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Destinazione Singapore: hotel, ristoranti e indirizzi segreti da scoprire

Destinazione ideale per uno scalo prolungato sulla rotta dell'Australia o dell'Indonesia, la città giardino merita molto più di un pit stop. Sia come modello di sviluppo sostenibile, sia per la sua cultura melting pot. 

Gardens by the Bay
Gardens by the Bay
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La Rhapsody a Gardens by the Bay
Marina Bay Sands
Lo skyline dalla piscina dell'Artyzen hotel
Una città-stato dallo sviluppo tutto in verticale, dove i grattacieli integrano i giardini nel segno del biophilic design, e l’autosufficenza energetica dei singoli edifici è un obiettivo in molti casi già raggiunto, dove la circolazione è infinitamente meno caotica che nelle altre capitali asiatiche grazie a un efficente sistema di metropolitana, dove la convivenza senza attriti di etnie, culture e religioni diverse è perseguita attivamente dal governo, al punto da bacchettare ufficialmente gli influencers che all’estero si sono schierati nel conflitto in Medio Oriente. Dove i grattacieli vengono demoliti per fare spazio ad altri più moderni ed efficenti  che sorgono in tempi serrati, dove non vedi homeless perchè lo stato si prende cura di chi non ha risorse. Una città che esporta tecnologia, ma che richiede che i paesi che la ricevono non si limitino a pagarla, ma inviino giovani laureati. 

La natura lussureggiante è una presenza importante già sulla strada che dall’aeroporto porta al centro, e raggiunge l’apogeo in Gardens by the Bay, inaugurato nel 2012, assolutamente imperdibile coi suoi 18 scenografici Supertrees alti dai 25 ai 50 metri collegati da una passerella a 22 metri d’altezza che offre una vista straordinaria, il Flower Dome, la più grande serra al mondo, e la spettacolare Cloud Forest, un giardino verticale di 35 m d’altezza. Se Chinatown, coi suoi tanti ristoranti, le case colorate e il tempio (Instaworthy) Thian  Hock Kheng, dedicato alla dea del mare Mazu, è il quartiere più celebre, la zona più cool è quella, tra Emerald Hill e Katong, delle shophouses Peranakan, le case colorate dalle finestre intagliate con il motivo della farfalla abitate dai discendenti nati a Singapore dei mercanti malesi, indonesiani, cinesi sposati con donne locali. Una cultura meticcia da comprendere all’omonimo museo e da Ruma Kim Choo, shophouse che oltre a vendere i tipici dolcetti a base di cocco, tapioca, zucchero di canna, miele e melassa, e coloratissime pantofoline ricamate di perline conserva l’arredamento tradizionale, da un letto da sposa cinese degli anni 20 alle ceramiche pastello di Guangzhou. Ed è qui, sulla Joo Chiat Road, che si trovano gli indirizzi per uno shopping particolare, dalla em gallery, con abiti, accessori e oggetti per la casa realizzati in tessuti tie-dye cambogiani e bianchi e blu laotiani da una designer giapponese, a  Tiger & Arcadia, coi suoi originali oggetti per la casa.
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Una stanza dell'Artyzen Hotel
L'interno dell'ascensore dell'Artyzen
Il bar Florette del Pan Pacific Orchard Hotel
The Coconut Club
Singapore Sling al Long Bar del Raffles
L'Atlas Bar
Da vedere la National Gallery, la più grande collezione pubblica d’arte moderna del sud est asiatico, esposta negli edifici che erano la sede della corte suprema e della City Hall uniti nel 2018 da una vela d’oro. Un hub culturale concepito come uno spazio lifestyle per la città, con otto ristoranti tra cui  un 3 stelle Michelin. Per gli appassionati di arte contemporanea ci sono le gallerie concentrate nelle Gillman Barracks, quelle che erano le case in stile coloniale, bianche profilate di nero, degli ufficiali all’epoca dell’impero britannico.

