«Essere leader significa ispirare» lo racconta Jia Wei di Xiaomi
Determinata, dal sorriso gentile, l’Head of Marketing Western Europe di Xiaomi ha le idee chiare su governance ed empowerment femminile. «Le donne hanno successo se mettono a frutto le loro qualità autentiche anziché nasconderle. Senza sforzarsi a essere più simili agli uomini». A L’Officiel si racconta parlando della sua ascesa, delle sue ambizioni e del suo sogno per il futuro.
Risoluta ma sempre pronta all’ascolto. Con una visione precisa e luminosa sull’empowerment femminile, così come sulla leadership, che vorrebbe libera da questioni di genere e improntata esclusivamente al talento. Jia Wei ha un sorriso gentile e le idee chiare. E non potrebbe essere altrimenti visto che è capo del marketing di Xiaomi, che comprende undici Paesi, tra cui Italia, Spagna, Germania, Francia, Portogallo, Regno Unito, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Lussemburgo. «Essere leader non ha a che fare con l’autorità: significa ispirare e guidare», ci dice. Non a caso la sua qualità più evidente è l’empatia.
Originaria di Canton, uno dei centri nevralgici della crescita economica della Cina, nel delta del Fiume delle Perle, si è trasferita a Barcellona quasi due decenni fa per un Master. Doveva essere una breve esperienza di studio ma la città di Gaudí l’ha folgorata con la sua bellezza. E poi è stata la volta di Madrid, che ormai considera casa. «E dopo 18 anni sono ancora qui», sorride lei.
Era esattamente un anno fa, nel febbraio del 2023, quando Jia Wei è stata nominata Head of Marketing Western Europe di Xiaomi. La sua missione? Plasmare con creatività l'identità del marchio e stabilire connessioni significative con i consumatori, alimentando così la continua crescita del brand. Il colosso cinese della tecnologia ha voluto così contribuire alla riduzione del divario di genere e valorizzare la competenza in un settore sempre più dinamico. Proprio con lei parliamo quindi di pari opportunità, di donne e potere in un contesto sempre più sfidante.
L'OFFICIEL ITALIA: Jia Wei, lei è approdata in Europa, a Barcellona, per studio e da allora non ha più lasciato il continente. Dal 2019 è in Xiaomi, oggi ricopre il ruolo di Head of Marketing Western Europe. Ci racconti il percorso che l'ha condotta a questa rapida ascesa.
JIA WEI: Sì, seguendo il consiglio di una compagna di studi che mi aveva convinta che dovevo "conoscere il mondo", sono partita per la Spagna e non l'ho più lasciata. All'università ho studiato filologia spagnola e commercio estero: lo so, è una combinazione curiosa, però mi sembrava una buona idea, soprattutto in un momento in cui non avevo ancora le idee chiare sul futuro. Il progetto iniziale era di fermarmi per un anno, ma sono rimasta sorpresa da tutto ciò che mi circondava così mi sono detta "un altro anno e poi torno a casa”. O almeno quello era il piano…
LOI: Poi cos’è cambiato?
JW: Mi sono innamorata della Spagna! Ho pensato che fosse il mio posto e che volevo esplorarla da cima a fondo. Così, dopo aver lavorato per una società di consulenza aziendale, un provider di telecomunicazioni e un'azienda di elettronica di consumo, a settembre 2019 sono entrata in Xiaomi come Head of Marketing. E l'anno scorso sono stata nominata Head of Marketing di Xiaomi Western Europe, al coordinamento di undici mercati.
LOI: Come equilibra le sue radici cinesi con l'ambiente europeo in cui lavora? Il fatto di essere donna ha influenzato il suo approccio alla leadership?
JW: Le radici culturali sono essenziali e necessarie. Ed è importante anche ascoltare, osservare e imparare quando ci si relaziona con una nuova cultura, per poi provare a trovare le somiglianze e le differenze, processo che favorisce una migliore comprensione e comunicazione. Per quanto riguarda l'approccio alla leadership, in quanto donna, mi considero un'ascoltatrice. Sono un esempio per il mio team. Anche l’empatia aiuta a creare fiducia all’interno del gruppo. Esserci sempre per me è fondamentale.
