Viaggi

Ospiti dei Ceraudo

Un detour ben conosciuto dai gourmand, che raggiungono la costa Ionica della Calabria, per cenare al ristorante stellato Dattilo. E trovano molto di più.

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Non si arriva per caso a Strongoli, provincia di Crotone, Calabria ionica. La tappa da Dattilo, il ristorante di Caterina Ceraudo, oltre alla stella Michelin è nel cuore di molti gourmand, che vorrebbero tornare qui a ogni stagione.  

E se gli si possono invidiare le volte che hanno degustato i piatti di Caterina, non di certo la sorpresa, riservata ai novizi, di arrivare per la prima volta in questo piccolo borgo rurale della famiglia Ceraudo, con la chiesetta e le camere che si affaccino su un cortile presidiato da due dolcissimi cani bianchi, ed alle spalle la piscina, nascosta tra le fronde degli alberi, e tutt’attorno uliveti e vigneti a perdita d’occhio.

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Una campagna che si scopre in compagnia del papà su un trattore, che ha portato anche (ma lui non lo sapeva) alcuni giornalisti del The New York Times, i quali nel 2016 "scatenarono un putiferio” assegnando alla Calabria il titolo di Regione da scoprire e a Dattilo il titolo di tappa immancabile".

E non stupisce affatto, perché nel saliscendi tra i filari di vite dai quali si vedono scorci magnifici sul mare, o nelle soste sotto alle fronde di monumentali alberi di ulivo, dove si gustano  in un aperitivo o un goloso pic-pic i prodotti dell’Azienda Agricola Ceraudo, non si può che rimanerne affascinati.

La loro è una azienda pilota, con una produzione che dal 1992 è biologica al 100%, prima in Calabria e tra i primissimi in Italia (tra i vitigni troviamo Gaglioffo, Magliocco, Pecorella e Mantonico).

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Ed è anche per questo che, oltre alla Stella Michelin, presente dal 2011, è un motivo di grande orgoglio aver conquistato anche la Stella Verde dalla guida francese, assegnata ai ristoranti che si impegnano per una cucina sostenibile.

Gli ingredienti della cucina di Caterina - specializzatasi nella scuola di Niko Romito, che è rispetto per il cibo e la sua provenienza -, provengono per lo più dell’azienda agricola di famiglia e da piccoli e piccolissimi produttori locali; inoltre, agriturismo, cantina e ristorante sono alimentati da un innovativo sistema fotovoltaico.

Un lavoro di squadra dei tre fratelli: oltre a Caterina, infatti, ci sono la vulcanica Susy, che si occupa di marketing, accoglienza e sala di Dattilo e Giuseppe, che ha seguito le orme del padre e segue la parte agronomica della tenuta. 

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La cena, che nelle serate d’estate si tiene nei pochi tavoli all’aperto, è una esperienza che tocca corde intime: una cucina di pochi elementi, equilibrata e leggera, dove Caterina esalta i sapori semplici, con tecniche di cottura che mantengono inalterate le proprietà della materia prima. E che seduce, prima ancora che al palato, alla vista.

Ma tutto qui nel borgo parla al cuore: il luogo, l’accoglienza, i sorrisi e il silenzio. E anche il territorio, che vien voglia di andare a scoprire: nel piccolo borgo di Strogoli, che si raggiunge da qui con un breve tragitto in macchina, o nella vicina Oasi Naturale del Pantano, fino alle spiagge, dove rimanere a guardare incantati, per ore, il mare.

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