Today's Master: Alessio Lapice
Partenopeo di origine e romano d'adozione, Alessio Lapice classe 1991 è uno tra gli attori italiani che rientrano nella classifica di Forbes Italia tra gli emergenti under 30. Giovane ed affascianante, la sua passione nasce per caso: "A 16 anni i miei amici stavano facendo delle prove di uno spettacolo e mi hanno proposto di aiutarli. All’inizio ero scettico poi mi sono convinto. Amore a prima vista: lavorare tutti insieme, pensare alla realizzazione di un progetto comune, studiare i ruoli dei personaggi personaggi... Mi piaceva l'idea di far parte di un team. Mi hanno chiesto se volessi anche recitare una piccola parte e accettai: da quel giorno questa passione è decollata." racconta l'attore italiano, "A 18 anni mi sono trasferito a Roma per studiare teatro: laboratori, seminari e studio mi hanno portato dove sono oggi. Il mio primo passo è stato studiare presso la Duse International, un’accademia di Francesca de Sapio, che frequentai per diverso tempo." Il suo primo ruolo? "Su Rai Uno con "Sotto copertura" di Giulio Manfredonia, interpretavo il braccio destro di un boss ed è statp il mio passaggio dallo studio al set". Poi scoccano i primi successi: la serie "Gomorra" ispirata al best seller di Roberto Saviano, “Il Padre D’Italia” di Fabio Mollo, il primo ruolo come protagonista del film "Nato a Casal di Principe" e anche al fianco di Alessandro Borghi per il lungometraggio in costume "Il primo re" di Matteo Rovere. All uscita del thriller psicologico "Weekend" su Amazon Prime e alla vigilia di "Natale in casa Cupiello" abbiamo intervistato l'attore partenopeo che ci ha raccontato la sua vita tra cinematografia e successi.
Innanzitutto come stai? È appena uscito il tuo film “Weekend” deve essere un momento davvero emozionante
Sto bene, sono giorni intensi, durante il weekend è uscito su Amazon Prime Weekend, il 22 dicembre esce invece “Natale in casa Cupiello”. Nel frattempo sto anche girando, è un periodo davvero pieno di emozioni ed impegni ma sono anche estremamente felice.
Parliamo di Weekend: raccontami come è stata l’esperienza sul set
Benissimo! Io sono convinto che questo film sorprenderà il suo pubblico, ci sono colpi di scena e personaggi che gli spettatori non potranno che amare. Il film ti lega ai protagonisti e ti accompagna nella storia.
Ci sono tanti punti di vista all'interno del film?
Sì, ti direi di sì. Ma allo stesso tempo c'è una storia unica, ha un risvolto chiaramente giallo, è un thriller. È come se fosse un ping pong cinematografico, chi è il giocatore che vincerà? Chi dice la verità? Grazie a questi escamotages, si scoprono i retroscena delle vite dei personaggi. Il film si apre ad un Vernissage, un gruppo d’amici d'infanzia si rincontra dopo 7 anni che non si vedeva a causa di uno spiacevole episodio che li ha fatti allontanare. Dal vernissage si passa ad una location diversa: una baita di montagna in pieno inverno. Ognuno ha una sola possibilità: dire la verità. Una scena molto potente, un'atmosfera quasi distopica. Sono convinto che sia un film unico che ti tiene incollato allo schermo. Mi piacerebbe conoscere le reazioni immediate degli spettatori: a chi crederanno? Come reagiscono agli immediati e a volte sconvolgenti cambiamenti dei protagonisti? Il mio personaggio è cambiato come tutti del gruppo, ha costruito una vita diversa da quella di sette anni prima e lotterà con la forza per tenersela.
A sentirlo sembra quasi un esperimento sociale. Ci sono somiglianze tra la tua vita personale e il tuo ruolo?
