"M&Others: Fashion & Motherhood", il catalogo della mostra all'Hasselt Fashion Museum
Da Jeanne Lanvin a Thebe Magugu la madre come musa, designer o mentore di nuove generazioni è sempre stata una figura fondamentale per la moda. Una mostra appena conclusa in Belgio e il relativo catalogo accendono i riflettori sul tema.
Se la mostra all'Hasselt Fashion Museum è appena finita, il catalogo "M&Others: Fashion & Motherhood" (ed Lannoo) è l'occasione per una riflessione, quella del rapporto tra maternità e moda, tanto centrale quanto ignorato dalla conversazione corrente. Per Christian Dior e Yves Saint Laurent le rispettive madri, Madeleine e Lucienne, sono state una fonte di ispirazione costante e un punto di riferimento di stile, proprio come la madre scomparsa quando lui era giovanissimo lo è oggi per Jacquemus e le donne della sua famiglia in Sudafrica lo sono per Thebe Magugu. Se Madeleine Vionnet aveva adottato un modello di business "materno", con una serie di iniziative (inaudite per l'epoca ma avanzate ancora oggi) per facilitare le condizioni di vita delle sue dipendenti oltre che per favorirne le carriere nella moda una volta chiusa la sua maison de couture, oggi Françoise Lamy riveste lo stesso ruolo di mentore per una serie di protegés.
Jeanne Lanvin iniziò la sua carriera di couturière creando preziosissimi abiti per sua figlia Marie Blanche, immortalata con lei da Paul Iribe sul flacone del leggendario profumo Arpège, per poi disegnare una moda raffinatissima per donne adulte in cui il tema della jeune fille rimaneva comunque centrale. Sonia Rykiel era legata in modo simbiotico alla figlia Nathalie, che le è subentrata nella direzione del brand. Senza dimenticare il fantasma del corpo della donna incinta, forma ingombrante e inestetica per (molti) designers, ma esaltata nella collezione Lumps & Bumps di Georgina Godley della F/W 1986/87 e nella celeberrima collezione di Rei Kawakubo per Comme des Garçons Body Meets Dress, Dress Meets Body della S/S 1997.