Andrea Tarella interpreta Giambattista Valli Haute Couture
Al confine con il fumetto, le illustrazioni di Andrea Tarella per Giambattista Valli restituiscono subito l'idea di opulenza del brand mantenendone i tratti distintivi. I capolavori dell'artista rivelano una resa volumentrica tridimensionale su un fondo energico con motivi animali e floreali.
L’O: L’illustrazione è un mezzo che ha resistito negli anni e che oggi continua ad affascinare. Come si riescono ad esprimere sensazioni, gioie, turbamenti attraverso un tratto di penna?
AT: «Ho sempre considerato il disegno una forma di comunicazione al pari dello scrivere e del parlare. Siamo tutti portati naturalmente a disegnare, c’è chi scarabocchia distrattamente i fogli mentre è al telefono e chi realizza ritratti o dipinti su tela, in tutti i casi si tratta di mettere su carta attraverso pennelli, matite, chine e colori, le proprie emozioni. Quando si decide di fare dell’illustrazione un lavoro, si allena questa innata predisposizione per riuscire a rispondere alle richieste, traducendo gli imput ricevuti in base alla propria sensibilità e tecnica utilizzata».
L’O: Il potere dell’illustrazione è quello di non avere bisogno di parole o di traduzioni per veicolare un messaggio. In che modo ti ha conquistato e perché?
AT: «Ho sempre disegnato, è sempre stato qualcosa di naturale ed istintivo. Ancora oggi, nonostante sia un lavoro, nel tempo libero lo faccio per piacere personale. È un arte che mi ha sempre affascinato ed emozionato e che ancora oggi mi piace esplorare. Mi ritrovo spesso a guardare per ore disegni o stampe osservando ogni dettaglio immaginando quale percorso e quali tecniche abbia usato l’artista in ogni passaggio per arrivare al risultato finale».
L’O: Come è cambiata oggi l’estetica femminile nel disegno? E come è cambiata l’illustrazione di moda?
AT: «La nascita e l’utilizzo dei social media hanno permesso la diffusione delle opere di tantissimi artisti in tutto il mondo. Se prima i disegni erano vincolati alla scelta dettata dai giornali, dalle pubblicità o dalle aziende, oggi ognuno trova un suo spazio per la propria interpretazione dell’estetica femminile».