Perché lo stile di Tilda Swinton è solo di Tilda Swinton. L'attrice compie oggi 64 anni
L'attrice scozzese che oggi spegne 64 candeline è una fonte continua d'ispirazione per designer, registi e creativi: sempre diversa ma fedele a se stessa.
Eterea, affilata, androgina. Gli aggettivi per definire e inquadrare l’essenza di Tilda Swinton non bastano mai, come l’enigma che ne ammanta il carisma rendendola di fatto indefinibile. L’attrice scozzese compie 64 anni e resta, come dal primo giorno, una musa e un’icona, una profonda trasformista immersa nel liquido amniotico della recitazione. Oggi, reduce del successo insieme a Julianne Moore con il film di Pedro Almodóvar The Room Next Door, in arrivo nelle sale italiane il 5 dicembre 2024, rappresenta una di quelle attrici con il raro dono dell’ubiquità identitaria. Allo stesso tempo lei è Lena, prostituta in Caravaggio di Derek Jarman (1986), la fluida Orlando nel tardo XVI secolo (1992), la leader Sal della comunità freak in The Beach del 2000 con Leonardo DiCaprio. Oppure la scostante Penny, ex di Bill Murray in Broken Flowers (2005). Appare gelida in Jadis, la Strega Bianca nella saga de Le cronache di Narnia ma anche la borghese Emma Recchi nella trilogia del desiderio in Io sono l’amore di Luca Guadagnino (2009). Wes Anderson, Jim Jarmush, David Fincher, Bong Joon-ho, i fratelli Coen se la contendono per plasmarla ogni volta in donne sempre diverse eppure così favolosamente Tilda Swinton. David Bowie ad esempio è stato tra le star della scena musicale ad aver inteso con lei un vero e proprio dialogo di anime a partire da una seducente somiglianza. Attraverso quello sguardo liquido e distante e una chioma che non concede quasi mai nulla alla femminilità più ovvia e prevedibile, Tilda Swinton ha sedotto artisti, intellettuali e, naturalmente, stilisti: ambassador Chanel - il tweed la accomuna al brand della doppia C, è stata il volto di tantissimi altri brand. Un viaggio nell'essenza del suo stile sarà sufficiente a definirla davvero?
Lo stile estatico di Tilda Swinton
Drappeggi e panneggi. Volumi generosi e palette solide. Tilda Swinton non ha mai paura di osare anzi, cerca ossessivamente di staccarsi dal fondo per sottolineare una sottile tridimensionalità della figura. Lei che è una donna longilinea, chiara, essenziale, quasi impapabile, ha capito come incorniciare se stessa quando i riflettori si accendono nella sua direzione. Dentro e fuori dal set.
Tilda Swinton, Haider Ackermann e Jerry Stafford
Dietro a un grande progetto c'è sempre un grande lavoro di squadra. E il team dell'attrice scozzese non è da meno. Dietro ogni look di Tilda Swinton ci sono le intuizioni ragionate di Jerry Stafford, suo personal stylist. Poliedrico collaboratore di lunga data dell'attrice, oltre allo styling, al giornalismo, ai film di moda e alla pubblicità cinematografica, si dà il caso sia un ottimo conoscitore della comunicazione non verbale. A lui dobbiamo felici incontri con Alber Elbaz di Lanvin, Stefano Pilati di Yves Saint Laurent, Phoebe Philo di Céline, Raf Simons e Haider Ackermann, designer francese di origine colombiana fresco della nomima di Direttore Creativo da Tom Ford. Haider Ackermann e Tilda Swinton sono un'autentica coppia dinamica. Lui disegna per lei abiti fluidi e massimalisti, essenziali eppure generosi con cui l'algida attrice riesce ad emanare una forza ieratica di sarcedotessa senza tempo.
Tilda Swinton e lo stile androgino
Le abbiamo viste Tilda Swinton e Julianne Moore durante la promozione del film di Almodóvar The Room Next Door giocare esteticamente con l'ambivalenza maschile/femminile dove Swinton non ha perso occasione per esprimersi al meglio attraverso la scelta di uno stile androgino e fluido elegante e senza sbavature.
Ce lo dice il suo percorso costellato di red carpet e di apparizioni a festival e a premiere dosati e per questo così attesi e densi di significato: la maggiorparte delle scelte look ricadono nel merito dell'androgino e del maschile, oversize e asciutto, con cui Tilda Swinton dissemina inspo di una rara bellezza miminalista nonostante le palette azzardate e i volumi esagerati. Musa di Viktor & Rolf, che l'hanno voluta addirittura come modella nella sfilata parigina nel 2003, Tilda Swinton con David Bowie ha trovato la sua memesi per perpetuare una continua e vitale trasfigurazione di genere senza mai perdere vista il proprio. Celebri gli scatti di Craig McDean dove si cala nell'essenza di Ziggy Stardust e del Duca Bianco con una forza e naturalezza quasi inquietanti e magnetici.
Tilda Swinton e i fashion film
Per comprendere meglio gli innesti di stile nel percorso di Tilda Swinton all'interno del formato cinematografico di moda occorre andare a riscoprire un progetto del passato datato 1986, anno della tesi alla National Film and Television School dell'amica di infanzia, Joanna Hogg, oggi regista e scenggiatrice affermata, con cui Swinton ha poi lavorato nel 2019 in The Souvenir e in The Souvenir Part II nel 2021. Caprice è il titolo del mediometraggio surreale ambientato tra le pagine di una rivista di moda e dove la ventiseienne Matilda Swinton si cala nel ruolo di Lucky, innocente ragazza quattrocchi magicamente trasportata nei contenuti bidimensionali della rivista come una patinata Alice nel Paese delle Meraviglie. Un documento prezioso per veri cultori del genere.
L'efficacia di Tilda Swinton all'interno di un formato come il fashion film è evidente. Nessuna come lei riesce a elevare l'intensità narrativa di una storia che necessariamente ha una prevalenza visiva rispetto a una trama volutamente lasciata sotto traccia. Fra i tanti abbiamo selezionato il lavoro evocativo del fotografo Ryan McGinley per Pringle of Scotland del 2010 e il più recente fashion video girato per il brand spagnolo Delpozo, con la regia di DVEIN, tornato sulle scene dopo una lunga pausa, con la guida di Joaquín Trías e Enrique Mellado. Buona visione.