Penso che noi esseri umani abbiamo talmente tante sfaccettature che credo che sia impossibile non trovare dei punti in comune. Quando mi approccio ad un personaggio cerco proprio questo: la somiglianza. Un ruolo è recitato bene quando si percepisce che l'attore è personalmente entrato in contatto con le esperienze raccontate sullo schermo.
Com'è stato lavorare con Riccardo Grandi, il regista?
Spettacolare. Riccardo ha una cura unica per i dettagli, ci ha aiutato moltissimo. Dare le sfumature giuste (che solo con l'attenzione al dettaglio si possono ottenere) per raccontare un thriller Riccardo ci ha mostrato come far emergere tutte le sfaccettature senza lasciar trapelare troppo, questa è la base di un thriller: racconti e non racconti, dialoghi trainati dallo sguardo e poche parole.
Oggi come ci si sente ad essere inserito nella classifica di Forbes Italia tra gli attori emergenti under 30?
Sono molto orgoglioso, è incredibile, Forbes era qualcosa che sentivo da piccolo e mi sembrava irraggiungibile, una voce che provenisse oltreoceano. È come se fosse una gentile carezza questo riconoscimento, quando ti viene restituito l’affetto che metti nel tuo lavoro è sempre una grande soddisfazione. Ti aiuta a cercare di fare sempre meglio, ti spinge a migliorarti.
"Natale in casa Cupiello" invece? Come è andata?
Guarda è un progetto che ho sentito moltissimo. Un po’ per appartenenza, un po’ perché racconta anche il mio Natale. Cupiello è stato una parte di me che mi porterò sempre dentro. Per me è stato come ricevere un regalo enorme poter raccontare questa storia attraverso gli occhi di Vittorio e Alessio. È una storia che ti scalda il cuore, che ti fa ridere, che ti mostra il significato della parola famiglia. Gli aneddoti legati al film sono tantissimi.
È un grande richiamo anche alle tue radici, la tua città, Napoli
Sono nato a Napoli e ci sono cresciuto, è una città che ti rapisce. Io ritengo che "Natale in Casa Cupiello" è davvero rappresentativo per la mia città, per le mie origini. Da quando sono nato fino ad oggi ho sempre guardato l'opera di De Filippo, e il film uscito nel’89 e oggi rivederlo con i miei occhi è stato indescrivibile. Lavorare con De Angelis è stato strepitoso, tutti sapevamo che stavamo realizzando qualcosa di importante, di magico. Ci abbiamo davvero messo un sacco di amore per la creazione del film, è una commedia che fa parte della tradizione e io ho avuto il privilegio di poterla interpretare. È stato davvero un grandissimo regalo artistico per me.
C'è qualche regista con cui ti piacerebbe lavorare in futuro? chi sono i tuoi attori di riferimento?
Ho avuto la fortuna di lavorare già con registi che stimavo e ammiravano ma il mio debole sono gli attori : vorrei davvero riuscire a lavorare con Matthew McConaughey e Joaquin Phoenix. E come registi ti citerei Woody Allen ma davvero ho una lista infinita di nomi.
Com'è stato lavorare con Alessandro Borghi?
Siamo come fratelli, lo eravamo nel film, lo siamo diventati sul set, lo rimaniamo tutt’ora. Siamo davvero legati. Era un film fisico, combattevamo con le armi, di notte, nel fango, era impegnativo e dovevamo per forza essere in simbiosi. Giravamo in un contesto davvero difficile ed entrambi ci siamo immersi totalmente nella storia e nei personaggi al punto tale che ci scordavamo del mondo reale.
Nel tuo Curriculum ci sono moltissimi generi: commedie, drammi, thriller.. qual'è il tuo preferito?
