Tre brands skincare appena arrivati in Italia da conoscere
Paula's Choice, Sarah Chapman e Amarey: 3 brands tutti da scoprire. Ne parlano le fondatrici Paula Begoun, Sarah Chapman e Andrea Dominique, Jacqueline e Micaela Illy.
L'esordio di Paula Begoun, la fondatrice di Paula's Choice, di fronte a una platea di influencers largamente under 30 a Milano, in occasione del lancio in Italia del brand? "Ho settant'anni e mi piacerebbe dirvi che il mio aspetto è dovuto all'uso dei miei prodotti, ma in realtà è dovuto a 2 lifting e a una serie di trattamenti di medicina estetica. TikTok? Non fatemi ridere: come fai a spiegare una crema in 30 secondi?» Licenziata dal suo primo lavoro come commessa a un counter cosmetico in un department store perchè non riusciva a nascondere la sua scarsa fede nelle promesse mirabolanti del brand, ha fondato nel 95 la sua linea skincare, ora acquisita da Unilever, il cui tratto distintivo è stato fin da subito la divulgazione scientifica, all’insegna del motto “Beauty begins with truth”: la sua è stata infatti la prima azienda cosmetica del retail ad aprire un sito web per informare correttamente il pubblico e formare gli addetti ai lavori. «Io e il mio team leggiamo, compariamo gli studi, verifichiamo i dati: guardiamo la consistenza dei panels, dei trials clinici, distinguiamo le osservazioni fatte in vivo da quelle fatte in vitro. Moltissimi brand diffondono claims e una vulgata totalmente privi di autentica base scientifica, ma che acquistano una parvenza di credibilità a furia di essere ripetuti». Il suo sito è un’enciclopedia di informazioni continuamente aggiornato. La sua assoluta certezza e il suo primo consiglio? Coprirsi di protezione solare, e utilizzare tutto l'anno, anche all'interno, indumenti in tessuti protettivi dal sole (lei li compra su Amazon). «Qualsiasi danno che possa provocare uno schermo solare, peraltro non realmente dimostrato, perchè non c'è nessuna evidenza scientifica che l'utilizzo topico di filtri chimici causi danni endocrini, è comunque inferiore al danno cumulativo prodotto dal sole sulla pelle e a cascata su tutti gli organi». Oltre al sito anche i suoi beauty pamphlet, come “40 Beauty Myths Busted” o “The best skin of your life starts here”, sostengono tesi opposte rispetto a quanto viene comunicato dalla maggioranza dei brands cosmetici. Qualche esempio: secondo Paula non è vero che la pelle si autoripari più in fretta e meglio di notte, e il massaggio del viso, manuale o con tools, non ha alcun effetto lifting, ma anzi contribuisce al degrado delle fibre di collagene ed elastina e in ultima analisi alla perdita di tonicità della pelle. Convinta sostenitrice del ruolo chiave dei peptidi e degli antiossidanti, la Begoun sta indirizzando la ricerca del brand, di cui ora è consulente, verso l’integrazione delle scoperte legate alla scienza della longevità, con una particolare attenzione ai peptidi, ai nuovi retinoidi e ai prebiotici e polisaccaridi derivati dai funghi.
15000 facials all’anno: sono i numeri della sua beauty clinic londinese in Sloane Square, Skinesis, inaugurata nel 2015. E anche se Sarah Chapman ne attribuisce il successo sostanzialmente al passaparola, è ovvio che clienti come Victoria Beckham e Megan Markle aiutano. La Chapman era già ricercatissima come facialist, grazie alla sua tecnica reinvigorente e drenante del massaggio del viso quando ha lanciato nel 2008 la sua linea cosmetica con un approccio che definisce “face to formula”. Perchè la linea nasce oltre che da una costante attenzione alla ricerca scientifica più avanzata proprio dall’estrema competenza maturata sulla pelle. «Non creiamo prodotti in base ai trend, il mio hero ingredient è sempre stata la vitamina A, anche se negli ultimi anni seguo con particolare attenzione le ricerche su peptidi e staminali. Penso che un prossimo salto di livello si dovrà ai retinaldeidi incapsulati, che consentiranno di realizzare formule effettivamente in grado di far ringiovanire la pelle. Comunque le nostre formule sono sempre state cutting edge, molto più avanzate di quelle che offre in contemporanea il mercato». Il suo prodotto di culto? «Overnight Facial, un vero beauty sleep in a bottle. Oltre che per la sua efficacia piace perchè profuma come un giardino fiorito. All’epoca del lancio c’erano tanti brand firmati da dermatologi e medici estetici, efficaci ma non goduriosi, mentre tutti i miei prodotti sono addittivi anche da un punto di vista sensoriale. E ci tengo a sottolineare che la profumazione dei prodotti è dovuta all’utilizzo non di aromi, ma di oli di gelsomino, ylang ylang etc, che aggiungono le loro virtù benefiche a quelle degli altri componenti».
«Siamo cresciute in una famiglia in cui il rispetto per l’ambiente e per il caffé sono principi sacri», raccontano le tre sorelle Illy, Andrea Dominique, Jacqueline e Micaela, che hanno appena lanciato il brand di skincare rigenerativo Amarey, che significa “possiede grande forza” in Yoruba. «Una linea semplice e funzionale per incentivare il consumo consapevole, offrendo la massima performance con il minimo impatto. Fin da ragazzine passavamo le vacanze estive in barca e l’ordine tassativo di mio padre, che voleva stare il più possibile lontano dai porti, era di non portare con noi cosmetici per produrre il minimo possibile di rifiuti. Così abbiamo cominciato ad usare come scrub i fondi della moka, mischiati all’olio d’oliva. E a casa continuavamo a farlo, convinte dai risultati. Questo è stato 12 anni fa. Poi quello che è nato come un gioco è diventato un progetto di assunzione di economia circolare: il caffé è un’importantissima risorsa di antiossidanti e ci fa arrabbiare che sia così poco riconosciuto! Per noi è il superfood per eccellenza,in grado di stimolare la circolazione e ridurre le infiammazioni. Lavoriamo con l’arabica, utilizzando tutto quello che non viene utilizzato nel settore alimentare: basti pensare che il chicco che si utilizza per il caffé rappresenta meno del 10% della biomassa. Noi lavoriamo con tutte le componenti, la polpa, il fiore e in particolare con la pellicola argentata, la silver skin, la buccia ricchissima di attivi i cui benefici sono stati studiati soprattutto in Cina,e stiamo verificando anche gli attivi delle foglie. Ci appoggiamo all’Università del Caffè (di Illy, nda) e a Biofarma e poi lavoriamo con diverse aziende cosmetiche alla realizzazione del nostro skinfood. L’estratto di caffè rigenerato che stiamo cercando di brevettare è in tutti e 4 i prodotti che abbiamo lanciato (detergente, siero e crema viso, più uno scrub corpo), poi nel siero prevale il fiore, lenitivo oltre che antiossidante, nella crema c’è più caffè verde perché l’olio di caffé verde è particolarmente ricco di acidi grassi e buono per riparare la barriera idrolipidica. La nostra famiglia ci ha trasmesso l’ ambizione e il rispetto per la salute del pianeta e quella personale: non ci siamo ispirate a storie di successo nel mondo del beauty per lanciare Amarey, l’ispirazione è nostro nonno Ernesto».