Timberland porta Future73 in Triennale Milano
Durante la Milano Design Week il marchio statunitense celebra il 50° anniversario del The Original Timberland® Boot, portano una nuova installazione a Triennale Milano. Per l'occasione intervengono la shoe innovator e knit engineer Suzanne Oude Hengel, coinvolta nel progetto Future73 insieme a Ferdi Alici director di OUCHHH e la Vice President e General Manager di Timberland EMEA Nina Flood.
Il 2023 per Timberland sarà un anno intero di festeggiamenti che celebreranno il 50° anniversario del The Original Timberland Boot. Apre le danze Future73, un progetto corale che ha coinvolto sei visionari di tutto il mondo a reinterpretare l'icona del marchio per eccellenza, la Timberland® Premium 6-Inch Boot. Il team di creativi comprende: Edison Chen, attore di Hong Kong, diventato stilista e fondatore del brand di streetwear e lifestyle CLOT; Samuel Ross, stilista britannico e fondatore di A-COLD-WALL*; Suzanne Oude Hengel, ricercatrice nel mondo della maglieria e innovatrice delle calzature olandesi, nonché fondatrice di Knit In Motion; Nina Chanel Abney, pittrice e artista contemporanea nata a Chicago, ma residente a New York; Humberto Leon, da Los Angeles, stilista, retailer, direttore creativo e ristoratore; e Christopher Raeburn, stilista britannico e fondatore della propria etichetta di moda responsabile, RAEBURN.
Le capsule Future73 saranno rilasciate con sette uscite nel corso del 2023 presso alcuni dei retailer più influenti, così come nei flagship store e sul sito ufficiale di Timberland. Ogni drop sarà amplificato con sessioni creative curate da innovatori culturali, ospitati dai collaboratori di Future73, e progettate per educare e ispirare la futura generazione di visionari. In occasione della Milano Design Week 2023 Timberland porterà insieme a Suzanne Oude Hengel, la sua capsule con un progetto e un'installazione in Triennale Milano in collaborazione con lo Studio OUCHHH, leader e precursore dei nuovi media nell’ambito del "data painting", della scultura “data-driven”, dell'arte pubblica cinetica, delle esperienze immersive, della regia, della direzione artistica e della produzione di performance audiovisive su facciate architettoniche. Costituita da tre diversi capitoli, l'installazione si apre con un mosaico di immagini d'archivio del Timberland Premium 6-Inch Boot; il secondo capitolo è costituito da un modello realizzato grazie all'Artificial Intelligence (A.I.) ispirato alle tecniche di maglieria di Oude Hengel; mentre il capitolo finale sfrutta l'A.I. per creare un'opera unica attraverso la combinazione dei dati di Timberland e di Oude Hengel.
NINA FLOOD
«Ho iniziato a febbraio e sono già stata coinvolta a lavorare alla nuova strategia per i prossimi 50 anni» racconta Nina Flood, Vice President / General Manager di Timberland EMEA. Al momento è concentrata sul 50° anniversario e sulla valorizzazione dell'heritage del marchio, racconta il progetto Future73 e gli obiettivi per il futuro.
L’OFFICIEL ITALIA: Qual è il tuo primo ricordo di Timberland?
NINA FLOOD: Personalmente è un brand che genera una grande nostalgia dentro di me. Mio padre lavorava all’esterno e sceglieva sempre gli Original Timberland Boots - e quando ero piccola - mi divertivo a lasciare all’interno dei suoi stivali dei miei piccoli giochi o bamboline che ritrovava ogni mattina prima di indossarli per andare a lavoro.
LOI: Leggevo che sei un’executive member del VF European Inclusion Network. Quanto sono importanti le tematiche di inclusivity e diversity?
NF: È stata una delle ragioni che mi ha spinto ad unirmi al team perchè è super importante, non solo sul mercato EMEA, ma a livello globale. Se guardi al marchio, siamo arrivati a questo punto grazie alla community stessa e alle sottoculture che hanno reso celebri i Boots di Timberland. Sono molto orgogliosa di far parte di questo team, abbiamo un'ampio spettro di consumatori: studenti, operai, persone di città metropolitane, ma anche di periferia o di campagna, che appartengono a religioni differenti, gender, età e background unici.
