Tempo di Spinas, «sto vivendo il mio sogno nel cassetto»
Studi classici al conservatorio, una passione per Lindbergh e la moda, e ora il primo Ep "TEMPO", ispirato all'arte di Salvador Dalì.
Text by GIULIA GILEBBI
Avevamo conosciuto Spinas l'anno scorso durante un servizio fotografico per L'OFFICIEL HOMMES Italia di ottobre, quando ancora si faceva chiamare Federico e faceva il modello. Lo ritroviamo quest'anno, in una nuova veste di cantante e con un Ep, "TEMPO", di sette brani uscito a settembre, che invoca l'arte e il simbolismo di Salvador Dalí.
L'OFFICIEL HOMMES ITALIA: "TEMPO" è il tuo primo progetto discografico. Come lo stai vivendo?
SPINAS: Mi sto godendo il momento perché abbiamo lavorato tanto nell'ultimo anno e mezzo ed è stato bello vedere il progetto realizzarsi.
LOHI: Il titolo e l'immagine della copertina rimandano a Salvador Dalí. A cosa ti sei ispirato?
S: Pochi mesi prima di annunciare il disco avevo il progetto pronto, ma non ancora un titolo certo. La prima reference a cui ho pensato è stata proprio l'arte di Dalí e la sua visione del tempo deformata e distorta, in linea con la mia idea per l'album. Nella musica inoltre si definisce tempo l'andamento dei bpm dei brani, e per un primo progetto l'ho trovato azzeccato.
LOHI: Che rapporto hai con il tempo?
S: È il mio compagno di viaggio. Il mio tempo è relativo, ho periodi che passano velocissimi e periodi più lenti. Con gli anni il mio modo di viverlo è cambiato tra alti e bassi. A volte lo rincorro, altre volte lui insegue me. Lo paragono allo Yin e Yang perché, alla fine dei conti, il tempo si prende il flusso della vita e delle cose che succedono, belle o brutte che siano, questo suo dualismo si riflette anche nel disco con pezzi positivi e altri malinconici.
LOHI: L'Ep presenta sonorità molto diverse...
S: È stato scritto in un periodo lungo, due anni, e di conseguenza la genesi dei brani è molto diversa: posti del mondo, mood, vibes, e producer differenti. Collaborare con tanti artisti mi ha permesso di esplorare e aprirmi a nuove influenze musicali ma tutte nella stessa direzione creativa. Ho voluto con questo primo album dettare il mio standard personale.
LOHI: C'è una canzone di cui sei particolarmente fiero?
S: Dovendo fare una scelta, credo di essere più legato ad "Outsiders", e alla sua intro "Benedizione/Noia".
LOHI: Tra le tante collaborazioni con chi ti è piaciuto di più registrare?
S: Quella che ricordo con maggior piacere è stata la prima con Cryptic: dopo averlo fatto volare a Milano dalla Germania, ci siamo chiusi in studio con i Leave The Club, un duo di producer italiani molto forti. Abbiamo fatto musica per una settimana, giorno e notte. "Outsiders" è nato così.
LOHI: I tuoi artisti di riferimento in ambito musicale?
S: Tame Impala, Travis Scott e i Fugees. Si tratta di tre artisti che rappresentano tre fasi della mia crescita musicale e anche personale. Un artista con cui mi sarebbe piaciuto collaborare, o che avrei voluto anche solo conoscere, è Mac Miller (deceduto nel 2018).
LOHI: I tuoi top tre di Spotify?
S: Ascolto anche molto hip hop, le mie top tre di Spotify sono canzoni di Travis, Tame Impala e Kendrick Lamar. Ho creato una playlist che si chiama "Stop Stressing Man" ed è composta solo da musica soul, la metto tutte le mattine appena mi sveglio.
LOHI: Hai iniziato la tua carriera da modello, ora ti stai concentrando solo sulla musica?
S: La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Da piccolo ho studiato al conservatorio, e negli anni del liceo producevo musica elettronica e mi divertivo facendo anche il dj, ero una sorta di nerd della musica. Poi è arrivata la moda e mi sono diviso tra entrambe, cercando di farle convivere. Mi influenzano, mi appasionano, sono mondi creativi di piena libertà d'espressione.
LOHI: Sogno nel cassetto?
S: Lo sto vivendo. L'ho inseguito così tanto che, alla fine, sta diventando la mia realtà!
PHOTOGRAPHY Davide Frandi
STYLING Chidozie Obasi
COORDINATION Valentina Abate e Dennis Cappabianca
CASA DISCOGRAFICA Epics records / Sony Music Italia
SPECIAL THANKS TO Golin Italy