Interviste

New Frontiers: l'intervista a Jurgen Çanaku

Il fondatore e direttore creativo di Çanaku racconta il suo universo maschile, le ispirazioni, il processo creativo e la sua collezione Autunno Inverno 2022 presentata durante la Milano Fashion Week.

Nella foto un ritratto dello stilista Jurgen Çanaku
Jurgen Çanaku

Romantico e sfavillante. Il marchio Made in Italy Çanaku, nasce come marchio menswear e lascia libertá alla donna di esprimersi indossando gli stessi capi. Tra le creazioni alcune riportano claim come "Nothing to Declare" o “Lost romantic” perchè come dice il fondatore e direttore creativo Jurgen Çanaku: “Il mio uomo deve perdere l’orientamento nel romanticismo, per aprirsi e lasciarsi trasportare dalle emozioni per poi ritrovarsi”. Durante la Milano Fashion Week presenta la collezione uomo Autunno Inverno 2022 sopra un ring di pugilato perchè il suo allenamento alla vita è in continua evoluzione.

Qual è il tuo background? 
Il mio background proviene dalla strada, e durante la vita mi sono dovuto allenare tanto. Ho cercato di tradurre tutto metaforicamente con l'installazione di un ring. Nella vita ho venduto tanto nelle boutique e ho anche comprato tanto, con il mio marchio volevo veicolare tutta la mia conoscenza in qualcosa di mio. Per questo mi sento di dire che Çanaku è estremamente personale. 

Qual è il focus di Çanaku?
Çanaku vuole rompere la classica e tradizionale sartoria italiana con giacche e abiti menswear. Il nostro obiettivo è spogliare l’uomo contemporaneo dalla comodità delle t-shirt e delle felpe legate alla cultura streetwear. Abbiamo distrutto i capi tradizionali per retribuire un nuovo significato con un nuovo punto di vista.

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Çanaku la collezione uomo Autunno Inverno 2022


Da dove provengono le tue ispirazioni? 
Nei moodboard non possono mai mancare mia mamma e mio papà. In Canaku ci sono sicuramente le mie radici aggiunte alla mia identità, per esempio la mia giacca classica a tre bottoni o doppiopetto viene tempestata di strass e diamanti. Mi piace dire che le mie  ispirazioni provengono dal guardaroba di un padre di famiglia degli anni ‘70, ‘80 e ‘90 con un lessico riportato al 2020. 

Com’è scoccata la scintilla che ti ha portato ad aprire il tuo marchio? 
Mi è sempre piaciuta l’idea di avere qualcosa di mio, non l'ho mai pensato seriamente finchè non ho conosciuto Michelangelo Citro. Con lui a 4 mani abbiamo portato avanti la nostra etichetta, io mi occupo dell’ufficio stile e lui porta avanti lo sviluppo prodotto. La sua esperienza è stata fondamentale per la produzione dei capi perchè riesce sempre a tradurre la mia identità e il mio estro creativo rispettando le regole e il timing del prodotto. 

Come funziona il tuo modus operandi? 
Io parto da una ricerca sostanziosa che parte dalla mia vita. La strada e i miei genitori sono sempre il mio focus centrale ma sono molto interessato anche all’evoluzione della vita. Poi disegno e mi occupo della progettazione della collezione che deve sempre seguire il mio dna creativo e infine passo allo sviluppo della collezione. 

Chi sono i tuoi maestri? 
Venendo dal mondo dei negozi non ho un designer preferito ma ho sempre avuto una visione a 360 gradi. Kris Van Assche è sempre stato un mio grande riferimento, il suo periodo migliore è stato quando era alla direzione creativa da Dior Hommes. E poi citerei anche il mitico Karl Lagerfeld, un direttore creativo che è sempre stato al passo con il tempo.

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Quanto è importante la tua ricerca per gli ornamenti della collezione? 
Fondamentale, è sicuramente uno dei miei tratti distintivo. Capita che prendiamo un capo sartoriale tradizionale, editiamo alcuni dettagli e aggiungiamo nuove connotazioni con gioielli e accessori. 

Come definiresti l'uomo Çanaku
Sicuramente gentile e innamorato dell’amore per la vita.

Come si traduce il tuo background nelle tue collezioni? 
Si sa dove si nasce non si sa dove si muore. Oggi mi trovo a Milano ma non escluderei il fatto che potrei ritrovarmi domani a Parigi o a New York. Sicuramente le mie radici sono importanti e nel mio lavoro tendo a tradurre il mio passato e le mie esperienze in chiave contemporanea.

So che i tuoi genitori giocano un ruolo importante nel tuo lavoro.. 
Mio padre era un uomo di altri tempi, probabilmente avrebbe odiato gli orecchini e i gioielli luccicanti, mi ricordo ancora che si arrabbiava quando mio fratello metteva gli orecchini, e quindi doveva farlo di nascosto. Non saprei dirti se sarei riuscito a fargli cambiare idea con il mio marchio Çanaku. 

Presenti sempre collezioni con  messaggi etici. Quanto è fondamentale per te?
Direi che il messaggio etico è proprio il mio obiettivo ma anche la mia benzina che mi spinge sempre a fare di meglio. Noi vogliamo raccontare la persona da dentro e non da fuori. Per questo spesso i miei capi riportano all’esterno tutto quello che viene nascosto, fodere, etichette, cuciture e coulisse. Per me ogni persona deve brillare indistintamente dal proprio colore di pelle, etnia, genere ed orientamento sessuale. L’amore è fondamentale nella mia visione creativa e con la pandemia e il conseguente distanziamento sociale si è spenta anche la passione. Il mio uomo deve perdere l’orientamento nel romanticismo, per aprirsi e lasciarsi trasportare dalle emozioni per poi ritrovarsi. 

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