LOI: La sostenibilità è un altro aspetto importante e una tematica a cuore per Timberland…
NF: L'idea è quella di continuare a guidare e dirigere gli sforzi in termini di responsabilità ambientale e sociale. Uno dei progetti di cui sono molto fiera è il Timberloop project che promuove il design circolare creando anche modelli innovativi facili da smaltire e riciclare. Anche con il nostro progetto Future73 vogliamo condividere i questi valori green insieme ai creativi e Edison Chen, uno dei talenti selezionati, ha incorporato nella sua collezione materiali naturali e rigenerati. È anche la prima volta che realizziamo una versione circolare del nostro 6-Inch Boot.
LOI: A che cosa stai lavorando al momento?
NF: Timberland è nato con l'obiettivo di tenere i lavoratori asciutti e al caldo e per questo motivo siamo riconosciuti in tutto il mondo per i nostri stivali. Oggi quindi unire l'outdoor e la vita è importantissimo, è nella nostra core strategy, e ora siamo concentrati sul 50° anniversario. Usciremo quest'autunno con una docu-serie che racconterà l’innovazione dei nostri prodotti e i cultural moments che hanno reso le nostre icone riconoscibili in tutto il mondo. Uscirà in concomitanza con alcuni drop relativi al ciquantesimo anniversario, attivazioni e personalizzazioni. Inoltre nei prossimi 18 mesi presenteremo nuove collezioni legate al mondo dell’escursionismo perchè vogliamo ribadire il nostro rapporto con l’outdoor, un altro aspetto importante del nostro heritage.
LOI: Durante la Milano Design Week presenterete a Milano Triennale il progetto Future73 insieme a Suzanne Oude Hengel e l’installazione di OUCHHH. Com’è nata la collaborazione?
NF: Per Future 73 abbiamo coinvolto 6 creativi provenienti da ambiti differenti, alcuni sono artisti e altri sono stilisti e creativi che rappresentano in pieno la connessione con la nostra community. Suzanne è olandese ed è una ricercatrice e knit engineer aveva lavorato con noi anche in passato e noi di Timberland eravamo interessati a come poteva sostituire la nostra pelle con la maglieria e ci ha portato meravigliose innovazioni tecniche, cromie vibranti e una tomaia in knitwear per il nostro Timberland® Premium 6-inch Boot. L'A.I. ha portato il progetto Future73 su un altro livello!
LOI: Quali sono gli obiettivi per il 2023?
NF: Continuare a spingere sulla strategia con un approccio audace e utilizzare l’anno del 50° anniversario per impostare le solide basi per i prossimi 50 anni. Vogliamo che la nostra eredità diventi una comprensione dell'artigianato e della qualità che offriamo e che continueremo ad offrire. Inoltre ci piacerebbe estendere la nostra linea Apparel fornendo un look head-to-toe e questa operazione potrebbe definitivamente connetterci ancora di più con i nostri clienti, specialmente le donne.
SUZANNE OUDE HENGEL
«Ho lavorato per la prima volta con Timberland sul primissimo CONSTRUCT 10061 nel 2018» racconta Suzanne Oude Hengel shoe innovator e knit engineer coinvolta per il progetto Future73 di Timberland, «Ricordo che era stata un'esperienza straordinaria in cui io e altri innovatori del settore avevamo trascorso una settimana insieme a creare concetti incredibili nella vecchia fabbrica in Repubblica Dominicana. Per CONSTRUCT, ho creato alcuni campioni di tessuto a maglia che sono stati utilizzati da tutti durante il viaggio e questo ha sicuramente apportato un elemento nuovo ed entusiasmante al marchio. Sicuramente hanno apprezzato la mia creatività e hanno pensato che avrei contribuito con qualcosa di nuovo e molto diverso da quello per cui Timberland è conosciuto».
LOI: E questa volta come hai combinato la tua visione con Timberland per la capsule collection Future73 Apparel e i Boots?
