Fashion

In a Barbie World: la vera storia della bambola più alla moda di sempre

Dal ’59 ad oggi è stata un emblema di emancipazione femminile, la prima bambola a non inculcare nelle bambine l’idea della maternità come destino. Per poi diventare, con le sue misure da top model, un simbolo di non inclusivita’. In attesa della chiave di lettura che ne darà Greta Gerwig, L’Officiel ne ricorda la storia.

face happy head person smile adult female woman fun vacation

L’uscita a luglio del film "Barbie" di Greta Gerwig, la regista di Lady Bird e Piccole Donne, ha riacceso l’interesse per la bambola più famosa del mondo ad oggi ne sono state vendute più di un miliardo di esemplari. È il 9 marzo 1959 quando nei grandi magazzini americani compare Barbie, da un’idea di Ruth Handler, moglie del patron Mattel. Voleva regalare alla figlia una bambola con le sembianze di una adulta, con cui le bambine potessero giocare a “fare le grandi”. Una prima, vera alternativa al bambolotto, e quindi al gioco di ruolo madre-figlio.

L’idea di una bambola in plastica si concretizzò quando ne vide una, la “Bild Lilli”, nel 1956 in Svizzera: con gli occhi azzurri, i capelli biondi e il corpo da donna. Di ritorno in America, Ruth ne acquistò i diritti e la usò per creare il primo prototipo, ma con gli standard della bellezza americana: “voglio una teenager, con vita e fianchi stretti e le tette”. Barbie doveva incarnare indipendenza e modernità.
“Quando ho concepito Barbie, credevo che fosse importante dare alle bambine autostima”. Barbara Millicent Roberts, questo il suo nome per esteso, con i suoi 29,2 cm di altezza e 205,2 grammi di peso, è entrata nelle case di tutto il mondo, suggerendo futuri immaginari e un nuovo tipo di femminilità.

product=850 imagetype=historical product imageyear=1959 figurine doll toy adult female person woman face head barbie
Barbara Millicent Roberts, ovvero la prima Barbie, del 1959. (Courtesy Mattel)

Solo nel 1959 ne vennero prodotte e vendute 351.000. La prima è in costume da bagno a righe da pin-up, pelle chiara, capelli neri raccolti in una coda e make-up ispirato allo scatto di Erwin Blumenfeld per la copertina di Vogue del primo gennaio 1950. Nello stesso anno, la bambola viene proposta anche nella versione con i capelli biondi, mentre il 1961 è l’anno dell’accessorio: Ken Carson, cui Ruth Handler dà il nome del figlio Kenneth, fidanzato di una vita con cui però non si sposerà mai. Una bambola completamente nuova, che racconta una donna diversa, svincolata dal modello patriarcale della famiglia, anzi dedita al successo lavorativo. Nei suoi 64 anni di vita ha scelto 156 carriere diverse, evolvendo con la società, e in alcuni casi anticipandola.

Nel 1968, sono gli anni delle Black Panthers, arriva Christie, la Barbie Afroamericana. Bisognerà aspettare il 1980 per quella latina.

Come quando nel 1965 esce Barbie astronauta, precedendo di qualche anno Neil Armstrong. Nel 2012, in concomitanza con le elezioni presidenziali USA, viene lanciata Barbie I can be President”, la sola Barbie in grado di stare in piedi da sola. Dai ’70 Barbie diventa chirurgo, cameriera, veterinaria, infermiera, assistente di volo, ambasciatrice UNICEF. Nel 1968, negli anni delle Black Panthers, era arrivata l’amica Christie, la prima Barbie Afroamericana. Anche se bisognerà aspettare  il 1980 perché venga messa in commercio quella latina. Il 1971 è l’anno di Barbie Malibù: pelle abbronzata, capelli biondi, villa sulla costa californiana e una Corvette ZR1 3ZR rosa shocking.

product=02449 imageyear=1986 imagetype=catalog person photography portrait nature outdoors piste ice night peak pants

