When Vuitton meets Fornasetti: Alessandra Mastronardi
Alessandra Mastronardi interpreta la nuova collezione Louis Vuitton, nata dalla fascinazione di Nicolas Ghesquière per le stampe di Piero Fornasetti. Al punto che il designer è il curatore di una mostra sull'originalità creativa comune a entrambe le Maison
Photography FRANCESCO FINIZIO
Styling FABRIZIO FINIZZA
«Cos’è la moda per me? Quando ero piccola, un gioco che mi consentiva di cambiare identità e personalità, crescendo, una realtà per cui provo un rispetto profondo», esordisce Alessandra Mastronardi. «Personalmente nel vestirmi cerco sempre di non sovrastrutturarmi, di non sovraccaricarmi. Mi sono molto divertita sul set di questo shooting a indossare abiti monumentali di Louis Vuitton così over, in cui la mia figura spariva letteralmente. Del resto la nuova generazione vive in outfit super baggy... ».
L’OFFICIEL ITALIA: Com’è stato interpretare la Fracci nel biopic di Rai1? (“Carla”, di Emanuele Imbucci, in uscita a dicembre)
ALESSANDRA MASTRONARDI: Una grande sfida, una storia che copre 30 anni di vita, dagli inizi alla fama. Sono stata scelta direttamente dalla Fracci, che era fortemente partecipe della sceneggiatura. Durante il primo incontro le chiesi cosa voleva uscisse fuori più di tutto e lei mi disse: “Voglio che esca la forza, la tenacia, il rispetto verso una disciplina che diventa vita, la serietà”. Le ho risposto che non avrei più sorriso. E lei mi ha detto: «Sorridi poco». Ho fatto il percorso di preparazione in soli tre mesi, e il mio grande rimpianto è che lei non sia riuscita a vedere il film finito. Per entrare nel ruolo mi sono documentata su tutto il materiale possibile, a partire dalla sua autobiografia. La Fracci aveva negli occhi una forza incredibile, ma sul palco sembrava in trance, per lei la danza era ossigeno. Quello che ne faceva una figura a parte rispetto alle altre étoiles era il suo essere un’attrice, non a caso il suo compagno di una vita era un regista teatrale. Di lei mi ha affascinato soprattutto il suo non aver mai dimenticato da dove fosse partita, il suo non essersi mai vergognata delle umili origini, tanto che agli inizi la chiamavano “la Stracci”.
LOI: Ci sono delle somiglianze con “Black Swan”, il film di Darren Aronofsky, inevitabile pietra di paragone per qualsiasi film contemporaneo sulla danza?
AM: Abbiamo scelto di mostrare come nel film con Natalie Portman il dolore fisico delle ballerine, i loro piedi tumefatti, deformi, pieni di cicatrici... senza però analizzarne i mostri interiori come in “Black Swan”.
LOI: Perchè hai iniziato a fare l’attrice? E cosa ti mantiene motivata a continuare?
AM: Ho cominciato da piccola ad andare sul set, era un gioco, come per altre bambine frequentare la scuola di danza. Non sono figlia d’arte ed è stato complicato farlo capire ai miei. Ho realizzato che recitare poteva essere il mio futuro quando ho finito la prima serie de “I Cesaroni”, e il produttore mi ha detto che se mi fossi impegnata sarebbe potuto diventare il mio lavoro. Non avevo nessuna formazione d’attrice e mi vergognavo a fare questo mestiere rispetto a chi lo faceva da anni, e magari usciva da una scuola teatrale o dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Devo dire che in tutti questi anni la passione non si è mai spenta: si può affievolire se non arrivano progetti, ma si riaccende appena squilla il telefono! Il mondo degli attori è un’altalena, un lavoro che è un’infinita psicanalisi, lavoriamo coi nostri sentimenti e per questo mi è rimasto qualcosa di tutti i ruoli che ho interpretato, e mi è molto difficile dire quale sia stato più importante, o più formativo.
LOI: Cosa ti auguri per il futuro?
AM: Il sogno fra tutti? Lavorare con Guadagnino.
TALENT: Alessandra Mastronardi;
MAKE UP: Simone Belli @ SIMONEBELLI.COM;
HAIR: Michele Di Bisceglie @ SIMONEBELLI.COM.
IN TUTTO IL SERVIZIO- Carta da parati “Procuratie”, FORNASETTI BY COLE AND SON; stivaletti di pelle patchwork, LOUIS VUITTON.