ricerca? 
Come designer sento la responsabilità di dover raccontare quello che stiamo vivendo attraverso il mio lavoro, la contemporaneità è un aspetto molto importante della mia ricerca, traduco in abiti quello che stiamo vivendo. La ricerca continua dei gusti e dei desideri dell'essere umano mi interessano molto e sono quelli che stimolano la mia creatività. Analizzando a fondo i desideri più nascosti delle persone, riesco a definire quella che è la mia estetica. Questo ovviamente è stato un percorso prima per me stesso, utilizzando inizialmente quelli che erano i lati meno esplorati della mia sensibiltà, maneggiandoli li ho concretizzati e tradotti in quello che oggi è il mio brand. Ovvio che se il mio “mondo” viene visto in maniera superficiale si può pensare che siano solo  c***i e culi ma non è così. Quello che faccio è anche il risultato di anni di studio e di esperienze professionali che mi hanno fatto maturare e mi hanno avvicinato a quello che faccio, quanto più si è onesti in quello che facciamo, più il risultato diviene reale e non un esercizio di stile fine a se stesso. 

Un immaginario irriverente e decisamente kinky, cos'è per te l'erotismo? 
L'erotismo è un ingrediente fondamentale del mio lavoro. La mia ossessione per il corpo e per la sensualità che emana nasce dal fatto che, a mio parere, i capi senza il corpo sono solo dei pezzi di stoffa, ancora di più se si tratta di abbigliamento intimo, quello che rimane in diretto contatto con il corpo. In questi anni mi sono interessato a studiare come l'erotismo sia cambiato con l'avvento di internet e di tutte quelle applicazioni che danno la possibilità di mostrare tutto, e dico tutto, ma solo per alcuni secondi e poi il tutto scompare come per magia. E' quella la sensualità che ci meritiamo o forse possiamo immaginare un mondo erotico più reale? (il Covid19 insegna) Non ci trovo niente d'irriverente nello stimolare le persone attraverso i miei capi a vivere una vita più reale, alla luce del giorno e non solo online dopo mezzanotte! 

Quanto è importante per te la tua community?
Ho costruito la mia community giorno per giorno mostrando con onestà quello che facevo. È stato un percorso lungo e spesso pieno di fraintendimenti e ostacoli, chi tratta la sensualità o ha un immaginario irriverente spesso non viene riconosciuto come un “vero" brand ma come uno che fa pornografia. Oggi la mia community mi sostiene molto. Nel tempo ho cercato di creare una sorta di “rapporto” diretto con una parte di loro cercando di capire i loro desideri per poi tradurli in capi, del resto io sono iscritto all'artigianato (produco tutto Made in Italy) e come un vecchio sarto da uomo degli anni '50 avrebbe chiesto al cliente: “Dove porta il disturbo?" (un modo elegante per chiedere durante la realizzazione del pantalone fatto su misura se si portava il c***o a destra o a sinistra), io chiedo ai miei clienti di interagire con il mondo INDELICATO. 

 
 
 

Non solo un accessory designer e artigiano della pelle ma anche un'archiviatore. Ian Schmitt è la mente dell'account Instagram @Ian_Archives che raccoglie esemplari d'archivio introvabili di celebri brand. Dal G string di Gucci fino agli sfiziosissimi gioielli di Dior e Chanel, un collezionista del pret-à-porter destinato a diventare parte della storia della moda. Ian è modellista di prototipi da Dior, ma in passato ha lavorato come artigiano di pelletteria da Hermés, Louis Vuitton. Oggi produce una linea di piccola pelletteria composta da una serie di cardholder ralizzati a mano. DILF, PWR BTTM e TWINK sono gli acronimi che compaiono sui suoi accessori che fanno riferimento al suo universo omoerotico.

Come descriveresti la tua visione?
Amo dirigere le cose in un maniera erotica, divertente, o "décalé". Mi piace giocare con gli oggetti e utilizzarli diversamente dal loro utilizzo primario per dare una vita inaspettata a ciò che amo collezionare e produrre. Mi piace l'umorismo e i doppi sensi… Chi potrebbe pensare che i gioielli di Chanel fatti negli anni '90 per le "signore borghesi" finiscano nel 2020 sul mio petto peloso. (ride ndr)

 
 
 


Come ti sei avvicinato al mondo degli accessori? 
Ho sempre prestato molta attenzione ai dettagli, in particolare a tutti gli aspetti tecnici, alla costruzione di ogni oggetto che ho realizzato o che colleziono. La mia prima formazione è quella di artigiano della pelle, successivamente ho scoperto un lato molto fashion quando ho iniziato a produrre prototipi in studio ho imparato ad allenare il mio gusto estetico. Volevo che le estremità dei miei card holder venissero perfettamente tutti cuciti a mano a la "maroquinier", ma sempre con un lato "décalé" e sporcato con il mio umorismo.

Quali sono le tue principali ispirazioni quando progetti? 
La moda dal 1990 al 2000 è il periodo che amo di più. In quel periodo i brand hanno iniziato ad utilizzare riferimenti sessuali per vendere. Era la moda di quando ero bambino, prima che tutto fosse numerico nella nostra vita e tutti avessero uno smartphone. Ma allo stesso tempo era un periodo in cui venivano create delle immagini pubblicitarie super spinte che abbiamo ancora impresse nella mente, ad esempio i backcover delle riviste firmate Dior e Gucci. Probabilmente penserete che tutto ciò da cui sono affascinato sia pacchiano e grezzo. Se vi domandaste 'Come è possibile che quel brand abbia creato questo? È piuttosto volgare...'  quasi sicuramente è qualcosa che mi piace o che già possiedo in archivio.
 

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Qual è il tuo rapporto con i social network? 
Non pubblico molto spesso, ma li utilizzo per sentire "l'air du temps". Per esempio con i miei archivi puoi percepire una tendenza che ritorna o vedere le cose in un momento giusto da ricercare o cose di cui la gente va davvero pazza. Ad esempio il ritorno della Saddle di Dior, e quando la indosso per un post non ho linee guida o idee di come sarebbe meglio postarla. Quando vedi il mio feed capisci che non c'è armonia tra i colori di tutte le foto, non ci sono i codici stilistici degli influencers. I social sono un super strumento di condivisione, incontrare le persone nel vostro interesse comune. Bisogna solamente utilizzarli con attenzione e rimanere con un piede nella vita reale. A volte gli amici di internet possono diventare vostri amici nella vita reale, io ne ho un po' e questo è super figo.

Cosa ne pensi del lato dirty della moda? 
“Sex and always sells” le immagini sovversive sono sempre state più viste in relazione a tutte le altre.

Come vedi la tua carriera nel futuro?  
Non so cosa farò domani. Al momento la mia attività di archivista funziona molto bene, realizzo alcuni progetti di pelletteria da freelance, dal 2017. Non ho lavorato esclusivamente a tempo pieno per un brand, perché preferisco avere più tempo per i miei archivi, significa collezionare e fare affari. Amo lavorare la pelle con le mie mani e resto sempre aperto a qualsiasi genere di progetto, la cosa più importante è fare qualcosa che mi piace per davvero. Mi capita che alcuni mesi sono al verde perché preferisco comprare una cosa rara che non ho mai avuto. Questo mi rende più felice che avere uno stipendio alto per lavorare per una grande Maison. Quando compro qualcosa anche se è veramente costoso è spesso un buon investimento.

 
 
 

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