Design

Gen D. Chi sono i nuovi designer che faranno la differenza alla Milano Design Week 2024

Arrivano dal Brasile, dall'America e dall'Italia con direzione Milano: chi sono i designer emergenti da conoscere e seguire anche dopo il Salone.

Bingo collection di Palma (Courtesy Palma)
Bingo collection di Palma (Courtesy Palma)

Chi sono i nuovi designer pronti a fare la differenza di questa edizione della Design Week 2024? Li chiameremo GenD, generazione designer, per meglio restituire i contorni del profilo contemporaneo dei pensatori e creativi dell'oggi impegnati a definire un domani migliore. I loro progetti si nutrono di collisione, contaminazione e intersezione con l'intento di captare le esigenze del vivere e dell’abitare prossimi. Nel loro lavoro ci sono le idee nate nel rispetto del passato in prospettiva di un futuro poliedrico, il riflesso di una società, si spera, più consapevole di prima. Li abbiamo incontrati per osservare da vicino i meccanismi di creazione e visione attraverso i quali un concetto diventa spazio, oggetto oppure esperienza. E dove la pratica del crossing disciplinare è il solco più profondo che li accomuna. 

Verso presenta PALMA, l’enigma del Brasile

Cleo Dobberthin e Lorenzo Lo Schiavo di PALAM (Ph. Ruy Teixeira)
Cleo Döbberthin e Lorenzo Lo Schiavo di PALAM (Ph. Ruy Teixeira)

Arrivano a Milano da San Paolo insieme a Verso Gallery di New York e sono un duo. Cleo Döbberthin, artista poliedrica e Lorenzo Lo Schiavo, architetto, si incrociano tra i banchi della facoltà di architettura per poi ritrovarsi casualmente 10 anni dopo e riconoscere reciprocamente delle affinità nel progettare e pensare a doppia velocità su quattro corsie. Lo fanno a largo raggio con uno sguardo curioso applicato a una moltitudine di scale e tipologie. Firmano libri, mostre, spazi, oggetti. Bingo è il nome della collezione di complementi in mostra alla Design Week, già presentata con successo nell’edizione di Alcova Miami a fine 2023, nata con l’idea di esplorare l'estetica dei giochi da tavolo e di combinarla alle tecniche artigianali tradizionali di produzione locale brasiliana. Con i PALMA fibra di cocco, fibra di vetro, resine e pittura acrilica diventano i materiali con cui plasmano e definiscono la ritmica ottica del gioco degli scacchi. Un lavoro materico, vivo. “Crediamo in un approccio remix, un processo alla Frankenstein, dove anche l’Intelligenza Artificiale è la benvenuta. Cultura popolare, il supermercato all'angolo, Palladio: per noi è importante generare connessioni impossibili e cercare di farle funzionare”. E a proposito dell’A.I “la cosa più importante che dobbiamo fare nel 21° secolo è imparare a fare domande, altrimenti continueremo a ricevere solo risposte generiche e piatte”. La loro energia è palpabile, tanto da innescare nuove dinamiche circolari coinvolgendo la comunità creativa del quartiere di San Paolo in Design at Barra Funda, happening di loro creazione diventato in pochissimo tempo un appuntamento bi-annuale dove le gallerie e gli studi di progettazione sono invitati a fare network e a presentare al pubblico ciò che c’è di nuovo. 

Dove vedere il lavoro di PALMA con Verso Gallery: via Vincenzo Gioberti 1

Bingo collection di Palma (Courtesy Palma)
Table lamp di Bingo collection by Palma (Courtesy Palma)
Sgabello e table lamp di Bingo Collection presenti alla Design Week con la Gallery Verso (Courtesy Palma)

Il rigore monumentale senza tempo di studioutte

Patrizio Gola e Guglielmo Giagnotti di studioutte (Photo Vilhelm Björndahl)
Patrizio Gola e Guglielmo Giagnotti di studioutte (Photo Vilhelm Björndahl)

Si sono fatti conoscere nel panorama internazionale durante la Design Week 2023 e adesso è il loro momento. Si chiamano studioutte, scritto minuscolo e attaccato in un omaggio al concetto di capanna e rifugio, e sono un duo di architetti e designer. Dopo varie esperienze nell’ambito della progettazione in Belgio e in Italia,  hanno messo radici a Milano per fare germogliare il loro pensiero progettuale. L’approccio di Guglielmo Giagnotti e Patrizio Gola è chiaro ed espressivo quanto essenziale e lineare. Presentano tre progetti diversificati uniti da un filo conduttore, il rosso. C'è il rosso porfido della collezione ROOD in esposizione all’interno di “Time Traveler” da Nilufar, il rosso del legno padouk utilizzato nella serie Limen della collaborazione con il brand vietnamita District Eight a Rho al fianco di Jean-Marie Massaud e Michele de Lucchi; e c’è il rosso mattone in seta Dedar che, affiancato all’alluminio, è protagonista del progetto personale “Sala d’Attesa" allestito nello studio di via Venini. In quest’ultimo è presente la seduta ert chair, il pezzo di punta che li ha lanciati in orbita: sette assi ebanizzate e assemblate sotto l’influsso dello spirito guida neoplasticista olandese. Qui è presentata in un’inedita finitura in peltro per Monde Singulier, galleria online francese che in questo momento sta aprendo una sede a NY. “Ci sentiamo fortemente primitivi perché il nostro linguaggio vuole andare all’essenza delle forme che compongono un oggetto, così come il nostro approccio alla composizione è decisamente architettonico, indipendentemente dalla scala. Assertivo in un sottile monumentalismo di volumi e forme.” Si intuisce in loro chiaramente la volontà di tracciare un solco differente e lontano dal caos con cui la modernità convulsa prova a confonderci. E quindi è giusto provare a stare in silenzio e abbracciare il ritiro, immaginando spazi intimi ideali, magari di tutti e di nessuno che poi sono quelli che funzionano alla perfezione nell’ambito dell’hôtellerie. Che poi, di studioutte, è il sogno di domani. 

