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Gianni Agnelli: il centenario della nascita

Icona del Made in Italy grazie al suo stile audace ed elegante, Gianni Agnelli, meglio conosciuto come l'Avvocato, ha fatto la storia del Novecento. Vediamo insieme 15 delle sue frasi più celebri e il suo stile inimitabile
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Gianni Agnelli nacque a Torino il 12 marzo 1921, ed oggi, a 100 anni esatti da quel giorno, il grande dirigente automobilistico legato alla Fiat e alla Ferrari è rimasto nell’immaginario collettivo.

Il dominatore incontrastato del business italiano tra gli anni '60 e '80, o meglio, l'Avvocato, come lo chiamavano, ha accompagnato il marchio torinese, e in parte quello di Maranello, verso il terzo millennio. Considerato il John Kennedy italiano, Gianni Agnelli morì nel 2003, ma dall’alto del cognome altisonante, è ancora oggi considerato uno dei più rispettati industriali della storia del novecento. Fine intellettuale, appassionato di sport, uomo dotato di gusto inimitabile in fatto di cibo stile e cultura, l'Avvocato resta ad oggi un punto di riferimento a cui ispirarsi e addirittura da imitare. Nel corso della sua vita ha sovvertito le regole della moda grazie alla creazione di un suo personale gusto caratterizzato da un invidiabile mix di eleganza innata ed audacia.Gianni Agnell è un'icona impareggiabile ed autentica del Made in Italy. Con il piumino sopra il blazer, le camicie con il colletto 'button down' e le cravatte sventolate sopra il pullover. Oppure i maglioni a collo sciallato o a coste inglesi indossati allo stadio, gli scarponcini di camoscio anche per le occasioni formali e l'orologio rigorosamente sopra il polsino della camicia. La sua incredibile disinvoltura seguiva regole precise: mai calzini corti, ad esempio, mai scarpe a punta e capelli portati un po' lunghi anche quando tutti li avevano corti. Particolari che gli attribuivano un'aria al di sopra del tempo e delle mode, tanto che una settimana prima di morire - nonostante non si vedesse in giro ormai da parecchio - la rivista Vogue lo inseri' nella classifica dei 50 uomini piu' eleganti del mondo.Snobismo, cultura cosmopolita, origini borghesi e grande stile, insomma, un mix irresistibile a cui tutto era permesso.

Ma questo ufficiale gentiluomo e grande viveur non è passato alla storia solo per quello che indossava ma sopratutto per quanto ha fatto e detto. Vediamo insieme quindici delle sue frasi più famose che sono rimaste impresse nella memoria collettiva anche a distanza di molti decenni. 

  • "Un uomo che non piange, non potrà mai fare grandi cose."
  • "Ci si innamora a vent'anni: dopo si innamorano soltanto le cameriere."

  • «La creatività è il piacere più grande. È il solo vero valore aggiunto della vita, capace di comprendere tutti gli altri».

  • "La passione non cambia e non invecchia. Questo è sicuro"

  • «Si può fare tutto, ma la famiglia non si può lasciare».

  • "L’autista non guida mai. Guido sempre io, è un’abitudine. Una volta, quando si andava a cavallo, si diceva ‘c’è chi preferisce stare a cassetta e chi preferisce stare in carrozza’. Io preferisco stare a cassetta."

  • "Non tutti gli italiani tifano per la Nazionale, mentre tutti gli italiani e il cinquanta per cento dei non italiani tifano Ferrari."

  • «Ognuno è playboy. Tutti ci provano, alcuni ci riescono, altri no».

  • «Gli uomini si dividono in due categorie: gli uomini che parlano di donne e gli uomini che parlano con le donne. Io di donne preferisco non parlare».

  • «L’Italia digerisce tutto, la sua forza sta nella mollezza degli apparati, nella pieghevolezza degli uomini politici, nelle capacità di adattamento degli italiani».

  • "Ogni giovane d’Europa deve poter cominciare i suoi studi a Parigi, continuarli a Londra, completarli a Roma o Francoforte. Dobbiamo recuperare, in chiave moderna, l’eredità degli antichi “clerici vagantes”."

  • «La Juve è per me l'amo­re di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d'amore».

  • «La passione per l’arte cresce con la maturità. Mio padre mi portava fin da bambino a visitare i musei perché riteneva che il bello educasse, che il gusto si affinasse dall'infanzia, e aveva  ragione».

  • "Amo il calcio, forse lo amo troppo, a tal punto da mettere in secondo ordine le alternative domenicali. Sì, amo molto questo sport che non ha rivali"

  • "Tutto quello che ho, l’ho ereditato. Ha fatto tutto mio nonno. Devo tutto al diritto di proprietà e al diritto di successione, io vi ho aggiunto il dovere della responsabilità."

 

 

 

 

 

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Gianni Agnelli e il suo tratto distintivo: l'orologio sopra il polsino della camicia
Gianni Agnelli
Gianni Agnelli
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