Destinazione Singapore: hotel, ristoranti e indirizzi segreti da scoprire
Destinazione ideale per uno scalo prolungato sulla rotta dell'Australia o dell'Indonesia, la città giardino merita molto più di un pit stop. Sia come modello di sviluppo sostenibile, sia per la sua cultura melting pot.
La natura lussureggiante è una presenza importante già sulla strada che dall’aeroporto porta al centro, e raggiunge l’apogeo in Gardens by the Bay, inaugurato nel 2012, assolutamente imperdibile coi suoi 18 scenografici Supertrees alti dai 25 ai 50 metri collegati da una passerella a 22 metri d’altezza che offre una vista straordinaria, il Flower Dome, la più grande serra al mondo, e la spettacolare Cloud Forest, un giardino verticale di 35 m d’altezza. Se Chinatown, coi suoi tanti ristoranti, le case colorate e il tempio (Instaworthy) Thian Hock Kheng, dedicato alla dea del mare Mazu, è il quartiere più celebre, la zona più cool è quella, tra Emerald Hill e Katong, delle shophouses Peranakan, le case colorate dalle finestre intagliate con il motivo della farfalla abitate dai discendenti nati a Singapore dei mercanti malesi, indonesiani, cinesi sposati con donne locali. Una cultura meticcia da comprendere all’omonimo museo e da Ruma Kim Choo, shophouse che oltre a vendere i tipici dolcetti a base di cocco, tapioca, zucchero di canna, miele e melassa, e coloratissime pantofoline ricamate di perline conserva l’arredamento tradizionale, da un letto da sposa cinese degli anni 20 alle ceramiche pastello di Guangzhou. Ed è qui, sulla Joo Chiat Road, che si trovano gli indirizzi per uno shopping particolare, dalla em gallery, con abiti, accessori e oggetti per la casa realizzati in tessuti tie-dye cambogiani e bianchi e blu laotiani da una designer giapponese, a Tiger & Arcadia, coi suoi originali oggetti per la casa.
Singapore è una meta perfetta per i foodies, che possono spaziare dal cibo street del mercato Lau Pa Sat, la cui struttura in ferro fu fatta arrivare da Glasgow nell’800, a una profusione di ristoranti stellati, asiatici e no, come Jaan by Kirk Westaway, e altri informali e piacevoli come Coconut Club, segnalato dalla Michelin Bib, o il pan asiatico Coriander Leaf a Chijmes, l'ex convento in stile neogotico che assembla una pluralità di locali. Da provare anche Open Farm a Dempsey Hill. Il cocco fresco, importato dalla Tailandia, è l’healthy drink ultra dissetante perfetto per spegnere eventuali eccessi di spezie.
Da provare il Singapore Sling, inventato nel 1915 al Long Bar del celebre Raffle hotel per permettere alle signore di bere in pubblico, mix di London dry gin, Dom Benedictine, liquore di ciliegia, curaçao, succo di lime e di pompelmo, sciroppo di granata e bitter, piacevolmente addittivo e ultra fotogenico col suo colore rosa. Al Long Bar è considerato di bon ton buttare per terra le bucce di arachidi, come all’epoca coloniale. Il bar più scenografico (e con cocktail piuccheperfetti) della città è l’Atlas, un tuffo in pieno stile Art Deco (anche se è stato costruito recentemente), con le sue altezze vertiginose, gli affreschi in una palette di nero, viola e oro, i trionfi floreali e una torre a 3 piani che custodisce oltre 1000 diversi tipi di gin. E poi c’è Cé la Vi, il rooftop del Marina Bay Sands, con la sua vista impagabile. Carino, anche per l’high tea, il bar Florette del Pan Pacific Orchard.
Piccoli piaceri gourmand da portare a casa o regalare agli amici, il Blue peas flower tea, di un blu intenso nella tazza, e la marmellata di kaya, a base di latte di cocco, zucchero e tuorlo d’uovo, aromatizzata con l'estratto di foglie di pandang. Sulla via del ritorno, può valer la pena di fare quello che molti locali fanno per passare le giornate libere, trascorrere qualche ora al Jewel Changi, all’aeroporto, un concentrato di oltre 300 locali tra shops e ristoranti. Impressionante la cascata interna, il Rain Vortex, alta 40 metri, che mette in circolo l’acqua piovana.