Interviste

Women's rights: intervista a Paola Egonu

Paola Egonu, intervistata da L'Officiel Italia per il progetto Women's Right sui diritti delle donne nel numero di febbraio 2024, inizia l'anno in sordina: confermato il ruolo da opposto titolare in Italvolley, la vicenda Vannacci e una partita mozzafiato con la Roma che ha portato la sua Allian Milano alla vittoria. 

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Classe 1998, Paola Egonu gioca a pallavolo in A1 già a 17 anni. Nella sua carriera: Supercoppe, Coppe Italia, Champions League e tantissimi MVP. Dopo la Turchia, il ritorno in Italia, prima con il Monza, ed ora con l’Allianz Vero Volley Milano. Dopo la vittoria stupefacente con la Roma da vera fuoriclasse, Egonu si fa forza anche del ruolo confermato da Velasco come opposto titolare dell'Italvolley (la nazionale italiana di pallavolo femminile), e che vedrà Ekaterina Antropova invece come (sua) riserva. L'OFFICIEL Italia l'ha intervistata per il numero di febbraio 2024, abbiamo parlato di diritti, carriera e delle difficoltà delle giovani donne oggi. Egonu dimostra determinazione e orgoglio non solo in campo; proprio qualche giorno fa la notizia della querela a Vannacci per alcune frasi riportate nel suo libro. Con lei, hanno preso parte al progetto: Maria Grazie Chiuri, Sabina Belli, Giorgia, Donata Columbro, Manuela Ulivi, Francesca Mannocchi.

L’OFFICIEL ITALIA: Dall’inizio dell’anno (l’intervista è stata realizzata a metà gennaio) ci sono stati già 6 femminicidi. Giulia Cecchettin, Giulia Tramontano, circa tue coetanee, sono solo due nomi di una lista ben più lunga del 2023. Che effetto ti fa quando leggi o ascolti una notizia del genere?
Paola Egonu: Mi spaventa, tanto. Ci dovrebbe essere una sensibilità maggiore sul tema, cercare di capire perché alcuni fatti accadono, investire sull’educare. Sono fortunata, per quanto riguarda la mia esperienza lo sport è un ambiente protetto… ma se penso a quanto accaduto a queste ragazze mi sento impotente, noi donne possiamo essere un coro di voci unite, cercare di farci sentire, eppure a volte non è abbastanza. È molto triste. 

LOI: Lo sport è stato per moltissimo tempo considerata una “disciplina da uomini”, negli anni la situazione si è democratizzata (anche grazie alle molte donne che hanno lottato per la causa), esiste ancora nello sport una sorta di supremazia maschile? 
PE: Secondo me, la parità di genere non ci può essere, almeno non al 100%. Una su tutte, la maternità. Una atleta donna a un certo punto della sua carriera deve decidere se fermarsi, andare avanti o fare un passo indietro. Prendere o lasciare. È una nostra decisione, in questo siamo libere. L’altro tema importante, di cui si sta parlando di più negli ultimi anni, è quello del ciclo mestruale, che nello sport può essere un fattore incisivo nella prestazione. Come tante altre ragazze, ho un ciclo irregolare e soffro molto. Nel mio contesto c’è rispetto e sensibilità, ma purtroppo non è così ovunque. Dovrebbe essere normale anche per un’atleta sentirsi sottotono a causa del ciclo, poterlo dire senza problemi e senza il rischio di commenti o di giudizi superficiali.

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LOI: C’è un’atleta donna che ammiri e che rappresenta per te un modello, e perchè?
PE: Francesca Piccinini, Federica Pellegrini e Serena Williams. Piccinini per determinazione e disponibilità. Pellegrini per la sua grande carriera e per il modo in cui l’ha sempre gestita e controllata. Per quanto riguarda Serena Williams… è un’atleta straordinaria, nessuno pensava sarebbe tornata al top dopo la maternità e invece ha dimostrato l’esatto contrario.  

LOI: Un’altro tipo di violenza, sempre crescente, è quella verbale, alimentata soprattutto dai social.  Statisticamente le donne sono uno dei soggetti più presi di mira, perché secondo te? 
PE: Ogni volta che ricevo un commento negativo che non riguarda lo sport, lo associo a persone frustrate, cattive che se la prendono con chi non conoscono. Non sono soddisfatte della loro vita e criticano quella degli altri senza una reale ragione. 

LOI: Nella tua vita ci sono stati più uomini che ti hanno sostenuta o più uomini che ti hanno schiacciata? 
PE: Per la mia diretta esperienza ci sono più uomini che sostengono. Ma ci sono stati anche quelli che schiacciano. Trovare qualcuno che ci ascolti e comprenda dopo un brutto periodo è quello che auguro a tutti.  

LOI: Se fossi mamma di una bambina, cosa le diresti per metterla in guardia da un mondo ostile?
PE: Le direi tante cose. La prima: non aspettarsi nulla da niente e nessuno. Lavorare tanto e sodo affinché si possano realizzare i propri sogni. Che il modo migliore per affrontare le situazioni è l’amore e non l’odio, e che non sarà mai sola. In questo ultimo periodo ho scoperto e apprezzato il concetto di comunità: ci sono tante persone che vogliono fare del bene, se si trovasse in difficoltà le consiglierei di cercare e trovare quelle persone, oltre alla famiglia, ovviamente.

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