SOH: Abbiamo avuto molta libertà, perciò si trattava di restringere il campo a ciò che volevo realizzare per la mia capsule Future73. Il mio pensiero principale durante l'intero processo era: "Mantenere la riconoscibilità di Timberland e fare qualcosa di completamente inaspettato".
Con questo mindset, le due cose su cui mi sono concentrata sono state l’utilizzo audace del colore e la messa in evidenza di ciò che rende speciale il lavoro a maglia. Nelle calzature, entrambe le tomaie sono lavorate a maglia come un unico pezzo con tutte le funzionalità incluse. Nello stivale da 6-Inch Boot abbiamo sostituito il foam normalmente presente nel colletto con un distanziatore più spesso.
LOI: Per la Milano Design Week sei stata coinvolta nell'installazione di OUCHHH in Triennale Milano. Com'è stato portare il tuo lavoro in un’istituzione così importante?
SOH: È surreale trovarsi in una cornice così speciale, è stata un'esperienza incredibile. Sono entusiasta di poter mostrare la collezione Future73 e il lavoro in knitwear in un modo completamente nuovo.
LOI: A proposito… oltre ad essere una shoe innovator sei anche una knit engineer. Qual è secondo te, il potenziale del knitwear?
SOH: È illimitato, si possono fare tantissime cose, dalla realizzazione di prodotti direttamente sulla macchina alla creazione di tessuti distanziatori in 3D.
Per molte persone le lavorazioni a maglia sono utilizzate solo per le collezioni, ma il knitwear è impiegato in moltissimi altri settori come ad esempio nel settore automobilistico, medico, calzaturiero e via dicendo. La percezione di ciò che è, e di ciò che può essere, sta lentamente cambiando e mi entusiasma pensare a tutte le straordinarie innovazioni che verranno dall'industria della maglieria nei prossimi anni.
LOI: Qual è stata la cosa più stimolante di questa collaborazione?
SOH: In questo progetto e nella mia pratica personale, il lavoro manuale è sempre la parte più eccitante e stimolante. Per questa collaborazione ho avuto la fortuna di lavorare con il team di calzaturieri di The SHED, presso la sede centrale di Timberland a Stratham. Lo SHED è come un luna park in cui puoi dare vita a tutte le tue idee senza dover aspettare che i prototipi tornino dalla fabbrica.
È stato bello che il team dell'abbigliamento sia venuto nel mio studio in Olanda e abbia tenuto dei workshop in presenza.
LOI: Come funziona il tuo processo creativo?
SOH: Inizia sempre cercando di rispondere a una domanda: "La macchina può fare questo?", "Come posso lavorare a maglia questo?". "Posso affiancare questa funzionalità a quella?". E da lì inizia la mia ricerca. Raramente mi siedo e faccio schizzi, solitamente sperimento con la macchina e provo le mie idee in tempo reale.
Lavorare a maglia significa trovare l'equilibrio perfetto tra tanti elementi, come il filato, la tensione, la scala, la struttura e il colore. Si tatta un lavoro empirico: una volta che i campioni iniziano ad uscire dalla macchina, mi baso su quelli che mi piacciono di più.
LOI: Quali sono gli elementi fondamentali per la scarpa perfetta?
SOH: Deve sempre combinare funzionalità ed estetica, senza sacrificare l'una per l'altra. Per me forma = funzione e amo le scarpe che sono progettate in questo modo.
Per me è importante anche una buona scelta cromatica...
LOI: Quali sono i tuoi sogni per la tua carriera e il tuo futuro?
SOH:
Mi piacerebbe avere un mio centro di ricerca e un innovation hub sulla maglieria, dove trascorrere la maggior parte del tempo lavorando accanto alle macchine ed esplorando tutte le mie idee. Uno spazio in cui altri designer e marchi potrebbero venire a testare idee innovative per il knitwear.
Inoltre vorrei anche continuare a studiare e conseguire un master, forse anche un dottorato, ma vediamo cosa ci riserverà il futuro.