Ritengo che ogni personaggio sia particolare, raccontato in un modo o in un’altro. Forse le mie preferite sono le biografie, le storie tratte da personaggi veri: l'attore diventa testimone di una storia accaduta, entrare nella psicologia di un personaggio esistito che ha provato emozioni reali vuol dire capire la psicologia dell'uomo, una psicologia reale. Stai raccontando qualcosa che è davvero accaduto, questo ti obbliga a cercare di raccontare al meglio quello che è successo, come è successo a me per il film Nato a Casal di Principe. Mi è sembrato di aver restituito qualcosa alla vita della famiglia: ho visto il sorriso sui loro volti ed è stato un momento di sincera soddisfazione. Se posso aggiungere, anche la trasformazione fisica e mentale di un personaggio mi rende particolarmente curioso: come camminerà? Come saranno i costumi da scena? Come parlerà? Come si siederà?
A proposito di trasformazione e abiti, ti piace la moda? Cosa ti affascina?
Penso che la moda in questo momento si sia avvicinata moltissimo al mondo dell'arte, molto affascinante. La moda ha anche tutto un aspetto visivo, editoriale, di messa in scena molto simile al mondo del cinema. Ci sono molte somiglianze tra i due universi.
Che rapporto hai invece con i social network?
Penso che ormai facciano parte del nostro mondo moderno. Sono una costante della nostra generazione e ad essere sinceri sicuramente sono felice che da bambino non ci fossero, ma ora li vedo come un aiuto nella comunicazione, tra i paesi, è tutto più vicino, più immediato. Lo uso spesso per raccontare i miei progetti, mi piace condividere i mie pensieri con gli altri.
Come trascorri il tuo tempo libero? Passioni nascoste?
Corro lungo il Tevere con la musica. È molto semplice come hobby, ma mi fa sentire libero, la mente si svuota, il mondo si ferma intorno a te: mi permette di rilassarmi, di stancarmi, di sfuggire dal caos quotidiano per qualche minuto. Ovviamente anche passare del tempo con gli amici certo, mi piace viaggiare, mi piace giocare a tennis, ho fatto boxe, insomma, mi piace sperimentare sport e concentrare la mia energia così. Poi la mia vera passione è il mio mestiere in realtà, il resto sono piccolo sfoghi quotidiani, il mio vero amore rimane il cinema.
Come ha influito il covid sul tuo mondo? Sul lavoro da attore?
"Weekend" lo abbiamo iniziato pre-pandemia, ci hanno fermato quasi subito. Siamo però stati anche il primo set a riprendere le riprese. Siamo tornati sul set dopo una settimana dal decreto. Il primo giorno fu surreale: non era più il mondo che avevamo lasciato, un’esperienza estraniante. Ricordo che eravamo tutti tesi, la sera prima di tornare: ero molto agitato, bisognava riprendere la storia dal punto in cui l'avevamo lasciata, eppure per noi era cambiato tutto. A poco a poco ci siamo abituati ed ora mi sembra la normalità. Inoltre io mi ritengo molto fortunato per il lavoro che ho, molte persone non sono nella mia stessa situazione.
Quali sono per te i valori più importanti di un attore?
Sto iniziando a capire questo: al di là dei riconoscimenti del presente, della fama, della carriera, la cosa più bella che ti da questo mestiere è quello che lascia nella tua vita, le tracce delle storie che racconti, gli incontri, le persone, quei luoghi che visiti. Tutti questi ricordi rimarranno con te per sempre, tassello dopo tassello ti rendono la persona di oggi e non se ne andranno mai. Il mondo è in continua evoluzione, certezze ce ne sono poche, ma questi ricordi davvero rimarranno per sempre. È una vita al cubo, entri in nuove dinamiche, vivi esperienze con dedizione ed equivale a vivere in prima esperienza le situazioni. Questo è un mestiere che ti obbliga a sentire e provare emozioni sulla tua pelle all'ennesima potenza.
"Natale in casa Cupiello" sarà trasmesso in onda su Rai Uno in prima serata il 22 Dicembre
Foto Maddalena Petrosino
Fashion Andrea Mennella
Intervista Simone Vertua
Grooming Valentina Cecchini for Simone Belli Agency e Marco Montagnola
Producer Ice agency
Press office Amendola Comunicazione