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Cos'è la Videoart?

La video arte è un linguaggio artistico nato negli anni '60, che utilizza il video per esplorare concetti visivi e critici. Sperimentazione, installazioni immersive e tecnologia la rendono una forma d’arte innovativa e in continua evoluzione.

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Nam June Paik, pioniere della video arte, accanto alla sua scultura video *Fin de Siècle II*. L'opera combina tecnologia e creatività, riflettendo il suo approccio visionario all'arte dei nuovi media. (Foto di Mario Ruiz/Getty Images)

Negli anni '60, mentre il mondo si avvicinava all'era della tecnologia e delle immagini in movimento, un gruppo di artisti decise di trasformare i video in un vero e proprio strumento d'arte. Nacque così la Videoart, una forma di espressione che ha letteralmente cambiato il rapporto tra arte e tecnologia. Ma cos’è esattamente la video arte e perché continua a influenzare l’arte contemporanea? Scopriamolo insieme.

Alle origini della Videoart

La video arte è un genere artistico che utilizza il video come mezzo di espressione principale. A differenza del cinema o della televisione, la video arte non ha l’obiettivo di raccontare una storia lineare o di intrattenere il pubblico. Piuttosto, esplora concetti, emozioni e innovazioni visive attraverso immagini in movimento.

Il punto di svolta si ebbe con l’introduzione della videocamera portatile Sony Portapak nel 1965. Questo dispositivo consentì agli artisti di creare opere video senza l’ausilio di attrezzature cinematografiche complesse e costose. Uno dei primi artisti a sfruttare questa tecnologia fu Nam June Paik, spesso definito il "padre della video arte". Con opere come "Magnet TV" (1965), in cui manipolava i segnali televisivi con un magnete, Paik dimostrò come i video potessero essere usati per creare immagini astratte e concettuali, anziché semplici trasmissioni.

Caratteristiche principali

La video arte non è vincolata da regole, ma presenta alcune caratteristiche:

  • Sperimentazione visiva: Gli artisti manipolano immagini, suoni e luci per creare un'experience senza precedenti
  • Interazione con lo spazio: Spesso le opere di video arte sono esposte in installazioni immersive, dove il pubblico può muoversi e interagire.
  • Critica sociale e concettuale: La video arte è stata utilizzata per trattare temi come il consumismo, la politica, la spiritualità e le disuguaglianze di genere.
  • Forma non lineare: Le opere non seguono una struttura narrativa tradizionale, ma esplorano il tempo e il movimento in modi completamente nuovi.

«Con la video arte, gli artisti esplorano il tempo, lo spazio e la tecnologia».

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L'artista newyorkese Joan Jonas ritratta nella "Fish Room" della sua video installazione "They Come to Us Without a Word", esposta alla Gallery 308 del Fort Mason Center for Arts and Culture, a San Francisco, 2019. (Foto di Lea Suzuki/San Francisco Chronicle via Getty Images)
Una sezione della mostra dedicata all'artista americano Bruce Nauman presso la Tate Modern di Londra, 2020. L'esposizione esplora il suo lavoro pionieristico nel campo della video arte e della performance. (Foto di Judith Burrows/Getty Images)
La stanza "Homeroom" della video installazione "They Come to Us Without a Word" dell'artista newyorkese Joan Jonas, esposta alla Gallery 308 del Fort Mason Center for Arts and Culture, San Francisco, 2019. L'opera intreccia immagini, suoni e narrazione per esplorare temi di memoria e natura. (Photo By Lea Suzuki/The San Francisco Chronicle via Getty Images)

«La video arte è un linguaggio che trasforma immagini in movimento in esperienze concettuali, sfidando le convenzioni dell’arte tradizionale».

I protagonisti

Molti artisti hanno segnato la storia della video arte, ciascuno raccontando uno stile unico e le proprie idee. Tra i più noti troviamo:

  • Nam June Paik: Con opere come "TV Buddha" (1974), ha combinato la tecnologia con la filosofia orientale.
  • Bill Viola: Le sue installazioni video esplorano temi come la vita, la morte e la spiritualità, utilizzando un'estetica poetica e immersiva.
  • Joan Jonas: Ha unito performance e video per raccontare storie simboliche e mitologiche, rompendo le barriere tra linguaggi artistici.
  • Bruce Nauman: Ha utilizzato il video per esplorare il corpo e il comportamento umano in opere concettuali.
  • Pipilotti Rist: Con le sue installazioni colorate e surreali, ha portato un tocco onirico e femminista alla video arte.
Installazioni e performance: un'esperienza immersiva

Il plusvalore della video arte è il modo in cui trasforma lo spazio espositivo. Le gallerie d'arte si riempiono di schermi, proiettori e suoni, creando ambienti immersivi che catturano lo spettatore. Un esempio è l’opera "The Clock" (2010) di Christian Marclay, un video di 24 ore composto da migliaia di scene cinematografiche sincronizzate con l’ora reale. Allo stesso modo, artisti come Shirin Neshat hanno utilizzato il video per creare opere potenti che affrontano questioni di identità e politica, spesso mescolando elementi audiovisivi con performance dal vivo.

La video arte oggi

Oggi la video arte continua a evolversi grazie alle nuove tecnologie. L’uso della realtà virtuale, della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale sta aprendo nuove possibilità espressive. La video arte è ormai una presenza fissa nei musei e negli eventi culturali di tutto il mondo, come la Biennale di Venezia, dove installazioni video affascinano visitatori di tutte le età.

Perché è importante la video arte?

La video arte non è solo una forma d’arte visiva, ma un mezzo per esplorare il nostro rapporto con la tecnologia, il tempo e lo spazio. Offre un modo per sfidare le convenzioni, rompere le regole e vedere il mondo sotto una luce nuova. In un’epoca in cui siamo circondati da schermi, la video arte ci invita a riflettere su come le immagini influenzano la nostra vita e la nostra percezione del mondo.

Joan Jonas – Left Side Right Side (1972)

L’opera Left Side Right Side è un video emblematico dell’approccio sperimentale di Joan Jonas alla performance e alla video arte. In questo lavoro, Jonas esplora il concetto di percezione visiva e la frammentazione dell'identità attraverso un'interazione diretta con la videocamera.

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Joan Jonas – Left Side Right Side (1972)

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