La vita (straordinaria) di Gianni Versace: le sfilate più belle entrate nella storia
«Penso che la responsabilità dei designer sia quella di spezzare le catene e andare contro le regole». Gianni Versace ha rivoluzionato la moda con il suo stile sensuale e spregiudicato, ridefinendo il concetto di glamour e inventando il ruolo della Supermodella. Dai primi passi a Reggio Calabria fino alla creazione di un impero globale con la casa di moda che porta il suo nome, storia di un'icona contemporanea.
Gianni Versace è uno dei nomi più illustri nella storia della moda contemporanea. Fondatore dell’omonima maison, Versace non è stato solo un designer, ma un visionario capace di rompere gli schemi e ridefinire i confini della moda. Dimostrando fin da giovane un’inclinazione naturale verso il design e la creatività, la sua carriera, iniziata con umiltà nella sartoria di famiglia, lo ha portato a costruire un impero globale che ha influenzato non solo il modo di vestire, ma anche il modo di pensare alla moda come espressione di identità e cultura. La sua estetica audace - colori vivaci, tagli sensuali e motivi iconici come la Medusa - ha segnato gli anni '80 e '90, rendendo Versace un simbolo di lusso e modernità. La tragica scomparsa del designer nel 1997 non ha oscurato il suo lascito, che continua a ispirare il mondo della moda e non solo.
Le radici e gli inizi nella sartoria di famiglia
Gianni Versace nasce il 2 dicembre 1946, in una famiglia della media borghesia calabrese. La sua passione per la moda emerge presto grazie all’influenza della madre, Francesca. Nella sartoria di famiglia al numero 13 di via Tommaso Gulli della città calabrese, Versace sviluppa un’attenzione particolare ai dettagli e una passione per i tessuti pregiati. Passa ore osservando la madre mentre cuce abiti su misura, apprendendo i segreti dell’artigianato sartoriale. «Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d'Alta Moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l'Iliade, l'Odissea, l'Eneide, dove ho cominciato a respirare l'arte della Magna Grecia.»
Questa formazione è la base del suo approccio al design, connubio tra tradizione artigianale e innovazione creativa. Negli anni della sua adolescenza, Gianni mostra un gusto spiccato per il disegno e inizia a creare i suoi primi modelli. Il talento precoce attira l’attenzione di alcuni imprenditori locali, che gli offrono la possibilità di collaborare con aziende di moda italiane emergenti.
Milano e la fondazione di Versace
Verso la fine degli anni ’70, Gianni Versace si trasferisce a Milano, che si è attestata da pochi anni come cuore pulsante della moda italiana. Qui collabora con diversi marchi, affinando ulteriormente il suo stile e costruendo una rete di contatti nel settore. Nel 1978, con il supporto del fratello Santo e della sorella Donatella, fonda la sua casa di moda, la Gianni Versace S.p.A. La prima collezione presentata a Milano ottiene grande successo. La sua estetica si distingue per la capacità di fondere arte, cultura pop e design architettonico, sperimentando con tessuti inediti, stampe audaci e silhouette provocatorie. Il logo della Medusa, simbolo della maison, riflette perfettamente il suo desiderio di creare abiti capaci di catturare e ipnotizzare chi li osserva: «Quando le persone guarderanno a Versace, dovranno sentirsi atterrite, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa».
Gli anni '80: moda e spettacolo
Durante gli anni '80, Gianni Versace raggiunge l’apice del successo, trasformando il brand in un fenomeno globale. È tra i primi a comprendere il potenziale delle celebrità come ambasciatori del marchio, vestendo star e icone-pop come Elton John, Madonna, Prince e, non ultima, Lady Diana, con la quale intrattiene un rapporto d'amicizia e alla quale dona un look rinnovato e sensuale dopo il divorzio dal principe Carlo. Le sue sfilate non sono semplici eventi, ma spettacoli teatrali che combinano musica, danza e arte visiva, anticipando il concetto successivo di fashion show come forma di intrattenimento. Versace gioca anche un ruolo fondamentale nell’affermare il supermodel come icona culturale. Naomi Campbell, Cindy Crawford, Claudia Schiffer e Linda Evangelista diventano volti ricorrenti delle sue campagne pubblicitarie, consolidando il legame tra moda e cultura pop.
L'estetica Versace
«C'è un Versace molto conservatore, c'è un Versace molto pazzo, c'è un Versace molto teatrale... Non ho ancora deciso chi sceglierò di essere». Il tratto distintivo di Gianni Versace è il suo coraggio nell’osare. I suoi abiti sfidano le convenzioni con tagli sensuali, materiali innovativi e stampe eccentriche. Le collezioni includono elementi della cultura classica, come motivi greco-romani, combinati con riferimenti moderni e una forte sensualità. Versace non crea solo abiti, ma opere d’arte che celebrano la bellezza del corpo umano. Questo approccio lo rende amato e al contempo criticato, poiché molti considerano il suo stile eccessivamente provocatorio. Crea una narrazione funzionale alla sua estetica neo-barrocca: «Non credo nel buon gusto», dichiara in un'intervista.
La tragedia del 1997
l 15 luglio 1997, Gianni Versace scompare tragicamente per mano di Andrew Cunanan davanti alla sua villa a Miami Beach, al 1116 di Ocean Drive. L’evento sconvolge il mondo della moda e i funerali nel Duomo di Milano hanno risonanza mondiale, non solo per la perdita di un grande stilista, ma anche per il modo drammatico in cui questa si è consumata. Nonostante il lutto, la famiglia Versace, in particolare la sorella Donatella, decide di raccogliere l’eredità di Gianni, continuando a portare avanti la maison con caparbietà e successo.
«Voglio essere un designer del mio tempo»