The New Wave of Womenswear: Louise Trotter
La stilista e direttrice creativa di Carven - dopo aver debuttato durante la Paris Fashion Week con la prima collezione primavera estate 2024 - racconta la sua visione che sta contribuendo alla costruzione di una nuova storia del marchio francese.
Nel 1945 la fondatrice Marie-Louise Carven fonda la Maison Carven con l’obiettivo di vestire una donna piccola di statura, una couturier che all’epoca fronteggiava altre due rare donne nel settore, Elsa Schiaparelli e Coco Chanel. «È stata sotto molti aspetti la pioniera del prêt-à-porter, del marketing e delle sfilate utilizzate come strumento di comunicazione e vissute come esperienze. Ha infuso il suo marchio con la sua personalità e il suo spirito di gioia giovanile e spontanea. Il suo amore per la natura e il suo spirito ottimista, più di qualsiasi codice specifico» racconta Louise Trotter, prima direttrice creativa donna del marchio dopo la fondatrice che ha presentato durante l’ultima fashion week di Parigi la sua prima collezione primavera estate 2024 rimettendo in moto la Maison francese, dormiente dall’ultima direzione creativa di Serge Ruffieux del 2018. «Intendo evolvere lentamente e ricostruire questa casa di moda per farla diventare molto amata dal pubblico. Con la fondatrice condivido i valori comuni come il desiderio di creare abiti belli e utili per tutti i giorni. Vestiti premianti, che diano fiducia a chi li indossa, e realizzati con un approccio pragmatico, privo di troppi drammi e rumori».
La stilista britannica, nata a Sunderland nel 1969, dopo aver studiato fashion design all'Università di Newcastle, ha lavorato da Whistles per poi trasferirsi negli USA per lavorare da Calvin Klein, Gap e Tommy Hilfiger. Rientrando a Londra ha lavorato per un periodo da Jigsaw, successivamente ha preso le redini dello stile di Joseph per 9 anni, e la sua ultima esperienza è stata 4 anni da Lacoste dove «ha esplorato gli innovativi metodi dell’upcycling».
Il suo linguaggio stilistico è smart, sobrio, all’insegna del “less is more” con alcune aggiunte di capi sportivi. Il suo intento è quello di: «concentrarmi sul guardaroba e le figure femminili che lo indossano, creando un’idea di community che sia un luogo in cui le donne possano entrare in contatto, sentirsi viste, far parte di una storia condivisa al di là della moda, in cui si celebra la consapevolezza e l'ottimismo» risponde in maniera ambiziosa e determinata nell’impresa costruire una nuova era di Carven. E tra le sue ispirazioni viene citata anche l’artista Alison Watt con cui ha collaborato per creare l’invito della sua prima sfilata - il dipinto Warrender (2016), una pagina bianca piegata in quattro - quasi a rappresentare la sua intenzione di riportare i contatori a zero e scrivere un nuovo capitolo della Maison, questa volta al femminile.