Today's Master: Leonardo Fioravanti
Leonardo Fioravanti è il portavoce del movimento surf italiano. Classe 1997, il giovane surfista è il primo ed unico italiano ad essersi qualificato alla World Surf League nel 2017. Con la sua tavola da surf, l'atleta romano è diventato un vero e proprio globtrotter, frequentando competizioni in tutto il mondo e cavalcando onde nelle Isole Hawaii, in Irlanda, Portogallo e Indonesia. Per i Giochi Olimpici di Tokyo del 2020 il surf sarebbe dovuto diventare una disciplina olimpica per la prima volta. Ma il rinvio causa Covid-19 costinge Leonardo a rinviare il tentativo di qualificazione per il tanto atteso 2021. Poco prima del lockdown, Leonardo conquista a marzo la vittoria più grande della sua carriera, un primo posto al Sydney Pro Surf.
Com’è scoccata la tua passione per il surf?
Tutto è iniziato grazie a mio fratello Matteo, che ha 8 anni in più di me e i miei genitori che mi hanno portato allo stabilimento balneare dove siamo cresciuti. Mi ricordo che si chiamava “L’Ocean Surf”, avevo 6 anni e frequentavo un piccolo gruppo di surfisti al mare di Cerenova, una piccola località di Marina di Cerveteri in Lazio. Era uno scenario che non aveva nulla a che vedere con l’universo italiano del surf ma era una piccola dimensione in cui surfavamo, vivevamo la cultura del mare e trascorrevamo intere giornate in spiaggia. Ci vestivamo proprio come i surfisti ed io ero il più piccolo di today-s-mastetutta la banda, seguivo mio fratello e i suoi amici. Mi ricordo che guardavamo tantissimi video di surfisti professionisti e aspiravamo a diventare come loro.
Come ci si sente ad essere il primo surfista italiano qualificato per la World Surf League?
È un onore essere il primo ed unico surfista italiano inserito nella World Surf League. Io lo vedo come un inizio voglio portare il nostro tricolore più in alto possibile e sono grato di rappresentare la nostra nazione. Spero di motivare e ispirare molti altri giovani italiani a praticare questa disciplina, perché nonostante in Italia non abbiamo l’oceano è possibile fare grandi cose se si seguono i propri sogni.
Come convivono per te adrenalina e paura?
Sono emozioni che provo spesso, per esperienza ho capito che il mio corpo quando percepisce la paura la mia adrenalina riesce a prendere il sopravvento. Ad esempio se c’è un onda imponente o un tubo perfetto, l’adrenalina è talmente forte che mi porta a superare la paura per affrontare questa tipologia di onde.
Che cosa rappresenta per te il mare?
Per me è casa mia. Quando sono in acqua mi sento nel mio habitat. Credo che trascorro molto più tempo in acqua che nella mia casa. Il mare mi ha dato tutto: tantissime emozioni, la possibilità di viaggiare in giro per il mondo, conoscere amici e persone nuove provenienti da tutto il mondo, culture e religioni differenti e anche 5 lingue.
Quali sono le tue passioni oltre al surf?
Oltre al surf amo giocare a golf, che pratico fin da quando ero piccolo la prima volta che ho giocato a golf avevo 11 anni, e in tempi più recenti ho scoperto anche il tennis, sono due sport che quando pratico mi fanno smettere di pensare univocamente al surf.
Che rapporto hai con i social network?
I social network sono uno strumento che utilizzo quotidianamente, a volte anche troppo. Ma è quasi come un secondo lavoro, essendo un atleta devi seguire i social per mostrare che cosa stai facendo ai tuoi fan e tifosi. Spesso ti ritrovi anche a collaborare con gli sponsor e spesso richiedono attività sui social network. Mi piace utilizzare Instagram e Facebook per rimanere sempre in contatto con gli amici anche se sono dall’altra parte del mondo.
Come ha inciso il Covid-19 nel tuo settore? So che nel 2020 il surf sarebbe diventato sport olimpico...
Il Covid-19 ha cambiato la vita di tutti. Per me il grosso cambiamento è stato non viaggiare quanto viaggiavo di solito e non gareggiare ogni due settimane come facevo prima. Diciamo che non ci sono stati cambiamenti così incisivi, il covid è stata una tragedia che ha portato tanta tristezza. Ci tengo a sottolineare che bisogna adattare il proprio stile di vita a questo nuovo mondo, rispettando le distanze di sicurezza prestando attenzione ai contagi. A causa di questo virus anche le olimpiadi del 2020 sono state rinviate, speriamo che per il 2021 il surf possa veramente entrare a far parte degli sport olimpionici.
Nonostante il periodo complesso del lockdown, ti sei aggiudicato il primo posto al Sydney Surf Pro in Australia. Che programmi hai per il futuro?
Poco prima del lockdown ho avuto la mia prima grande vittoria a Sydney. È stato stranissimo perché subito dopo la mia vittoria si è bloccato tutto il mondo, e spesso per un atleta ricevere una vittoria cosi grande ti fa sentire meglio, in ottima forma, come se nessuno possa fermarti. In quel momento ero deluso di non poter continuare a gareggiare, però ho avuto la possibilità di allenarmi tantissimo nel 2020 e migliorare in tante cose. Ora è già ricominciata la nuova stagione e alla prima gara mi sono aggiudicato il quinto posto, quindi ho iniziato abbastanza bene. Ora si riparte.
Sei un riferimento per una schiera di giovani surfisti italiani, che cosa ti senti di consigliare?
Per me è un piacere ispirare i giovani surfisti italiani. Mi piace definire il surf come uno sport puro, ovvero uno sport divertente che ti fa entrare in sintonia con la natura, se pratichi surf sei sempre in contatto con l’oceano. Consiglierei a tutti di iniziare a surfare, ai genitori mi sento consigliare di iniziare a portare i propri figli a fare surf perché è uno sport unico e sensazionale.
C’è qualche onda che hai affrontato che non ti scorderai mai e porterai sempre nel cuore?
A pensarci bene ce ne sono tantissime, una di queste è stata un'onda particolare in Irlanda, ero in un posto spettacolare che mi ricorderò per sempre. Anche in Indonesia ho vissuto momenti che porterò sempre nel mio cuore.
Today's Master Leonardo Fioravanti
Photographer Julian Hargreaves
Intervista Simone Vertua
Production Alessandra Ianzito