FERDI ALICI
«Sei anni fa, avevamo questa passione di integrare l'intelligenza artificiale all'interno delle pipeline creative» racconta Ferdi Alici, direttore dello Studio OUCHHH, «Ma la prima grande soddisfazione è arrivata nel 2018 quando abbiamo presentato il primo grande progetto a Parigi, si trattava di “POETICAL AI”, una mostra interamente orientata sull’A.I. all’Atelier des Lumières, il primo museo digitale della città. Riscosse un notevole successo tanto da attirare un milione di persone in 9 mesi». Coinvolto per l'installazione in Triennale Milano presentata durante la Milano Design Week 2023 insieme a Timberland, Ferdi racconta la collaborazione con Suzanne Oude Hengel e riflette sul progresso.
L'OFFICIEL ITALIA: Lo Studio OUCHHH vanta collaborazioni con nomi riconosciuti a livello mondiale come NASA o Google. Com’è nata la collaborazione con Timberland?
FERDI ALICI: Siamo stati contattati con l’obiettivo di creare qualcosa di impattante che ruotasse attorno al progetto Future73. Per il Salone del Mobile abbiamo lavorato con Suzanne Oude Hengel che ci ha illustrato il suo processo creativo e la sua proposta del Boot realizzato con tecniche di knitwear innovative. Abbiamo avuto la fortuna di riscoprire l’archivio del marchio e per celebrare l’anniversario dei 50 anni collezionato i dati e le immagini storiche di Timberland affiancate alle immagini del processo creativo della scarpa di Suzanne. La nostra proposta è un'esperienza immersiva che permetta alle persone di scoprire in prima persona l’intelligenza artificiale.
LOI: Come avete utilizzato l’A.I. per l’installazione presso Triennale Milano?
FA: Abbiamo realizzato una specie di tunnel infinito costruito con i dati e le immagini che ripercorrono i 50 anni di archivio di Timberland, l’A.I. crea una classificazione di immagini secondo i colori, le forme, pixel e via dicendo... . Poi c’è un altro tunnel legato all’archivio del lavoro di Suzanne tradotto in fotografie e anche qui l’A.I. effettua la sua catalogazione. Il tutto viene unito ad un algoritmo che realizza un’indagine tra i pixel e i rendering delle nuove varianti realizzate da Suzanne. Questa processo sarà presentato in maniera fluida all’interno di un’installazione, un blocco posizionato nella stanza, con uno storytelling che viene suddiviso in 3 capitoli.
LOI: Qual è l’ispirazione dietro all’installazione?
FA: Il punto di partenza è stato il lavoro di Suzanne, i suoi nuovi design in knitwear sono stati ispirazionali per noi perché in qualche modo condividono il nostro mindset. Abbiamo impiegato le nostre competenze cercando di inserire qualcosa di nuovo con l’A.I..
LOI: Fin dagli anni ‘90 con l’arte relazionale, arte e tecnologia hanno stretto un legame indissolubile e molti artisti hanno basato la loro pratica artistica sull’esperienza con la tecnologia. Perchè pensi che sia così importante includere il pubblico?
FA: Per noi la tecnologia non è una proposta, ma uno strumento. Cerchiamo di includere tecnologia e l’arte dei creativi in uno spazio pubblico per sviluppare nuovi media artistici. Ma la visione è sempre trainata dall’idea che cerchiamo di portare avanti con la tecnologia già esistente. Il nostro obiettivo è affiancare e combinare la visione artistica degli artisti alla tecnologia senza il bisogno di creare nessuna competizione o conflitto. Naturalmente per coinvolgere fisicamente il pubblico, anche lo spazio gioca un ruolo fondamentale. A livello architettonico abbiamo realizzato un’installazione custom-made per trasportare gli spettatori nell’esperienza immersiva di Timberland servendoci di tutti i mezzi e le figure di competenza possibili. La nostra idea era quella di creare una specie di struttura impossibile che fluttuasse nell’aria.
LOI: Dal tuo punto di vista qual è la cosa più stimolate dell’A.I.?
FA: L'Artificial Itelligence ha il potenziale di far vedere alle persone ciò che è invisibile. Questo è il punto di partenza, noi vogliamo mostrare questo universo sconosciuto alle persone come un pezzo d’arte che possono osservare questo mondo nascosto fatto di dati. Possono sembrare solamente codici ma con la creatività tutto questo assume un significato differente e poetico che si sperimenta con l’esperienza.