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La nuova sfida dell'ex direttore prodigio del Balletto de L'Opéra Benjamin Millepied

Il coreografo e ballerino, ex direttore del corpo di ballo dell’Opéra National di Parigi, si prepara al debutto nella regia con la sua versione di “Carmen”.

Nella foto Benjamin Millepied in completo Dior e orologio Richard Mille.
Benjamin Millepied in completo Dior e orologio Richard Mille.

Photography & Art Direction VIJAT MOHINDRA

Styling SAMMY K L’TALENT

Autore delle coreografie del film “Il cigno nero”, diretto da Darren Aronofsky, sul cui set incontra Natalie Portman, ora sua moglie, Benjamin Millepied incarna una nuova generazione di artisti al crocevia tra balletto classico e danza moderna. Classe 1977, ex direttore del corpo di ballo dell’Opéra National di Parigi si avvicina molto giovane al mondo della danza, una passione ereditata da sua madre, ex ballerina; fonda la compagnia L.A. Dance Project ed è brand Ambassador di Richard Mille.

L’OFFICIEL ITALIA: Qual era il tuo desiderio più grande da bambino?
BENJAMIN MILLEPIED: Sono cresciuto in Senegal con il suono del Sabar, che è lo strumento a percussione tradizionale. Ho iniziato a ballare da piccolo. Per me era un modo per fuggire, anche se mi ha sempre fatto sentire presente, in contatto con le mie emozioni. Mi sono reso conto che la danza sarebbe stata la mia vita a 11 anni.

LOI: Quale brano ha accompagnato la tua adolescenza?
BM: A casa mia si ascoltava musica di ogni genere. Non c’è stato un pezzo specifico che ha accompagnato la mia adolescenza, ma molti. Da Chanson Française, Barbara, Ferré, Miles Davies, e una grande quantità di musica classica, tra cui Bach, Mozart

LOI: E quale l’emozione della prima volta che hai ballato in pubblico?
BM: Avevo cinque anni, ed ho fatto anche una “coreografia”, mettendo uno sgabello al centro della scena, dal quale saltavo per dare l’idea di volare. Ballare davanti a un pubblico mi ha dato un’enorme energia e da ragazzo è stato incredibilmente appagante.

LOI: I valori e le qualità che hanno forgiato il tuo talento?
BM: Ho avuto un insegnante molto importante a Lione: Micheal Rahn. Era un pedagogo straordinario. Mi ha spiegato tutto con chiarezza e ho avuto la sensazione, sin da subito, di averlo capito. Ho sempre avuto la necessità di comprendere in modo chiaro e profondo ciò che stavo facendo e perché. Penso che questo mi abbia portato a tutto ciò che ho fatto, dentro e fuori dalla danza.

LOI: Quali artisti hanno ispirato la tua carriera?
BM: Gli artisti che hanno ispirato la mia carriera sono stati, nella danza, i miei insegnanti e mentori: Michel Rahn, Adam Luders, Stanley Williams, Marie-France Delieuvin, Philippe Cohen, Mikhail Baryshnikov, Victor Castelli, Jerome Robbins, Peter Martine e due ballerine molto importanti con la quali ho ballato: Janie Taylor e Wendy Whelan.

LOI: La coreografia che più di tutte ti ha emozionato?
BM: Ballare sulle note di Balanchine e Robbins è stato il dono più grande della mia vita. Ballare sulla loro musica è come nuotare nella profondità dei suoni. L’artista si immerge in sé stesso e ha occasione di imparare di più riguardo alla sua identità.

LOI: Quando è stata la prima volta all’Opéra de Paris?
BM: Ho lavorato come coreografo per l’Opéra e poi ho danzato in occasione di un’esibizione speciale. Era un assolo di diciassette minuti durante le suite per violoncello solo di Bach, coreografate da Jerome Robbins. È stata una delle notti più speciali e importanti della mia carriera di ballo. Ne ho un ricordo memorabile. Mi sono perso nella danza, da solo sul palco, in quello storico, incredibile teatro.

LOI: La coreografia che meglio rappresenta la persona che sei?
BM: Tutti i miei pezzi rappresentano le mie emozioni, il mio commento sulle relazioni, i miei gusti visivi e musicali. Consiglierei di vedere “Bach Studies”, che è un intero viaggio attraverso alcuni dei pezzi più belli di Bach. Una caratteristica che mi separa dagli altri coreografi è l’uso di diversi oggetti nella stessa opera. Come regista credo che musica diversa, narrativa diversa, abbiano bisogno di un approccio diverso. In “Bach Studies” utilizzo la coreografia artigianale come
meglio credo, la uso per rappresentare al meglio ogni brano musicale, per abitare quel mondo di suoni, l’atmosfera.

LOI: Un sogno ancora da realizzare?
BM: Quest’anno realizzerò il mio film, “Carmen”. Un progetto che porto avanti da anni. Ti occupi di movimento ogni volta che scegli come usare la telecamera, come far entrare e uscire gli attori nello schermo, o farli muovere in scena. Non vedo l’ora che esca...

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