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Today's Master: Irama

Convinto, fin da piccolo, di fare il batterista per far pratica suonava le sedie di casa. Oggi, dopo aver ottenuto il disco di platino con “Mediterranea”, Filippo Maria Fanti, in arte Irama, è pronto a conquistare il pubblico con l’ultimo EP “Crepe”.
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Filippo Maria Fanti, aka Irama, arriva sul set fotografico chiedendo di ascoltare i successi degli Aerosmith, e sulle note di “I don’t want to miss a thing” accenna di tanto in tanto un sentito lipsync. Il cantautore italiano nato a Carrara, cresciuto a Monza ed ora stabile a Milano, all’età di sette anni aveva già scritto la sua prima canzone, e fin da piccolo sognava di diventare un batterista professionista e suonava le sedute di casa con un paio di bacchette di legno. Non per nulla il suo nome dʼarte significa ritmo in malese. Oggi, dopo due Sanremo e due coppe vinte al talent Amici di Maria De Filppi, la sua “Mediterranea” ha conquistato il disco di platino ed è appena uscito il nuovo EP “Crepe”.

C'è sempre un senso di tensione nella tua scrittura e nelle tue performance. Da dove arriva? 
Mi piace quando si crea la tensione. Quando scrivo o progetto un video, è come se ci fosse una corda tirata che ti fa arrivare oltre, continuare a guardare e a interessarti. Nella musica cerco sempre di modulare e cambiare la forma di scrittura, la metrica. Il rap quando voglio essere diretto, il canto quando voglio essere metaforico, la frenesia quando voglio mandare un messaggio forte.

Le tue canzoni vogliono lanciare dei messaggi.
Non mi espongo mai a livello politico, musica e politica non vanno a braccetto. Il mio mestiere è fare l’artista musicale. E la musica è sensibilità ed emozione, racchiude messaggi che parlano di umanità, di storie e di persone ed è qui che voglio portare la mia arte. La grandezza della canzone è riuscire a raccontare cose che ci legano e ci rendono tutti esseri umani. 

DIOR Camicia monogram in seta, pant nero, foulard stampa cashmere in seta, guanti in pelle nera, portachiavi ispirato a Judy Blame indossato come collana e spilla monogram di perle. Ankle boots, Christian Louboutin. Custom made orecchini, Emanuele Bicocchi.
BOTTEGA VENETA Camicia in cotone e gilet in lana abbinati a occhiali da sole con effetto specchio color argento. Spilla in metallo, Acne Studios.

All’inizio della tua carriera sei stato molto criticato per il controverso video “La ragazza dal cuore di latta” che poteva essere visto come una incitazione alla violenza contro le donne
Spesso si indica la luna e le persone guardano il dito.

“Siamo i nuovi decadenti, con poesie nei server”, dici nella canzone “Non ho fatto l’Università”. Credi nelle nuove generazioni?
Penso che la nostra generazione sia legata alla cultura e abbia voglia di conoscere ma in una maniera più decadente. Sono cresciuto in momenti e in modi diversi, da un lato la vita di quartiere con amici che venivano da background culturali molto differenti, dall’altro l’impostazione accademica. E stiamo crescendo con i social e con Internet, che sono in continua evoluzione; è un mondo che non sappiamo governare bene, per questo spesso esce anche il lato marcio di questi medium, accanto ai lati positivi.

Qual è la soddisfazione più grande del tuo lavoro?
Quando fai musica è come se si creasse un’energia tale che ti fa estraniare da quello che stai facendo. Il musicista è un portavoce di qualcos’altro, di qualcosa di più grande. In alcuni momenti c’è una magia che ti fa uscire parole e sentimenti e tu quasi non te ne accorgi, come se fossi spinto a farlo. A volte il flusso creativo è schietto, sincero e naturale, come scrivere una lettera a tua madre, altre volte fa male e c’è bisogno di tempo per metabolizzare e tradurre un’emozione in musica. “Un respiro” è una canzone che è uscita in un momento particolare della mia vita, avevo subito la perdita di una persona.

LOEWE Cappa di lana ricamata con perline metalliche e specchietti abbinata a un pantalone di satin nero.
LOUIS VUITTON Camicia in cotone con cravatta indossata come foulard, pantalone in lana nero e sospensorio azzurro. Gilet e scarpe in pelle con suola in gomma nere, Maison Margiela.

Ho seguito il tuo discorso alla finale di Amici Speciali, il razzismo così come l’omofobia sono la battaglia che dobbiamo ancora combattere, ti reputi un attivista?
Oggi si parla di omofobia e razzismo, temi importanti che purtroppo dobbiamo ancora affrontare. Sono realtà che per la nostra generazione sono surreali, proprio per questo le combattiamo, per difendere quella che per noi è già la normalità. Il discorso di Amici Speciali è stato tosto, era la prima volta che scrivevo un monologo, è diverso dalla forma della canzone, che si avvicina di più al linguaggio della poesia. Il monologo è schietto e diretto, nasce dalla necessità di raccontare. Ho accantonato per un attimo tutto e mi sono dedicato completamente alla scrittura che è stata come un pugno nello stomaco, di notte, ero pieno di emozioni. Le stesse emozioni che ho cercato di rievocare quando l’ho pronunciato.

Parliamo di scrittura, so che sei molto interessato al cantautorato italiano da Guccini a De André, qual è il tuo processo, l’ispirazione che ti porta a scrivere una canzone?
In alcuni momenti è un’esigenza, come la mia canzone “Non mollo mai” o “Un respiro”. Altre volte devi andare incontro all’ispirazione. La stessa cosa avviene quando scrivi. Spesso non riesco a scrivere e capita di star sveglio anche tutta la notte per riuscire a produrre solo qualche verso. Ad esempio, una notte ho scritto: “Un passo per tutti i difetti che ho indossato, con orgoglio e sicurezza, trasformandoli nei miei punti di forza, il tempo mi ha insegnato la pazienza, non puoi saltare il mare senza prima aver preso la rincorsa”. Ci sono tante cose che custodisco ancora dentro di me gelosamente. A volte è frustrante scrivere ma devi cercare uno stimolo per scavare a fondo.

Piaci moltissimo anche ai bambini... te lo aspettavi?
Grandi i bambini! (Ride) Sono cacciatori di hit, percepiscono le melodie in maniera istintiva.

E i tatuaggi?
Ne ho parecchi, ogni tanto mi tatuo da solo le gambe. Fin da bambino ho una fissazione per la simbologia egizia e molti miei tatuaggi ne fanno riferimento, ad esempio i miei serpenti includono la croce di Ankh o l’occhio di Ra.

ETRO Cappotto stampa animalier e pantalone in cavallino nero. Camicia di seta, Alexander McQueen. Collana in metallo, Acne Studios. Anello, Dries Van Noten.

Photographer Valentin Hennequin
Stylist Simone Rutigliano
Interview Simone Vertua 
Grooming by Erisson Musella @ CloseUp Milano Agency
Production Ali Kiblawi @ Wasl agency
Stylist Assistant Giammarco Cingolani
Location & Props Etel Milano

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