A Confident Man: l'intervista a Oliver Sim
Dopo essersi preso un momento di pausa dalla band The xx, Oliver Sim ha presentato il suo primo album da solista, "Hideus Bastard" e uno short horror, mirando a stravolgere la sua vita.
Text by SIMONE VERTUA
Una voce vellutata. Oliver Sim è autore di testi e bassista de The xx, band electro pop britannica fondata tra i banchi di scuola insieme a Romy Madley Croft e Jamie Smith. «Amo lavorare con i The xx, sono miei migliori amici dell’adolescenza ma la ragione per cui ho intrapreso questo album da solista è perchè volevo apprendere da nuove esperienze, non perchè ero infelice. Le canzoni che ho presentato da solita mi hanno dato un’identità che mi hanno fatto sentire ancora più eccitato a tornare a lavorare con loro nuovamente, ho nuove idee e modi per affrontare le tracce musicali. È stata un esercitazione per me perché ho tirato fuori tanti timori, paure e la vergogna personale con cui ho lottato. Mi sono sentito un’idiota, brutto in qualche modo e unlovable. Ho imparato che non queste cose non mi fanno sentire differente». L’album prodotto dall’amico Jamie xx (nome di Smith come produttore, ndr) si apre con la traccia “Hideous”, in cui canta con il suo idolo Jimmy Somerville, un pugno nello stomaco fino all’ultimo verso in cui dichiara apertamente di convivere con l’H.I.V. da quando aveva 17 anni. Con l’uscita della canzone Sim ha presentato anche “Hideous”, un corto diretto da Yann Gonzalez disponibile su MUBI. Un pastiche horror-giocoso su cui si avverte l’influenza di Derek Jarman.
L'OFFICIEL ITALIA: Con la tua canzone “Hideous” hai raccontato di essere affetto da H.I.V. da quando avevi 17 anni. Come ti sei sentito a condividere un aspetto così personale con tutti?
OLIVER SIM: Ci ho messo due anni per decidere di mettere me stesso in queste canzoni, tutti gli sbandamenti e i cambiamenti sono avvenuti ancora prima di pubblicare queste canzoni. Ho parlato tanto con le persone della mia vita che prima non conoscevano il mio status con l’HIV, ma nel momento in cui ho condiviso la canzone non era più un segreto, ed è diventata pura informazione pubblica che ha fatto il giro del mondo. Pensare a dove ero 3 anni fa e dove sono ora è stato davvero un enorme cambiamento, continuo a sentire un lato oscuro e pauroso della mia vita che continua a fare resistenza, ma mi sento più sereno e non è più un punto importante della mia vita. Prendo una compressa al giorno, non cambia il mio essere.
LOI: E che feedback hai ricevuto dalle persone?
OS: È stato speciale il supporto dei fan, alla fine fa parte della natura umana: quando qualcuno condivide qualcosa di così personale, apre delle porte alla condivisione. Mi sono confrontato con le persone per molto tempo ed è stato molto intenso, è come sentirsi ripetere la tua esperienza e questo mi ha fatto sentire veramente felice. Devo ammettere che ogni tanto mi sono dovuto dire: "sono un cantante non uno psicoterapeuta".
LOI: Recentemente ho visto un video tuo e di Romy in cui giocavate con dei coriandoli alla sfilata di Loewe. So che siete cresciuti insieme e che vi siete incontrati all’asilo. Che cosa hai imparato da lei?
OS: Ho speso la mia intera vita con Romy, l’ho conosciuta quando avevo 3 anni. Ho sempre pensato che le donne maturano più velocemente rispetto agli uomini. Siamo cresciuti sapendo che eravamo entrambi gay ma lei era sempre un passo avanti rispetto a me, mi ha aperto la strada facendo coming out un anno prima di me e mi ha sempre fatto sentire al sicuro per farmi fare lo stesso passo. Romy parla in maniera delicata ma è coraggiosissima.
LOI: Poi hai incontrato Jamie xx e avete fondato la band e presentato 3 album insieme. Ho letto che lavoravate particolarmente durante la notte perchè come dicevi tu: “La notte è più elegante per una canzone”. Ti trovi ancora a scrivere e registrare durante la notte?
OS: Fino ai 20 anni io e Romy stavamo svegli fino alle 5 del mattino per lavorare, perché ai tempi poteva sembrare quasi eroico star svegli di notte per lavorare. Ora invece siamo adulti, con i ritmi degli adulti e sopratutto ognuno vive a casa propria.
LOI: Hai un metodo preciso per scrivere le tue canzoni?
OS: In termini di scrittura raggiungo spesso dei confini interessanti durante la notte, quando sei stanco. Io ho l’iPhone che esplode di note e records, se qualcuno dovesse prendere in mano il mio telefono potrebbe inorridire. Lo considero come il lavoro interno della mia testa, una spece di backup a cui nessuno potrà mai accedere.
LOI: Eri alla sfilata di Burberry, Dior, Loewe e Acne Studios. Che cosa ti attrae maggiormente della moda?
OS: Sono molto fortunato, mi sento una specie di turista nel mondo della moda, la posso apprezzare come fan e mi diverto vestendomi. Sono cresciuto con la mia timidezza, ora sempre di meno e penso che i vestiti mi diano un carattere o una fantasia.