LOI: Nel suo percorso professionale ha mai avuto a che fare con stereotipi sessisti e ostacoli nella carriera?
JW: No. Ho avuto la fortuna di lavorare in ambienti che danno priorità alla diversità, all'inclusione e alle pari opportunità, permettendomi di concentrarmi sulla mia crescita professionale senza dover affrontare sfide legate al genere.
LOI: In che modo sta evolvendo oggi l’industria rispetto all'uguaglianza di genere? Cosa può essere fatto a livello aziendale per promuovere un ambiente più inclusivo per le donne?
JW: Le aziende riconoscono sempre di più l'importanza di promuovere ambienti di lavoro diversificati e inclusivi, comprendendo che ciò non solo è in linea con i principi etici, ma migliora anche l'innovazione e il successo aziendale. Sono diverse le iniziative che potrebbero essere messe in atto per promuovere un ambiente più inclusivo. Un esempio? L’istituzione di programmi di sviluppo della leadership con l'obiettivo di coltivare e promuovere i talenti femminili all'interno dell'azienda creando un accesso strutturato e promettente per la loro ascesa a ruoli di leadership.
LOI: C’è qualcuno a cui si ispira nel suo ruolo di leadership femminile?
JW: Spesso facciamo riferimento a persone che hanno un palco per raccontare le loro storie. Ma ci sono così tante donne in giro per il mondo di cui non conosciamo nemmeno il nome... Chiunque attorno a noi potrebbe essere qualcuno da cui trarre ispirazione. Tutti noi brilliamo in modo diverso e ci sono qualità uniche in ognuno.
LOI: Esiste ancora un pregiudizio che vede la tecnologia come un settore prevalentemente maschile. Cosa ne pensa? Qual è lo stereotipo più fastidioso in campo tech?
JW: È vero, ma ci sono altri ambiti in cui gli stereotipi maschili sono più radicati. Uno dei cliché più fastidiosi? Il presupposto che l'attitudine tecnica sia intrinsecamente legata al genere. Questo stereotipo suggerisce erroneamente che le donne siano meno portate o capaci nei ruoli tecnici, contribuendo alla loro sottorappresentazione nei settori STEM. Viceversa, a volte ci si sorprende se alcuni ruoli solitamente ricoperti da figure femminili sono affidati a uomini.
LOI: Come si impegna a sfidare tali stereotipi sia all'interno del suo ruolo che all’interno della sua azienda?
JW: Insisto sull'importanza di creare un ambiente in cui le persone di tutti i generi si sentano accolte e valorizzate. Inoltre, promuovendo la consapevolezza e la comprensione dei diversi talenti e delle prospettive che le donne apportano al settore tecnologico, penso che possiamo rimodellare le percezioni e sfidare i preconcetti. Su scala più ampia, la collaborazione con i partner del settore, la partecipazione a forum che promuovono la diversità di genere e la ricerca attiva di talenti eterogenei durante i processi di assunzione contribuiscono a smantellare gli stereotipi a livello sistemico.
LOI: Ritiene che oggi ci sia ancora bisogno di femminismo?
JW: Sì, sono fermamente convinta che il movimento femminista sia fondamentale per sostenere i diritti e l’empowerment femminili, per affrontare i pregiudizi di genere e abbattere le barriere che ostacolano il progresso delle donne. Il femminismo funge da forza trainante per il cambiamento sociale, spingendo per riforme legislative e per evoluzioni culturali e attitudinali che contribuiscono a creare una società più equa per tutti.
LOI: Cosa significano per lei leadership ed empowerment?
