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Alla scoperta di Mauritius: scopri dove volare durante le vacanze di Natale 2023

Un’isola nel cuore dell’Oceano Indiano dove il melange culturale è uno stile di vita. Tra distese di sabbia,  foreste di ebano nero e scenografiche residenze coloniali

IIe aux Aigrettes
IIe aux Aigrettes

È l’immagine più suggestiva di Mauritius, piccola isola vulcanica dell’arcipelago delle Mascarene, nel cuore dell’Oceano Indiano: l’esplosione di rosso acceso  dei grandiosi flamboyant, gli alberi di fuoco. I colori accesi sono la cifra stilistica di Dina Arobi, l’isola che luccica o l’isola deserta, come la soprannominarono gli Arabi nel 1200. Inaspettati coup de foudre sono le terre colorate di Chamarel, una tavolozza di ocra, nocciola, ambra e dorato, intrecciate fra di loro, in grado di cambiare nuances in base al momento della giornata e alla luce del sole e il giardino botanico di Pamplemousse dove fiori di loto Victoria Regia si contendono il titolo di superstar con le giganti ninfee dell’Amazzonia. L’anima mistica e spirituale di Mauritius, in cui convivono templi Hindu, Tamil, moschee e chiese cristiane, è tutta racchiusa nel lago sacro Ganga Talao, che leggenda vuole sia il frutto di una lacrima di Shiva e dove gli dei Visnu e Shiva si contendono il cielo mentre il Maha Shivaratri, la grande notte di Shiva, è il momento magico in cui i pellegrini si purificano e ricevono una benedizione, sulle note del bhajan. Joseph Conrad ne rimase ammaliato e l’isola fu fonte d’ispirazione tanto da descriverla come Una perla che distilla grande dolcezza sul mondo".

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Chateau de Bel Ombre
Il campo da golf Legend
Una spiaggia
Constance Belle Mare Plage

A sud vale la visita la riserva naturale di Bel Ombre, con le sue piantagioni di canna da zucchero, su cui si eleva lo Château Bel Ombre, splendida residenza coloniale immersa in curatissimi giardini alla francese che lasciano il passo a foreste di ebano e rare piante endemiche, e alla sagoma imponente di Le Morne Brabant,  blocco monolitico di roccia basaltica che divenne il simbolo della sofferenza degli schiavi. Il dodo, estinto per mano degli olandesi nel 1681 e avvistato per l’ultima volta sull’Ile aux Aigrettes, è diventato l’emblema della salvaguardia dell’ecosistema. Ed è su questo paradiso di soli 27 ettari, formato da calcare corallino, che è possibile osservare quello che resta della foresta secca costiera che una volta ricopriva gran parte dell’isola e pure piante autoctone, tartarughe, uccelli e rettili in via d’estinzione.

Bisogna risalire la costa orientale per scovare 2 leggendari campi da golf, il Link e il Legend,  che hanno reso Mauritius una delle destinazioni più ambite per gli appassionati di questo sport. Entrambi appartengono al Constance Belle Mare Plage. In tutta l'isola si avverte l'impronta coloniale  ed oggi quello che rimane sono meravigliose residenze come lo Chateau de Labourdonnais  a Mapou, in stile neoclassico. Qui si degusta il rum, parte integrante della cultura e della storia di Mauritius.  L’atmosfera in stile piantagione caratterizza lo Sugar Beach Resort, perfetta fusione di glamour vintage e interior contemporaneo,  sulla distesa di sabbia di Flic en Flac con vista sullo sfondo di Le Morne Brabant. Al Budda Bar Beach si sta  barefoot, gustando un sushi strepitoso. Palma d’oro per affaccio frontale su Le Morne al Sand Suites Resort & Spa, sulla baia di Tamarin.

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