LOI: Che rapporto hai con Kim Jones?
OS: L’ho conosciuto quando ero molto molto giovane in un locale di Londra chiamato Heaven io lo frequentavo da minorenne in maniera illegale. L’ho incontrato 17 anni fa, molto prima di Dior Men, Louis Vuitton o Dunhill, aveva solamente il suo marchio e posso dire che non è un semplice amico ma una persona che mi ha supportato nel tempo.
LOI: Con i The xx in passato avevate fatto una capsule collection con Raf Simons. Ti piace l’idea di collaborare con i marchi?
OS: Si, sono stato recentemente allo show di Loewe e penso che Jonathan Anderson proponga davvero la moda del futuro. È un vero pensatore, tutto quello che fa è carico di significato e allo stesso tempo inserisce un lato giocoso che a mio avviso è il twist perfetto.
LOI: Che cosa ascolti?
OS: Sono cresciuto con una sorella che mi ha trasmesso la cultura dell’america hip hop di metà anni ‘90 Aaliyah o Missy Elliott e ho amato tutta questa scena, i miei ascoltavano i Talking Heads o David Byrne e poi nell'adolescenza sono inciampato nella musica dei Placebo i Queens of the Stone Age.
LOI: Con il nuovo album hai presentato anche il film “Hideous” disponibile su MUBI. Com’è stato lavorare con il regista Yann Gonzalez?
OS: Un sogno, una delle cose più belle che mi sono accadute nella vita. Yann è stato gentile e generoso, io volevo fare un film che comunicasse con un'atmosfera horror, queer e creativa, così sono diventato il mostro che ho sempre desiderato di essere, con 2 inc. di make up di scena. Sono cresciuto con gli episodi di “Buffy the Vampire Slayer” e sono molto attratto dal genere, sono abbastanza pauroso ma gli horror possono essere anche divertenti, significativi, playful e camp.
LOI: Hai detto tante volte che sei innamorato del film “Carrie” o dei film di Dario Argento e le colonne sonore di Goblin. Che cosa ti attrae di più? Il mood, il make up o le vibes creepy?
OS: Quando qualsiasi tipo di arte, sia cinematografica o musicale, è eccessivamente sincera e onesta, faccio davvero fatica a digerirla. L’horror invece è fantasia, esistono così tanti personaggi. Da ragazzino gay mi sentivo atratto in particolare dai mostri, esseri solitamente emarginati, non accettati, inseguiti, ma che a modo loro riuscivano a farsi valere sui loro persecutori. Possono insegnarti a sorridere nella paura.
LOI: C'è qualcuno con cui vorresti fare dei featuring?
OS: Amo alla follia Frank Ocean, non saprei che direzione prenderebbe la collaborazione e nemmeno se potrebbe funzionare, ma mi piacerebbe spendere del tempo con lui. Mi piacciono molto anche David Byrne e Róisín Murphy.
LOI: Qual’è il tuo miglior pregio?
OS: Non voglio darti una risposta da pageant queen ma sono i miei amici, persone che ho incontrato e che ho scelto nella mia vita. Sono convinto che sia una qualità avere amicizie da più di 20 anni e i miei amici mi hanno salvato tante volte la vita.
LOI: E il peggior difetto?
OS: Dire sempre che sto bene. Nella cultura britannica è buona educazione rispondere che stai sempre bene, come se fosse l’unica risposta socialmente accettabile. Sebbene sia stato super sincero nelle mie canzoni, nella vita di tutti i giorni non sempre sono stato capace di esserlo.
LOI: Qual è la più grande soddisfazione di scrivere le proprie canzoni?
OS: Per me il processo di realizzazione è la parte più soddisfacente, pubblicarla è la destinazione finale, ma il processo è la cosa che conta. Raramente una canzone viene fuori in un’ora, una situazione fantastica che equivale a trovare una miniera d’oro. Ma il più delle volte è un processo più lungo, magari ti trovi con 10 versioni differenti e può risultare frustrante ma tutto il processo infine è gratificante, forse sono dipendente dal mio lavoro, ma gran parte della mia autostima deriva dal fare musica. Questo mette un sacco di pressione sulla mia carriera, ma è così che funziona dentro me.
LOI: Su che cosa stai lavorando?
OS: Al momento sto lavorando a delle colonne sonore per il cinema e questo è davvero un altro mio sogno che si sta avverando. È uno dei motivi per cui ho fatto un film, volevo in qualche modo far parte di questo mondo. Le due colonne sonore a cui ho lavorato sono per due film molto diversi tra loro, usciranno a breve ma non posso ancora svelare molto. Sto facendo molta musica per me stesso e ho ricominciato a lavorare anche con Romy and Jamie. Presto torneremo anche con la musica dei The xx, è trascorso molto tempo...
LOI: C’è qualcosa che vorresti comunicare o condividere con le persone?
OS: Penso che il motore principale che ha mosso il mio album sia stato, in un certo senso egoistico. Volevo buttare fuori questo messaggio per me, per non sentirmi schiacciato dalla vergogna e dalla paura. Ma penso che la ciliegina sulla torta potrebbe essere che qualcun’altro riconosca il suo vissuto nella mia musica, dalle immagini raccontate, per potere realizzare che non si è soli e che ci si può liberare da queste emozioni, se mai le avessero provate.