Dove mangiare (e bere) alla Milano Fashion Week 2024
Le novità milanesi per chi cerca un rifugio pre o post sfilata all’insegna del buon cibo e dei cocktail d’autore.
Gesto
Il locale che dal 2016 si è fatto conoscere dai milanesi per i suoi aperitivi serviti sulle lavagnette ha cambiato look e rinnovato il format. Il nome è ancora Gesto, ma la sua anima si è evoluta, abbracciando una cucina più articolata che propone una selezione di tapas da condividere e portate principali caratterizzate da ricette plant-based e piatti a base di carne e pesce. Il panino fritto con genovese e Parmigiano Reggiano 24 mesi richiede il bis, insieme alla baby iceberg al bbq servita con salsa aioli e un fondo vegetale. Nella sala interna si trova un nuovo bancone, dove la bar manager Alessia Bellafante serve signature drink del menu “Disco Malinconia” con cocktail freschi dalla nota bitter come Melancholia o il Nutty Negroni a base di rum e mezcal. Una saletta privata consente di cenare separati dal resto del locale e, su richiesta, ospita anche una formula karaoke.
Giacomo Bistrot
Lo storico gruppo Giacomo Milano negli anni ha conquistato via Sottocorno con diverse aperture. Giacomo Bistrot è senz’altro la più affascinante, con i suoi interni realizzati da Laura Sartori Rimini e Roberto Peregalli, che hanno reso una grande libreria la protagonista dello spazio. In questo salotto raffinato, con un bancone bar che accoglie gli ospiti all’ingresso del locale, lo chef propone ricette comfort e tradizionali. Si parte dal vitello tonnato e dalle crocchette di costina di maiale, per passare al risotto alla milanese o agli agnolotti del plin con anatra e faraona. Il focus sulle carni dedica una pagina del menu a tagli pregiati, mentre tra i dessert sono immancabili i cannoncini. Da tenere d’occhio il calendario, grazie alla nuova serie di eventi Zig Zag con menu e cocktail pairing dedicati, che portano da Giacomo Bistrot i migliori osti e mixologist d’Italia.
Giardino Cordusio
Al piano terra di Palazzo Cordusio Gran Melià, nuovo indirizzo di ospitalità 5 stelle milanese, si trova il cocktail bar Giardino Cordusio, curato da Sunset Hospitality Group con la consulenza dell’imprenditore e mixologist Giancarlo Mancino. Pensato come un giardino metropolitano, accoglie gli ospiti con un’imponente bottigliera e un bancone realizzato su misura con una station ergonomica dedicata alla realizzazione dei Martini cocktail, che hanno una sezione a parte all’interno del menu. Anche il cocktail del Conte trova diverse versioni in carta, tra cui spicca il Negroni al Fresco conservato in anfora. I drink di “Amaro & Amore” esaltano la tradizione della bevuta bitter, come il cocktail Carattere italiano, realizzato con Contratto Fernet e chinotto. Ad accompagnare le proposte beverage ci sono mini maritozzi ripieni di tartare di Fassona e caviale, truffle club e lobster roll, salumi e giardiniera e un sensazionale hummus di ceci.
Gloria Osteria
Il gruppo francese Big Mamma è approdato a Milano con Gloria, osteria dal look eclettico dove il rosa regna negli arredi ispirati ai gloriosi anni Sessanta. I lampadari dell’artista Jacopo Foggini colpiscono lo sguardo, insieme alle curve sinuose dei divanetti e ai pezzi d’archivio esposti nell’area consumazione sul soppalco. Il banco bar propone twist on classic come il Paloma Anderson con un taglio di mezcal e hard seltzer al mango e pompelmo, oltre a drink analcolici. La tavola si riempie facilmente di piatti da condividere come assortimenti di salumi, formaggi e stracciatella, mentre la tarte tatin ai pomodorini datterini è già uno dei cavalli di battaglia dell’indirizzo milanese. Tra i primi piatti sono imperdibili i pici “cacio e quattro pepi” e le pappardelle al ragù, servite in ampie ceramiche ovali che ricordano i pranzi della domenica in famiglia. Chi ama la carne non potrà rinunciare al Rossini Casimir, filetto di Fassona accompagnato da paté al fegato di coniglio, purè e tartufo. Il consiglio è lasciare un po’ di spazio per i dolci, a cominciare dalla torta “choco clap clap” adagiata sul mascarpone e il soufflé al cioccolato, per cui vale un’attesa leggermente più lunga.
