Express yourself: la linea makeup di Valentino
Contenitori refillable, textures versatili, una palette amplissima: Raoúl Alejandre, global makeup ambassador, racconta la nuova linea beauty di Valentino.
Lanciare una nuova linea di makeup in un mercato affollato e super competitivo è sempre stata una scommessa rischiosa, anche per case di moda all’apice della fama e con progetti in cui tutto in teoria sembrava coerente e destinato al successo, dal packaging al prodotto, dalla consistenza con i valori e l’estetica del brand al makeup artist superstar di riferimento. Basti pensare che prima del recente successo di Gucci, che comunque non è partito immettendo sul mercato una linea completa ma sta costruendo il suo makeup drop by drop, bisogna risalire parecchio indietro nel tempo per trovare dei precedenti. Al 2013 per il lancio di Marc Jacobs, al 2011 per Tom Ford – preceduto dal test dell’immissione sul mercato dei soli rossetti – e al 2009 per Dolce & Gabbana. Nel caso di Valentino l’associazione di idee tra la moda di Pierpaolo Piccioli, con la sua palette di colori flamboyant, e l’idea di un makeup è istintiva, “simbiotica” nelle parole del designer, tanto più considerando l’audacia poetica del trucco realizzato da Pat McGrath per le sfilate, in particolare per la couture. E le affinità tra moda e beauty non si limitano a nuances e finish, ma riguardano un’identica ricerca di leggerezza, ottenuta nella couture costruendo il volume senza bisogno di strati di sostegno e nel trucco con un’esclusiva tecnologia Light-Lasting messa a punto da L’Oréal per textures prive di spessore materico. Come global ambassador Pierpaolo Piccioli ha scelto Raoúl Alejandre, makeup artist (e fotografo) di origini messicane basato a Los Angeles, molto seguito sui social per il suo lavoro con celebrities come Halsey, Zendaya e Willow Smith, la sua comprensione delle possibilità offerte dal digital – per Dazed ha concepito un servizio makeup interamente realizzato in Photoshop – e per l’abilità nel giocare su Instagram con la propria immagine. Il suo stile? Un makeup impattante, riconoscibile per gli occhi iper grafici da creature dello spazio, le reinterpretazioni ultra glam del maquillage di Cleopatra, o gli zigomi scolpiti e lo sguardo allungato con macchie di colore come negli anni ’70.
L'OFFICIEL ITALIA: Come definiresti il tuo stile makeup? Cosa lo rende riconoscibile?
RAOÙL ALEJANDRE: Amo sperimentare, non c’è niente che non abbia provato almeno una volta, perché il makeup è un’espressione dell’energia individuale che ci permette di raccontarci per come siamo. Nella avventura con Valentino Beauty riesco più che mai ad esprimermi con makeup inusuali, geometrici, genderless.
LOI: In che modo la moda di Valentino e il lavoro di Pierpaolo Piccioli sono una fonte di ispirazione nel tuo percorso di creazione?
RA: La moda di Valentino è sempre stata un sogno per me. Fin da quando ero un ragazzo e non potevo permettermi di acquistarla ho sempre sognato i suoi abiti meravigliosi. Amo soprattutto il color blocking, credo che sia una dichiarazione di intenti, di unicità. In Valentino – moda e makeup – i colori sono un vero e proprio proclama: il rosso è romantico, il rosa è punk. Le diverse combinazioni sono più che mai veicolo di espressione di personalità.
LOI: Contenitori refillable, textures versatili, una palette amplissima, per matchare tutte le sfumature di pelle, tutti i mix di razze, 50 rossetti ultra luminosi anche in versione mat, incluso il Rosso 22 nel carminio infuso di fucsia trade-mark di Piccioli, che è anche il colore del pack, 40 tonalità di fondotinta semi matte, al tempo stesso leggerissimo e coprente, matite, glitter...
RA: La linea è inclusiva, no gender, per tutte le etnie ma anche per tutte le età, un altro beauty tabù da abbattere.
LOI: Qual è il tuo prodotto preferito?
RA: Trovo la Go Clutch un oggetto stupendo, adoro portarla a tracolla. Dovendo scegliere un solo prodotto, sceglierei il Twin Liner, la matita – eyeliner con doppio applicatore, fondamentale per disegnare sui visi come ho fatto per la campagna del trucco.
LOI: Ho letto della tua ammirazione per Serge Lutens, Richard Avedon, Irving Penn, Dalí, Siouxsie Sioux, e dell’influenza che ha avuto sul tuo stile il glamour della vecchia Hollywood. Ci sono altri fotografi, truccatori, artisti che rappresentano una fonte di ispirazione?
RA: Credo che Pat McGrath sia un modello di ispirazione non solo per la sua immaginazione e genialità tecnica. Come membro della comunità LGBT+ sono sempre stato affascinato dal suo carisma e dalla sua forza, è stato il suo successo ad aprire la strada a molti di noi.