Beauty

Make-up innovator: l'intervista a Gucci Westman

Con Westman Atelier ha conquistato le addict della clean beauty.
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«I miei erano super health conscious, e io sono cresciuta tra Svezia e California  seguendo una dieta vegetariana totalmente priva di zuccheri. Il mio stile di vita è sempre stato conseguente, e la mia linea trucco non poteva che essere clean e responsabile», racconta Gucci Westman. Sposata all’ex designer di Rag & Bone, makeup artist di fiducia di attrici che compaiono regolarmente nei suoi video su Instagram, direttrice creativa per cinque anni del makeup Lancome e nei successivi otto di quello Revlon, Gucci ha lanciato la sua linea, Westman Atelier, nel 2018. Tra gli incontri fondamentali nella sua carriera, proprio agli esordi, Spike Jonze, che l’introduce nel mondo del cinema all’epoca di “Being John Malkovich”, e Grace Coddington, la leggendaria fashion director di Vogue americano. «Con  Revlon eravamo molto vicini a lanciare una linea green da Barneys, quando è stato bloccato tutto. Ho capito che era arrivato il momento di creare una linea tutta mia, all’insegna del rifiuto di qualsiasi compromesso, interamente fondata sull’innovazione, utilizzando ingredienti clean alternativi a quelli usati abitualmente, ad esempio olii light al posto dei siliconi. Ero partita con l’idea di una linea organica, ma in otto mesi ho capito che il livello della performance non sarebbe stato quello che volevo. Allora ho compilato una lista nera di tutto quello che non volevo, poi mi sono rivolta a diversi laboratori in Asia e in Europa, tenendoli costantemente sotto pressione, per oltrepassare i limiti della cosmetica mainstream. Ho voluto creare un makeup dall’effetto assolutamente naturale, easy to blend, intuitivo da usare, che regalasse alla pelle una sensazione di leggerezza, confort e nutrizione, e che si fondesse con la grana epidermica invece di stratificarvisi sopra. Tutti i prodotti sono stati complessi da realizzare perché la sfida era riformularli con ingredienti clean e più sicuri di quelli usati abitualmente. In particolare il mascara è totalmente innovativo perché la formula è stata ripensata in tutti i suoi componenti. È a base di un estratto della corteccia d’acero utilizzato come agente filmogeno, idratante e nutriente, semi di girasole, carnauba e cera d’api per rendere più spesse le ciglia, estratto di radice di cicoria dall’effetto volumizzante, mentre i conservanti sono derivati dell’olio di cocco».

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In  Lip Suede quattro diverse tonalità di rossetto riunite in un’unica boite permettono di dar vita a tantissime combinazioni: «è stato difficile trovare una cera non sintetica, siamo riusciti a sostituirla con un mix di oli di ciliegia e marula, più peptidi biomimetici per stimolare la produzione di collagene per un effetto rimpolpante. E siccome non puoi ottenere un rosso brillante o un rosa acceso da ingredienti naturali, ho utilizzato pigmenti sintetici in colori bright incapsulati con ingredienti clean, impedendone l’effettivo contatto con la pelle». Gli ombretti Eye Pods contengono emollienti derivati dall’olio di cocco ed estratti di riso, il blush in stick Baby Cheeks olio  di jojoba bio, argilla bianca ed estratto di lampone. Una lista di componenti che le hanno assicurato l’adesione entusiastica delle puriste della clean beauty, anche se negli ultimi anni sempre più brands mainstream dichiarano formule largamente a base di ingredienti naturali. «So quanto sia complesso riformulare e reimpostare l’identità di un grosso brand, ma naturalmente più i grandi marchi investono sugli ingredienti clean e più facile sarà per tutti reperirli». Gucci racconta Westman Atelier con tutorial in prima persona su YouTube e Instagram («la gente pensa che io abbia una bella pelle, ma non è vero»), e in video con le amiche star, Julianne Moore, Kate Hudson, Reese Witherspoon, Michelle Pfeiffer. In modo atipico per un’imprenditrice che potrebbe concentrarsi esclusivamente sul suo brand, vi parla anche di linee che ammira: Costabrazil, Tata Harper, In Fiore, Ubuna, WelleCo… Per i packaging ha scelto una estetica minimalista, improntata ai profumi da viaggio di una volta: «Comincerò col lanciare quest’anno un primo prodotto ricaricabile, ma l’idea è di adattare in questo senso tutta la linea. E poi sto sviluppando un piccolo progetto attorno al profumo, non una fragranza, e  sto pensando a una linea di integratori».

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