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Pranzo di Pasquetta, 7 vini da degustare en plein air

I vini da scegliere il lunedì di Pasquetta per un pranzo all’aria aperta

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La tavola apparecchiata sotto un portico ombreggiato, un telo poggiato sopra al pallido prato primaverile e il giardino addobbato a festa per accogliere i primi raggi di sole della bella stagione. Il pranzo di Pasquetta è l’occasione per viversi un pasto en plein air, godendo di compagnie ritrovate e brindando alle giornate che tornano ad allungarsi. Ecco come organizzarlo al meglio, scegliendo 7 vini da degustare rigorosamente in compagnia.

Aquila Reale Riserva 2011, Cesarini-Sforza

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Una fine espressione di Chardonnay elegante e potente nel bicchiere, nata con l’intento di proporre uno spumante trentino di altissima qualità. Aquila Reale è il Cru di Cesarini-Sforza, un Metodo Classico che nasce dalle uve del Maso Sette Fontane, coltivato dal 1734. Estremamente fresca, la Riserva 2011 ha aromi di frutta candita e piccola pasticceria che sul finale lasciano spazio a sentori agrumati. Al sorso è persistente, con un’acidità piacevole e una spiccata personalità, che sulla tavola del pranzo di Pasquetta la rendono perfetta a tutto pasto, sia con primi piatti di struttura, sia con secondi della tradizione come un bollito di vitello servito con spinaci arrosto.

Champagne Olivier Bonville Odyssee 319 Avize Le Couchant Grand Cru

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Quando c’è da festeggiare, a tavola non possono mancare le bollicine francesi. Il pranzo di Pasquetta è dunque l’occasione per provare un’interessante espressione di Blanc de Blancs proveniente dalla zona di Avise. Il 100% Chardonnay Odyssée 319 di Olivier Bonville e Ferdinand Ruelle è un viaggio nei 319 villaggi della Champagne per presentare la ricchezza del terroir di questa regione. Cremoso, aggraziato e dalla piacevole acidità, al naso rilascia aromi di pesca e albicocca che si uniscono a sentori di fiori bianchi. Al palato conquista per la sua rotondità seducentemente complessa, con un finale soave e leggermente sapido che lo rende perfetto da degustare con un’insalatina tiepida di mare a base di seppie e crostacei.

Castelfiora 2020 Tombolini

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Rappresentativo della famiglia Tombolini e della zona dei Castelli di Jesi, Castelfiora è un verdicchio il cui nome è stato coniato nel 1972 da Giovanni Tombolini come omaggio alla moglie Fioretta e al Castello di Staffolo, simbolo della proprietà di famiglia. Un bianco che spicca per la sua longevità, fresco al sorso anche dopo anni di affinamento in bottiglia (o meglio in anfora, come viene chiamato il caratteristico contenitore in vetro il cui design è stato perfezionato e reso contemporaneo proprio da Tombolini). Frutto dei migliori vitigni della tenuta, Castelfiora affina in barili di rovere francese e otri di ceramica. Al naso rivela note di vaniglia, fiori bianchi e timo, mentre alla beva è balsamico e strutturato, con leggere note di rovere e una lunghezza in bocca che rivela un profondo equilibrio. Sulla tavola di Pasquetta si abbina a carni bianche e risotti ai frutti di mare.

Fiorfiore, Umbria Grechetto IGT 2018, Roccafiore

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L’elegante bottiglia di Fiorfiore, con la sua etichetta immacolata, racchiude un’inedita interpretazione del Grechetto: quello presente esclusivamente nella zona di Todi che, al contrario di altri cloni, presenta aromi sorprendenti, struttura e complessità. Da Roccafiore, cantina umbra fondata dall’imprenditore Leonardo Baccarelli, il Grechetto di Todi affina dodici mesi in grandi botti di rovere di Slavonia ed esprime il suo miglior potenziale tra i 3 e i 4 anni dopo la vendemmia. Dal colore giallo paglierino, al naso rivela sentori di ananas, mela e fiori gialli, mentre al sorso è fresco, piacevolmente sapido e minerale. Si abbina con pesce in umido, verdure e sauté di vongole.

Bindella Vino Nobile di Montepulciano DOCG Toscana 2017, Tenuta Vallocaia

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Il Vino Nobile di Montepulciano arriva sulla tavola del pranzo di Pasquetta con Bindella. Sangiovese delle “sabbie” proveniente dalle zone di Vallocaia e Camparone, è un vino rosso energico, sottile e teso, dalle note floreali eleganti. I suoi tannini si prendono il giusto tempo per trovare il proprio equilibrio, risultando armonici alla beva e donando struttura al gusto. Sentori di giaggiolo, rosa e frutti rossi incontrano le note balsamiche date dall’affinamento in bottiglia, mostrandosi con uno splendido colore rosso rubino nel bicchiere. Le piccole percentuali di vitigni autoctoni come Colorino, Canaiolo e Mammolo, lo rendono un vino di grande tipicità, da accompagnare a formaggi stagionati, primi piatti con sughi di carne e selvaggina.

Chianti Classico Gran Selezione Poggiarso 2018, Castello di Meleto

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Con il Chianti Classico Gran Selezione Poggiarso, sulla tavola di Pasquetta arriva tutta l’eleganza di un’autentica espressione di Sangiovese. Un vino che nasce nella più fredda delle tenute del Castello di Meleto, dove il clima estremo stimola lo sviluppo di intensi profumi. Dal color porpora brillante, con l’affinamento sviluppa riflessi granati, mentre al naso lascia percepire aromi di cassis e frutti rossi. Fresco e vivace alla beva, è caratterizzato da tannini netti ma non aggressivi, mentre il finale è lungo e intensamente gustoso. Da apprezzare insieme a carni rosse e formaggi stagionati dall’intensità non troppo marcata.

Château d’Yquem

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Da servire come gran finale, oppure da versare nel bicchiere a inizio pasto accompagnando un ricco aperitivo base di stuzzichini salati, frittura di pesce e salumi delicati. Qualunque sia la sua collocazione nella degustazione, gli ospiti del pranzo di Pasquetta resteranno piacevolmente colpiti da Château D’Yquem 2019. Espressione di un luogo incantevole nel cuore della zona di Sauternes nella Borgogna meridionale, mosaico di terreni di differente natura, deve il suo ricco aroma alla muffa nobile Botrys Cinerea che colpisce l’uva e, per sublimazione, dona al vino un gusto unico nel suo genere. Il processo ancestrale di vendemmia selettiva, la delicata vinificazione in cantina e il processo d’invecchiamento fanno il resto e danno vita alla nobile espressione di Château d’Yquem.

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