Vista su (tutte) le Eolie: dalla terrazza del Therasia
Il resort di Vulcano è la base ideale per partire alla scoperta delle Eolie. Ma anche per vederle semplicemente da lontano, tutte insieme. Magari al tramonto, con un buon bicchiere di vino dell'Etna.
Trekking al Gran Cratere, giri in bicicletta per strade fiancheggiate da canneti, palme e oleandri, la circumnavigazione in barca dell’isola, magari una visita a un’altra delle Eolie (Panarea è a un’ora di aliscafo, Filicudi a una e mezzo).. tutti i buoni propositi di chi visita Vulcano rischiano di rimanere tali quando si arriva sulla grande terrazza del Therasia, sul promontorio di Vulcanello, di fronte ai faraglioni di Lipari. Perché è difficile staccarsi da una vista che abbraccia tutte le isole dell’arcipelago, partendo da sinistra con Alicudi, Filicudi, Salina (che spunta da Lipari, grande e vicina, proprio di fronte), fino a Panarea e Stromboli. Con la sua infinity pool turchese in contrasto col blu profondo del mare, i caratteristici cactus simili a pouf tutt’intorno, la luce dorata, una ventilazione costante che allevia il calore rovente dell’aria, la terrazza invita alla lettura, al daydreaming, alla conversazione, al godersi lo scorrere del tempo, segnato solo dal variare della luce fino al tramonto fatto ogni sera di sfumature diverse, e dal volo dei gabbiani, che arrivano a frotte a bere in piscina, allineandosi sul bordo. Non più inquietanti predatori di cibo come a Venezia, ma piccoli e audaci, simboli della libertà del volo come ne “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach.
Gli ultimi bagliori del tramonto si vedono anche dalle grandi vetrate de "Il Cappero", il ristorante 1 stella Michelin ora sotto la guida dello chef Onofrio Pagnotto, un percorso di formazione che comprende anche il NOMA. Il menu degustazione, di 5 o 7 portate, cambia ogni giorno, fondato sulla presenza di uno, massimo 2 ingredienti per piatto, in modo che la lavorazione con tecniche diverse di ogni parte della materia prima porti all’esaltazione del gusto nella sua totalità, concentrando l’attenzione sulle varie sfumature del singolo elemento. Una cucina basata sull’utilizzo di prodotti dell’orto biologico, e materie prime provenienti da pesca sostenibile e piccoli allevamenti locali. Fino al dolce, che si gusta non al proprio tavolo, ma al piano di sopra, seguendone la preparazione realizzata a partire da ingredienti di propria scelta: fave di cacao, cioccolato di Modica, chicchi di caffè, pistacchi, gelatine di mandarino… A meno di non scegliere l’altro ristorante stellato del resort, il vegetariano "I Tenerumi", 1 stella rossa e 1 stella verde Michelin, sotto la guida di Davide Guidara, o una pizza all’Arcipelago. Si pranza invece bordo piscina sotto il tetto di cannizzi e le lampade di metallo marocchine verniciate di bianco de "I Grisoni", dal nome locale dei cactus tutto attorno alla piscina. Una cucina gustosa, dal pane cunzato ai maccheroncini trapanesi con pesto eoliano fatto di pomodori secchi, capperi, ricotta e mandorle, da concludere con la cassata e i classici cannoli siciliani.
Gli interni dell’hotel spaziano dalle volute color acqua dello spazio living al piano terra, pieno di piante verdi e orchidee bianche, e le stanze che privilegiano i materiali locali, pietra lavica, cotto, legno di cedro e di olivo.
Un (frequente) servizio shuttle di pochi minuti collega fino a alle 11,30 di sera il resort al porto coi suoi bar, ristoranti e negozietti, mentre per gli amanti dello jogging c’è un percorso naturalistico di un km e mezzo che parte dall’ingresso del Therasia. Tra le esperienze proposte dal resort, anche la visita a una delle cantine fornitrici, Soffio sulle Isole, per l’aperitivo in vigna, alle spalle del cratere e con una bella vista su Salina.