L'alba nuova di Armani
«Ho lavorato sul recupero di una classe che si è persa nel tempo... Volevo che questa collezione fosse elegante in maniera moderna». Cosí nella sale del Petit Palais Giorgio Armani racconta l'autunno-inverno prossimo della sua Armani Privé. E immagina un'alba, nuova. Scandita da una palette cromatica delicatamente armaniana. Fatta di verdi giada, di azzurri acquei, di rosa poudre in un rincorrersi delicato di trasparenze e luminescenze. «Ho cercato di trovare la centratura tra passato e futuro. In tutta la collezione ho voluto giocare con la luce, tra rigore e leggerezza, per dare a questa donna un'allure differente». E le ragazze che calcano la scena sono altere ed eteree. Calcano il pavimento di mosaico quasi fluttuando. E mentre sfilano sembrano danzare leggere nel loro incedere e nelle piroette che compiono davanti a un front-row stellare con Nicole Kidman, Keith Hurban, Claudia Cardinale, Zendaya, Alexander Skarsgard... Davanti ai loro occhi si materializzano architetture evanescenti anche quando mimano forme da ballgown tradizionale. Il nudo punteggia la passerella a raccontare una femminilità delicatamente esibita. E su tutto aleggia un profumo di folk urbano. «Ho voluto rileggere un periodo fondamentale del mio lavoro tra la fine degli anni 80 e l'inizio dei 90. Ho cercato di portarlo nell'oggi regalandogli il tocco prezioso dell'alta moda», ha concluso lo stilista. Che in un racconto sussurrato ha evocato in daywear maschile, decorato da leziosi pois, e un eveningwear onirico. Di corpetti che segnano la figura e di gonne fluide realizzate con sovrapposizioni materiche differenti. A ricreare superfici acquatiche illuminate da raggi lunari. «Negli anni 80 i miei collaboratori e il mio staff mi spingevano a lanciare l'alta moda ma io non mi sentivo ancora pronto... Quando ho deciso di lanciare la Armani Privé nel 2005, sono stato felice perché la couture mi ha aiutato a esplorare una dimensione di creatività e di libertà ma anche di grande artigianalità che mi affascinano e che mi permettono di osare e sperimentare a livello creativo», ha concluso il designer.