Manna
Dopo 15 anni di attività Matteo Fronduti ha deciso di rinnovare completamente il suo ristorante e affiancare all’offerta della cena quella di un cocktail bar strutturato che vive anche in maniera indipendente. Da Manna ci si può fermare all’ora dell’aperitivo con la formula che offre “Un pezzo di porco, un pezzo di pane, olive e arachidi”; dopo cena oppure per provare un menu ad hoc tra le 18:00 e le 20:00. Al bancone c’è il bar manager Mattia Mizzi che, oltre ai grandi classici della mixology, propone cinque signature drink con basi alcoliche differenti. Chi preferisce il tequila dovrà provare Fior di pera, realizzato con il distillato di agave miscelato a sherry fino, liquore ai fiori di sambuco, lime e pera in salamoia, mentre i cultori del bitter apprezzeranno Gin Rosso, che al ginepro unisce bitter e aceto di Campari.
Sachi
Altra novità di recentissima apertura, Sachi è il format di cucina Giapponese di Sunset Hospitality Group al quarto piano di Palazzo Cordusio Gran Melià. La sua grande terrazza con vista sul Duomo accoglierà gli ospiti con l’arrivo della bella stagione, mentre all’interno i tavoli ospitano già chi vuole provare le ricette dello chef Moon Kyung Soo. La sua filosofia è semplice quanto efficace: coniugare le ricette della cucina giapponese con gli ingredienti locali, per dare vita a sfumature di gusto sempre nuove. Come i friggitelli saltati in padella con il miso e serviti come se fossero un’insalata insieme a un tocco di shichimi - un’alternativa ai classici edamame. Il fritto si fa interessante con un polpo cotto prima sottovuoto e poi fritto in pastella, accompagnato da maionese allo yuzu e dalla nota piccante della siracha, mentre il “best of the best” secondo lo chef sono le wagyu karaage, polpettine con ventresca di tonno, caviale e salsa aioli al tartufo. Tra le portate di pesce spicca il branzino caramellato nel miso bianco e accompagnato da cipolla sott’aceto, diverso dal solito black cod presente nei fine dining giapponesi. Da abbinare alle portate, oltre a una ricca carta dei vini, è possibile optare per una degustazione di sake.
Sperimentale
All’interno del Moebius, cocktail bar e ristorante milanese apprezzato per la sua offerta food & beverage e per l’ambiente dal look industrial chic, lo chef Enrico Croatti si è finalmente ritagliato uno spazio dove dare libero sfogo al suo estro. Si chiama Sperimentale e si trova al primo livello del ristorante, dove una cucina è interamente dedicata agli ospiti che siedono al bancone, con vista in prima linea sulla brigata. Qui ci si lascia completamente andare, affidandosi alle sensazioni di Croatti, per provare piatti come passatelli con canocchie e il loro brodo, evocativi della Romagna, terra natale dello chef. La capasanta e il suo fondo con dodici tipologie di funghi selvatici e chips croccanti si mangiano con le pinze, mentre il crudo di Cinta Senese affinato 36 mesi arriva insieme a una crocchetta al prosciutto, sopra a un piatto rosso dalle sembianze di un maialino. Imperdibile l’assoluto di zucca del tortello e il biancostato arrostito con salsa all’aceto, pepe verde e radicchio. Per terminare, un carosello di delizie al cioccolato è in grado di conquistare qualsiasi palato.
Trattoria del Ciumbia
Ha aperto le porte a dicembre nel cuore di Brera e ha già conquistato chi cerca i sapori della cucina milanese, rivisti con un tocco contemporaneo. Le tre sale della Trattoria del Ciumbia, di cui una composta da un grande tavolo per isolarsi nascosti da tende a tutt’altezza, sono arredate con il gusto raffinato di Dimorestudio. L’ispirazione è legata agli storici locali del quartiere, mentre il menu comprende grandi classici come i mondeghili e la loro imperdibile versione nella verza. Tra i primi spicca il riso alla monzese con luganega e riduzione di nebbiolo, mentre la costoletta “Del Ciumbia” è disponibile sia in versione alta che bassa. Per il dopo cena, si scendono le scale per bere uno dei signature cocktail nel disco club, al ritmo di live dj set.