La tribù degli "Uomini Fiore" nel nuovo libro di Assouline
Colline ricoperte da ginepri e ulivi selvatici, greggi di capre, villaggi con case di mattoni di fango. L’altipiano della provincia dell’Asir, nella regione più montuosa dell’Arabia Saudita, è una enclave segreta, nascosta da un labirinto di montagne che raggiungono anche i tremila metri.
Isolata, remota, uno dei luoghi più inaccessibili e inospitali del Pianeta. Ed è qui che vive la tribù degli Uomini Fiore, un soprannome che si deve all’usanza di indossare ghirlande di fiori e foglie intrecciate sul capo. Alcune sono semplici collane di fiori, altre calotte con complicati intrecci, e ancora turbanti colorati, che insieme agli occhi bistrati segnano il contrasto con gli abiti arabi e i pesanti pugnali in argento portati in vita.
È una tribù la cui fierezza e bellezza riescono a catturare le fotografie di Laziz Hamani, Ibrahim Sarhan e Ziyad Alarfaj, autori degli scatti del libro “Flower Men”, edito da Assouline come parte di una collezione di sei coffee table book sull’Arabia Saudita, nonché le parole di Bruno Doucey, autore dei testi e editore che in passato si è già confrontato con luoghi remoti e temi vicini all’essere umano, dal punto di vista scientifico, letterario e spirituale.