Day 2 Milano Fashion Week con Moschino, Brognano e Giada
Moschino
Maria Antonietta è volata a Tokyo ed è diventata una Harajuku girl. Jeremy Scott, Direttore Creativo della maison, immagina un look kitsch di fine diciottesimo secolo e lo reinterpreta in chiave Moschino, ovvaimente, per la stagione invernale 2020/21. I suntuosi abiti da principessa e relative crinoline, tornano in versione contemporanea perché tagliate a lunghezza di minigonne, sotto le quali spuntano cuissardes allacciati da nastri di raso con tacco svasato. Colori shock e pastello insieme, rosso e rosa, verde e azzurro, una pioggia di broccato d'oro su denim, e stampe toile de Jouy. Questa motivo tipico del XVIII secolo è stato utilizzato in tutta la collezione con i volti originali dei suoi cortigiani trasformati in personaggi come il cartone di culto Lady Oscar. Jeremy Scott ha esteso il suo gioco attraverso l'iconografia del passato aggiunge un tocco rock con biker in pelle e con toppe ricche nei colori sia nei tessuto che ricordano le tappezerie del mobilio principesco. Il finale con gli abiti torta e la crinolina con fiori 3D indossata da Gigi Hadid è stato un momento di puro divertimento visivo.
Brognano
Abbandonati i riferimenti più sportivi, Brognano si concentra sulla femminilità contemporanea. Cosa desidera una donna di oggi? Energia, comodità e sensualità. Giacche da business woman sì, ma in coppia con pantaloni alle caviglie con gli orli di tulle, completi grintosi in pelle laserata azzurra o nera, e slip dress in raso di seta nei colori pastello che si portano sopra la camicia, e lunghi abiti in tulle trasparente, il tessuto protagonista, con i colli a gorgiera per la sera. Capotti squadrati oversize con maglie sottili ma strutturate a collo alto. Le borse a spalla sono di dimensioni piccole e squadrate, così come sono squadrate le punte delle scarpe. Uno scenario che ripensa gli anni 90' oscillando tra rigore e frivolezza, dalla tuta in pelle con maxi fiocco al goth romantico del tulle e della seta dei top con pettorina di rouches. Semplice, ma d'effetto, è lo stile del nuovo millennio.
Giada
Sottrarre per arricchire, in una dichiarazione d'amore al'eleganza più minimale per la collezione GIADA A/I 20/21. Gabriele Colangelo, Direttore Creativo di GIADA, immagina una donna felina nell'incedere e delicata nell'apparire. La silhouette è allungata, le proporzioni sono asciutte eppure oversize. Le linee pulite, la qualità sartoriale, la sperimentazione continua nelle lavorazioni e una poetica dell'astagionalità, fanno di questo brand l'amplificatore di un detto mai dimenticato "less is (always) more". Ci sono pieghe e drappeggi ad ammorbidire l'incedere dei lunghi pantaloni palzzo, compaiono stecche a scolpire corpetti e fianchi, micro-top e gonne a ruota. Da notare la sperimentazione nei tessuti dei capispalla, realizzati in un mix di alpaca e cashmere, lana rasata, georgette stropicciata, sete e nappa. Accessori con pietre che ricodano il marmo, anche per le punte delle scarpe; incursioni design con le borse a secchiello o con i manici gioiello. E non poteva mancare un omaggio alla cultura. La sfilata, svoltasi all'interno della Biblioteca Braidense di Milano ha contribuito con una donazione volta al restauro dei periodici storici della Biblioteca, vero patrimonio storico e culla dell'intellighenzia milanese.