Dove vedere i progetti di studioutte: via Lancetti 34, Rho Fiera e via Giulio e Corrado Venini 90

Sala D'Attesa, la presentazione di studioutte
il coffee table della serie Limen creato per District Eight in esposizione a Rho
sgabello tondo Tabu della Rood Collection in porfido per “Time Traveler” exhibition di Nilufar (Courtesy of studioutte)
ert chair nella mostra SALA D'ATTESA, il coffee table della serie Limen creato per District Eight in esposizione a Rho; sgabello tondo Tabu della Rood Collection in porfido per “Time Traveler” exhibition di Nilufar (Courtesy of studioutte)

OBJECTS ARE BY: la piattaforma di curatela del progetto design

Phil America e Jenny D. Pham di OBJECTS ARE BY: (Ph. Fabian Gibertoni)
Phil America e Jenny D. Pham di OBJECTS ARE BY: (Ph. Fabian Gibertoni)

Ampia è l’intersezione tra le figure di designer, creativi e connettori di talenti messa al centro dell’approccio di OBJECTS ARE BY:, lo studio fondato a Milano da Phil America e Jenny D. Pham, soci di vita e d’affari, artista e direttore creativo lui, consulente in brand building nel settore della moda ed ex dirigente marketing per Versace lei. Insieme “vedono” nuove modalità di fare design attraverso un processo di sintesi, ma articolato, tra praticità, studio dei materiali e connessioni umane. Si tratta quindi di un network metissage che comprende la commistione tra scrittori, fotografi, architetti e stilisti uniti dall’impulso di creare e produrre. Il plus della loro formula sta nell’abbinare e mettere in relazione creativi e produttori con l’invito a esplorare e a espandere lo status quo di entrambi. Dal primo lancio nel 2023 di OBJECTS ARE BY: Season 1, un drop di opere in ceramica disegnate da Phil, ispirate alla linea metropolitana milanese e arricchita dai tessili della creative director Elena Flores utilizzando l’intelligenza artificiale, si arriva alla Design Week 2024 con una nuova edizione dedicata all’arte della tavola. A firmarla Rico Babybrush, in arte solo Babybrush, creativo svizzero di nascita ma italiano per attrazione, fondatore insieme a Tobias Häusler del collettivo Casella Meyer. Coinvolto dai ragazzi di OBJECTS ARE BY: lo vediamo presentare un progetto dove la specializzazione tecnica dell'aerografo abituata a passare attraverso una vasta gamma di medium - dai murales, agli abiti su misura alle iniziative digitali all’avanguardia - si mette al servizio di un nuovo ambito, quello domestico.

OBJECTS ARE BY: Babybrush con il disegno ad aerografo
OBJECTS ARE BY: Season1 (Ph. by Sha Ribeiro)
Babybrush con il disegno ad aerografo firma del progetto tableware presente al Salone e gli oggetti di Season 1 di OBJECTS ARE BY: serie lanciata nel 2023 (Ph. Sha Ribeiro)

Misha Kahn e quella visione Morphologica (con Meritalia)

Misha Kahn Photo by Joshua White, courtesy of Friedman Benda and Misha Kahn
Misha Kahn in un ritratto di Joshua White (Courtesy of Friedman Benda and Misha Kahn)

Mario Bellini, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Alessandro Mendini, Gaetano Pesce, Afra - Tobia Scarpa e Carlo Scarpa. A questi nomi illustri che hanno ideato e firmato per Meritalia pezzi di storia del design radicale e dell’arredo, possiamo aggiungere anche quello di Misha Kahn. Classe 1989, di Duluth in Minnesota, è considerato l’artista eclettico e poliedrico inserito tra i più in vista della scena ibrida della cultura polimaterica del fare. Attivo da più di 10 anni, nel suo lavoro le aggregazioni indefinite stratificate su forme generate dall’inconscio non ostacolano la produzione di oggetti possibili e utilizzabili. Con lui legno, vetro, metallo, plastica, resina, tessuti, argilla, oggetti trovati, pelliccia, componenti elettronici e pietre preziose, sono cuciti, scolpiti, soffiati, intrecciati e modellati in divani, tavoli, lampade, gioielli, arazzi e oggetti d’arte. Torna dopo un anno a Milano invitato da Meritalia, dopo la presentazione nel 2023 del volume celebrativo Casually Sauntering the Perimeter of Now edito da Apartamento, con Morphologica, una poltrona e un divano nati dalla necessità di ripensare il significato di radicalità attraverso l'osservazione irriverente dal corpo, nell’intimità del suo interno. Gangli cromatici e fluidi si innestano come organi uno sull’altro proprio come a volte ci si aggrovigliano le emozioni. L’intersezione eclettica di Kahn lo ha portato a entrare in collisione positiva anche con la moda: recente l’incursione del suo design nelle vetrine di Hermés a Ginza a Tokyo dal titolo Over The City Limit.

La collezione Morphologica per Meritalia
A Loose Understanding of the Space-Time Continuum, 2020(Courtesy Friedman Benda)
La collezione Morphologica per Meritalia e l'arazzo in mohair A Loose Understanding of the Space-Time Continuum, 2020 (Courtesy Friedman Benda)

Tags

Articoli consigliati