Nel 1992 esce il modello Totally Hair, ancora oggi il più venduto al mondo: capelli lunghi oltre 20 centimetri, da abbellire con otto tipi diversi di spille e un vestito ispirato a Emilio Pucci disegnato da Carol Spencer. La Spencer, fashion designer di Barbie per oltre 35 anni, racconta in “Dressing Barbie”, un libro che raccoglie oltre 100 fotografie di abiti, quanto la bambola fosse vicina alla realtà, anche grazie e attraverso la moda: Barbie è stata definita già nei Sixties Teen Age Fashion Model. Dall’abito Crisp n’ Cool, ispirato alla first Lady Jackie Kennedy, con gonna longuette rossa e borsetta abbinata, al vestito rosso portato con una camicia da uomo stretta in vita che guardava a Barbra Streisand in “Funny Girl” (1968); dal grande successo “Barbie Country Club” con gonna a ruota a righe bianca e oro, a “From Nine To Five” un esplicito riferimento alla donna che lavora con abito blu scuro e décolleté nere. Infine, la Barbie ispirata a Jane Fonda e alla moda dell’aerobica lanciata negli anni ’80, con body azzurro e fascia nei capelli che raggiunse anche il grande schermo grazie al film Toy Story.

Barbie ha indossato un miliardo di abiti, per 980 milioni di metri di stoffa. Nel suo armadio: Versace, Armani, Moschino, Dior, YSL, gli americani Oscar De La Renta, Donna Karan, Calvin Klein, Ralph Lauren. Molte le collezioni speciali, oggi collectibles: “Barbie De Beers”, realizzata dall’omonimo gioielliere con diamanti veri, o la “Pink Splendor” del ’66 decorata da filigrana d’oro e cristalli Swarovski.

dress figurine formal wear adult female person woman fashion face gown
figurine doll toy clothing coat jacket skirt barbie shoe face
Nella prima foto: Barbie con look Givenchy, 2000. Nella seconda foto: Barbie con look Calvin Klein, 1996.
adult female person woman dress figurine fashion doll face necklace
Tre Barbie con look Yves Saint Lourent 2018 (Courtesy Mattel)
clothing coat adult female person woman figurine accessories bag handbag
dress adult female person woman formal wear figurine evening dress fashion face
Nella prima foto: Barbie con look Ferrari, 2005 (Courtesy Mattel). Nella seconda foto: Barbie con look Versace 2004, (Courtesy Mattel)
product=16013 imageyear=1997 imagetype=catalog dress evening dress formal wear skirt adult female person woman chair glove
Barbie con la giacca Bar di Dior, 1997 (Courtesy Mattel)
figurine doll toy barbie accessories bag handbag person face glasses
Alcune Barbie con look Moschino, 2015. (Courtesy Mattel)

Nell’archivio de L’OFFICIEL abbiamo ritrovato tante testimonianze del rapporto strettissimo tra Barbie e la moda: abiti sartoriali plasmati sul micro corpo di plastica, come quelli realizzati dal designer Jean Patou (suo grande collezionista), fino a abiti haute couture versione petite. E ancora, la collezione Fall 1995 di Chanel by Karl Lagerfeld, con tailleur rosa bubble gum e teste cotonate anni ’60, o la S/S 2015 di Moschino, dedicata proprio alla Mattel.

figurine doll toy person formal wear clothing dress
adult female person woman arm body part accessories face head
accessories jewelry person ornament
Due doppie pagine de L'OFFICIEL n. 803 del 1996 di Helmut Stelzenberger.
figurine clothing dress formal wear doll toy person face head
Una doppia pagina da L'OFFICIEL n. 833 del 1999
person scissors
Radiografia di Barbie da L'OFFICIEL n. 825 del 1998.
adult female person woman fashion blouse pants shoe formal wear dress
James King e Beiron in un servizio per L'OFFICIEL n. 798 del 1995 di Francesco Scavullo.

Dagli anni ’90 ai 2000, Barbie però deve fare i conti con un mercato in forte cambiamento e accuse di istigazione all’anoressia, tanto da costringere la casa madre, nel 1997, ad aumentarne le dimensioni del bacino. Dovremo aspettare diversi anni prima di un altro segno forte, quello della collezione Inspiring Women, di cui fanno parte Frida Kahlo, Amelia Mary Earhart, la matematica Katherine Johnson, e l’italiana Samantha Cristoforetti. Donne di epoche, origini, estrazione sociale, istruzione, ideali e sogni molto diversi tra loro, ma tutte simbolo di resistenza alle convenzioni e innovazione. Mentre sulla spinta crescente della body positivity e dell’inclusività escono Barbie che si svincolano dal modello unico basato sulle misure vitali delle supermodel come quella recentissima con la sindrome di Down.

person astronaut
Barbie astronauta ispirata a Samantha Cristoforetti, 2021 (Courtesy Mattel)

Tags

Articoli consigliati