Singapore è una meta perfetta per i foodies, che possono spaziare dal cibo street del mercato Lau Pa Sat, la cui struttura in ferro fu fatta arrivare da Glasgow nell’800,  a una profusione di ristoranti stellati, asiatici e no, come Jaan by Kirk Westaway, e altri informali e piacevoli come Coconut Club, segnalato dalla Michelin Bib, o il pan asiatico Coriander Leaf a Chijmes, l'ex convento in stile neogotico che assembla una pluralità di locali. Da provare anche Open Farm a Dempsey Hill. Il cocco fresco, importato dalla Tailandia, è l’healthy drink ultra dissetante perfetto per spegnere eventuali eccessi di spezie.

Da provare il Singapore Sling, inventato nel 1915 al Long Bar del celebre Raffle hotel per permettere alle signore di bere in pubblico, mix di London dry gin, Dom Benedictine,  liquore di ciliegia, curaçao, succo di lime e di pompelmo, sciroppo di granata e bitter, piacevolmente addittivo e ultra fotogenico col suo colore rosa. Al Long Bar è considerato di bon ton buttare per terra le bucce di arachidi, come all’epoca coloniale. Il bar più scenografico (e con cocktail piuccheperfetti) della città è l’Atlas, un tuffo in pieno stile Art Deco (anche se è stato costruito recentemente), con le sue altezze vertiginose, gli affreschi in una palette di nero, viola e oro, i trionfi floreali e una torre a 3 piani  che custodisce oltre 1000 diversi tipi di gin. E poi c’è Cé la Vi, il rooftop del Marina Bay Sands, con la sua vista impagabile. Carino, anche per l’high tea, il bar Florette del Pan Pacific Orchard. 
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Una statua di Yayoi Kusama a Gardens by the Bay
Una Shop house Peranakan
Shop houses Peranakan
Ciabattine ricamate di perline da Ruma Kim Choo
Un letto da sposa cinese da Ruma Kim Choo
Un caffé Peranakan
Jewel Changi
Rain Vortex all'aeroporto Changi
La National Gallery
Chinatown
Chinatown
Little India
In attesa della costruzione della quarta torre del Marina Bay Sands, di sole suites, il dibattito resta acceso sull’opportunità o meno di alloggiare nel più iconico hotel della città, tra chi sostiene che il servizio è inesistente e chi afferma che l’accesso esclusivo alla infinity pool appoggiata sulle tre torri a 200 metri da terra compensi qualsiasi mancanza. La scelta di hotel è ampissima,  dai 5 stelle dei brand superlusso, come il Capella a Sentosa, l’isola coperta da foreste tropicali cui si arriva velocissimamente in metropolitana,  il Mandarin Oriental, il Como Metropolitan, fino al Fullerton (l’unico altro hotel aperto in un ex edificio coloniale oltre al Raffles). Stylish e super cosy, vicinissimo a Orchard Road, la via dello shopping dei grandi department stores di lusso e dei fashion brands internazionali, il nuovo boutique hotel Artyzen è super curato, con le sue stanze in legno chiaro e pietra grigia, i soffitti a botte, le opere d’arte contemporanea, i piccoli balconi affacciati sullo skyline di grattacieli, l’ascensore Instaworthy, il kimono da camera in seta verde chiara, le toiletries firmate Heeley, i libri sui fashion designer locali Guo Pei e Andrew Gn. Per le ore più calde, o al tramonto, ci sono il bar e la piscina rooftop. Molto bella la suite presidenziale con il giardino al piano. 

Piccoli piaceri gourmand da portare a casa o regalare agli amici,  il Blue peas flower tea, di un blu intenso nella tazza, e la marmellata  di kaya, a  base di latte di cocco, zucchero e tuorlo d’uovo, aromatizzata con l'estratto di foglie di pandang.  Sulla via del ritorno, può valer la pena di fare quello che molti locali fanno per passare le giornate libere, trascorrere qualche ora al Jewel Changi, all’aeroporto, un concentrato di oltre 300 locali tra shops e ristoranti. Impressionante la  cascata interna, il Rain Vortex, alta 40 metri, che mette in circolo l’acqua piovana.
Per info, visitsingapore.com

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