JW: La leadership va oltre il concetto tradizionale di autorità. Significa ispirare e guidare i componenti di un team verso una visione comune. Dare un esempio positivo attraverso le azioni, la comunicazione e l'impegno per il successo dei singoli e del gruppo. L’empowerment, in questo contesto, consiste nel fornire gli strumenti, le risorse e l’autonomia necessari per eccellere, ognuno nel proprio ruolo. Significa coltivare una cultura in cui la voce di tutti è apprezzata, le idee sono incoraggiate e le diverse prospettive contribuiscono alla creatività e all’innovazione collettive. Credo che la vera leadership implichi riconoscere e sfruttare i punti di forza unici di ciascuno. Si tratta di creare un ambiente inclusivo in cui tutti si sentano non solo ascoltati, ma anche sostenuti nella crescita professionale. Tramite l'empowerment, ai membri del team sono date fiducia e autonomia necessarie per assumersi la responsabilità dei propri progetti, promuovendo un senso di soddisfazione e appartenenza al lavoro.
LOI: Come ha contribuito a promuovere un ambiente inclusivo per le donne all'interno di Xiaomi?
JW: Un punto chiave è stato sostenere la diversità e l'inclusione nei processi di reclutamento. Ho partecipato attivamente agli sforzi per garantire pool di candidati diversificati e ho lavorato per abolire eventuali pregiudizi nelle assunzioni. Mi piacerebbe sviluppare programmi di mentorship per favorire lo sviluppo professionale delle donne all'interno dell'azienda, aiutandole a orientarsi nella loro carriera e a superare le sfide che possono incontrare sul posto di lavoro. In collaborazione con il dipartimento Risorse Umane a livello regionale, ho contribuito allo sviluppo e all'attuazione di politiche che promuovono l'equilibrio tra lavoro e vita privata, la flessibilità e le pari opportunità di avanzamento di carriera. L’obiettivo: creare un ambiente di lavoro solidale e inclusivo che risponda alle diverse esigenze di tutti i dipendenti, donne incluse.
LOI: Quali consigli darebbe a giovani donne che aspirano a posizioni di leadership?
JW: Le donne si affermano come leader efficaci quando mettono a frutto le loro qualità autentiche anziché nasconderle. Non pensate di dover essere più simili agli uomini per avere successo. Siate coraggiose, abbiate fiducia in voi e soprattutto siate fedeli a voi stesse. Siate curiose di conoscere il mondo, siate gentili con voi e con gli altri. Accettate le persone per come sono, ma date loro il giusto valore.
LOI: Sheryl Sandberg, ex direttrice operativa di Facebook, ha detto: “In futuro non ci saranno leader femminili. Ci saranno solo leader". Cosa ne pensa?
JW: Che è la verità. Racchiude una visione ambiziosa per l'uguaglianza di genere e l'inclusività. Riflette l'idea che i ruoli di leadership dovrebbero essere definiti in base alle competenze, alla dedizione e alla visione piuttosto che conformarsi a nozioni preconcette sui ruoli di genere. Pur riconoscendo i progressi compiuti, sottolinea anche la necessità di affrontare le questioni sistemiche e i pregiudizi che possono ancora esistere in vari settori. Aspirando a un futuro in cui il genere non sia un fattore determinante per la leadership, lavoriamo per creare maggiori opportunità per tutti e coltivare una cultura in cui voci diverse contribuiscano al successo delle aziende e della società nel suo insieme
LOI: Ha un sogno per il futuro?
JW: Mi piacerebbe che ogni persona, indipendentemente dal suo genere, possedesse la libertà intrinseca di percorrere il proprio cammino e di fare scelte in linea con le proprie aspirazioni. Non intendo solo la libertà fisica di movimento, ma anche il concetto più ampio di potere personale. La mia idea è che gli individui debbano essere in grado di plasmare la vita in base ai loro valori, alle loro preferenze e alle loro ambizioni, rispettando il proprio io autentico. Ciò include il diritto di intraprendere un percorso di studi, di scegliere una carriera, di impegnarsi in una relazione e di partecipare a vari aspetti della società senza essere confinati o limitati dalle tradizionali aspettative di genere. Ecco, questo è il mio sogno.