Kaze, la cantante indie-pop conduttrice del Pride 2024
La cantante indie Kaze presenta il concerto in piazza del Pride di Milano 2024, del 29 giugno, assieme a: Marta Pizzigallo, Francesco Cicconetti, Edoardo Zaggia, Fabrizio Colica. Un colpo azzeccato, dopo altri due messi a segno: l’album d’esordio Post Buio e il ruolo di Sofia nella serie Call My Agent.
La cantante Kaze, all’anagrafe Paola Gioia Kaze Formisano, è uno dei volti del Pride di Milano 2024 che, che in assenza di una vera e propria madrina, ha affidato la conduzione del concerto del 29 giugno, proprio a Kaze e ad altri cinque protagonisti: Marta Pizzigallo, Francesco Cicconetti, Edoardo Zaggia e Fabrizio Colica. Sul palco si esibiranno: Orietta Berti, Clara, Gianmaria, Beatrice Quinta, Big Mama, Gaia e tanti altri... Abbiamo intervistato Kaze di recente, un’intervista esclusiva sulla sua musica, i sogni e i progetti sul futuro. Un album d’esordio “Post buio” uscito in aprile, un mix indie-pop con qualche ballad malinconica e più intima. Un susseguirsi di sonorità differenti che mostrano l’universo caleidoscopico di colori, parole, forme e suggestioni di cui la musica di Kaze si compone. Colori diversi, puri e sfumati, pastello e fluo…per una personalità sfaccettata e polivalente con tante passioni: dalla musica alla recitazione, l’abbiamo vista nella serie SKY di successo “Call my agent”, in cui interpreta Sofia.
L’OFFICIEL ITALIA: Partiamo dall’album, com’è nato l’album “Post Buio”?
KAZE: Ho scritto i pezzi senza pensare ad un album vero e proprio e organico, quando è arrivata la proposta da parte della mia casa discografica, Island Records, avevo tante canzoni pronte...Le ho riascoltate e ho scelto quelle che funzionavano insieme: avevano un senso e parlavano di me. È stato un puzzle che si è creato nel tempo.
LOI: Post buio, ha un titolo che non si ritrova tra i pezzi dell’album…come mai?
K: L’unico pezzo che è “quasi” diventato il titolo, è “Amplesso”, divertente e ironico. È nato come forma di dissing verso un ragazzo che mi piaceva e si è trasformato in un brano molto concreto e significativo del mio modo di fare musica. Mi piaceva anche l’idea della doppia accezione: una stretta, un abbraccio e quella sessuale. Poi temendo sarebbe stato frainteso e fraintendibile ho preferito un titolo molto diverso, una sorta di matrioska dell’album in sé. Post buio.
LOI: Il brano a cui sei più legata?
K: "Caramelle". Ho cercato di sviscerare il rapporto tra me e mia sorella in poco più di due minuti di canzone, è stato molto difficile, e anche cantarlo lo è. L’altro è “Non mi va”: racconta un periodo complesso della mia vita di up and down; anche rappresentativo di come ho vissuto la prima fase dell’album. Momenti di euforia assoluta alternati a momenti di solitudine e incertezza.
LOI: Citando il titolo “Non mi va”, sei una ragazza ribelle?
K: Ho avuto una madre molto severa, ero la secchiona della classe, ma ho sempre avuto una sorta di “rabbia” costante che mi ha permesso di uscire da questi schemi. Ho voluto cantare fin da piccola, e mi è sempre stato chiaro che lo avrei fatto a modo mio, con le cose per me importanti. Senza scendere a compromessi. Quindi forse si, ribelle in questo senso si.
LOI: L’immagine dell’album è una stanza da letto, un luogo che ci accoglie a fine giornata, di riflessione e conforto in un certo senso… come vivi tu l’abitare?
K: In realtà piuttosto male perché ho cambiato tante case e tanti posti, quella in cui sono ora è la 21esima. Mi è sempre un po’ mancata la dimensione della casa vera e propria. In fase di scouting location, ne abbiamo trovata una che incarnava la mia idea di abitare, in un certo senso frammentata, ed era perfetta per accogliere la mia musica.
LOI: Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
K: Beyoncé è il mio modello in assoluto. Amo gli anni 60-70 della musica italiana riscoperti con qualche vecchia cassetta di mio padre. Da piccola ascoltavo tanto MTV ed è stata una sorta di autoformazione con i grandi perosnaggi: Rihanna, Britney, Justin Timberlake…
LOI: Ti abbiamo anche vista nei panni di Sofia nella seria SKY “Call my agent”. Una doppia professione?
K: La musica è il mio primo amore, ma piace avere due ecosistemi diversi che parlano tra loro. Continuerò a fare entrambi, in qualche modo la musica mi aiuta nella recitazione e vice versa.