L'intervista a Rosa Chemical e il racconto della sua solitudine con "Blackout"
Pronto a rilasciare il suo prossimo singolo intitolato "Blackout", il cantante Rosa Chemical racconta il suo rapporto con la moda e le sue fragilità, in vista del suo prossimo disco.
Text by SIMONE VERTUA
Creative Director GIORGIA SALERNO
Photographer KALI YUGA
Styling JULIE WOZNIAK
Un sorriso smagliante da attore americano, una jawline invidiabile ad angolo retto e quelle labbra che non smettono mai di dare baci a schiocco. All'anagrafe con il nome di Manuel Franco Rocati, ma conosciuto come Rosa Chemical - che unisce Rosa, il nome della madre, a Chemical che omaggia la band My Chemical Romance -, si è fatto ricordare in gara al Festival di Sanremo 2023 con la sua canzone "Made in Italy" portando sul palco dell'Ariston il grande messaggio di non aver paura ad amare liberamente con tutte le sfaccettature del caso. Le sue canzoni sdoganano i tabù legati alla sessualità innescati dalla società odierna, con un blend di generi che va dal rap al pop. Dopo un anno di silenzio Rosa Chemical ritorna presentando "Blackout", un brano di stampo cantautorale che inaugura un nuovo capitolo per l’artista torinese: una ballad che rievoca il romanticismo nichilista di una storia che indaga le zone di contatto tra amore e dipendenza.
L'OFFICIEL ITALIA: Com'è stato tornare a performare a Sanremo 2024 dopo il successo dell'anno scorso?
ROSA CHEMICAL: Bellissimo, mi sento sempre a casa.
LOI: Sul palco hai indossato un total look Maison Margiela by John Galliano, che cosa ti attrae particolarmente del fashion system?
RC: La libertà che uno ha di poter fare ciò che vuole con i vestiti e di sentirseli propri. Di Margiela mi piace che lo sento vicino a me: è estremo, può passare dal mondo elegante a quello alternativo con una facilità e velocità incredibile.
LOI: Parlando di feticci e fantasie, trovi sexy le Tabi di Margiela?
RC: Molto, ne ho anche qualche paio.
LOI: Parliamo del tuo nuovo singolo "Blackout" che uscirà l'1 marzo. Come sei arrivato a questa canzone?
RC: Ci sono arrivato dopo un anno di chiusura in me stesso. Ho riscoperto il piacere di stare da solo, di isolarmi per scrivere, suonare, produrre - non che questo piacere lo avessi perso del tutto - ma "Blackout" nasce da questa solitudine.
LOI: Come funziona il tuo processo di scrittura?
RC: È tormentato. Faccio molta fatica a scrivere. Una volta scrivevo per necessità, poi purtroppo come succede quando una passione diventa un lavoro, rischia di diventare un meccanismo standardizzato. Quello che ho fatto quest’anno è stato cercare il modo di tornare ad amare la possibilità di esprimermi, attraverso la musica "Blackout" è il primo episodio di questo innamoramento.
LOI: Che cosa ti ispira per i tuoi testi?
RC: Quello che vivo, che provo, ma anche la vita di tutti i giorni.
LOI: Quali sono i tuoi riferimenti musicali e gli artisti che ti hanno influenzato di più?
RC: Sicuramente da più piccolo Marilyn Manson e Justin Bieber. Ora i miei ascolti sono cambiati molto, ultimamente ascolto tanto cantautorato, in particolar modo l’ultimo disco di Calcutta.
LOI: Su che cosa stai lavorando al momento?
RC: Sto lavorando al disco e ad un progetto che non riguarda la musica ma di cui non voglio spoilerare niente.
LOI: Come hai coltivato nella vita la tua irriverenza?
RC: Dandole l’acqua ogni giorno (ride).
LOI: Come mai ti senti così schierato sulle tematiche sessuali?
RC: Non mi sento così schierato. Mi sento molto libero, pertanto mi fa piacere trasmettere questo senso di libertà sessuale anche al prossimo. Sarebbe bello un mondo in cui la libertà - ma non solo di questo tipo - fosse la regola.
LOI: Spesso sei nel mirino di tante persone che non vogliono accogliere i tuoi messaggi. Cosa cerchi di fare per mantenere la calma?
RC: Sono molto zen, mi viene molto naturale mantenere la calma, sclero pochissimo. Non devo fare niente su questo, solo essere me stesso.
LOI: Coraggio, sangue freddo e sensibilità creativa sono sicuramente tue qualità. Ma quali sono invece le tue fragilità?
RC: Forse proprio la solitudine. È un’arma a doppio taglio, ti dà la possibilità di scoprire alcuni lati di te che in altri modi non potresti conoscere o accettare, dall’altra ti isola, e il contatto umano è sicuramente un mio punto debole. Un’altra fragilità è che non so fingere: se una cosa non mi va, non mi piace, si capisce.
LOI: Qual è la soddisfazione più grande della tua vita?
RC: Vivere di quello che amo.
LOI: C'è qualcosa che vorresti comunicare ai lettori, o qualcosa di te che ancora non sappiamo?
RC: Che in realtà sono una persona molto tranquilla, a differenza di quello che molta gente pensa di me.
Make Up Artist BIANCA MARZOCCH