Musica

Francesca Michielin indossa Stella McCartney durante il suo live al Rocket di Milano

Il completo scelto da Francesca Michielin per presentare il suo nuovo disco trasmettere un messaggio di libertà e amore per la natura
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Lo stage per le esibizioni dal vivo del Rocket di Milano è abbastanza piccolo o, meglio, raccolto, come fosse stato concepito per ospitare live show per pochi eletti e quello di Francesca Michielin ha effettivamente tutte le caratteristiche per potersi definire “intimo”. Quando sale sul palco Francesca indossa una jumpsuit multitasche, con cinturini in vita e chiusura con cerniera, molto particolare. Si tratta di un capo della collezione Resort 2020 di Stella McCartney. La capsule denominata “We Are the Weather” prende il nome dall’omonimo libro sul cambiamento climatico, firmato dallo scrittore americano Jonathan Safran Foer con cui Stella McCartney ha collaborato. Sul tessuto bianco le illustrazioni grafiche a forma di sole creano un look New Age cui si aggiungono i nastri ricamati con messaggi scritti a mano, che impreziosiscono l’elegante sartoria Savile Row. Una scelta impegnata per Francesca Michielin che sembra in linea con l’impegno costante di Stella McCartney per il rispetto dell’ambiente. Le stampe presentano frasi poetiche tratte dal romanzo di Safran Foer come «Siamo totalmente liberi di vivere in modo diverso» e, non a caso, anche quello di Francesca si presenta con un live completamente diverso da quelli a cui eravamo abituati. Un vintage electro set tutto da ballare in cui Francesca è stata accompagnata dal deejay, producer e polistrumentista Bruno Bellissimo al basso. Radicalmente nuovi gli arrangiamenti di alcuni dei suoi successi più grandi ai quali ha dato una nuova veste inaspettata e potente con drum pad e sinths. Francesca ha pensato a un lancio inedito per far conoscere al meglio il nuovo progetto discografico FEAT in uscita venerdì 13 marzo per Sony Music. 

«Incontrarsi è difficile. Risulta sempre più semplice scontrarsi, elencare le differenze, usarle per allontanarsi. Credo, però, non ci sia specchio migliore se non nell'Altro. Credo ancora che le differenze siano belle perché non tolgono nulla, anzi, riempiono davvero - ha raccontato Francesca - Questo progetto è stato un lavoro impegnativo ed ambizioso, fatto di incontri e paralleli, tesi a creare qualcosa che non avevo mai fatto prima, una storia di contrasto e unione, tra quei due mondi, Natura e Urban, che mi lasciano da sempre divisa e in bilico ma che mai come oggi mi appartengono. Il confronto è il mio Stato di Natura».


 

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Francesco Prandoni
Francesco Prandoni
Francesco Prandoni
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