JW Anderson racconta la collezione Primavera Estate 2022
Jonathan Anderson racconta con un'intervista la collezione uomo Primavera Estate 2022 e la Resort donna 2022. Una riflessione sull'adolescenza al giorno d'oggi con alcuni ricordi d'infanzia del designer britannico.
JW Anderson ritorna a collaborare con Juergen Teller per la presentazione della collezione uomo Primavera Estate 2022 e la collezione donna Resort 2022. Questa volta durante la Paris Fashion Week, Jonathan Anderson ha deciso presentare le sue collezioni con una nuova box, una serie di 33 fotografie fisiche scattate dal fotografo tedesco che ritorna a collaborare con il marchio per la terza volta. "Mi piaceva l’idea di creare qualcosa che sembrasse un po' come tornare a scuola. Quando ero più giovane, facevamo le foto a scuola e poi prendevamo questi pacchetti di foto e cornici passepartout da portare a casa. Mi è piaciuto il concetto che ciascuna foto sia in grado di stare in piedi da sola. Si potrebbe anche mettere sul caminetto". Intimità e self-expression sono le parole che utilizza Jonathan Anderson per raccontare l'ispirazione della collezione: "Questa stagione ci siamo concentrati su questa idea di “quasi nella camera da letto”. Il tipo di glorificazione dell'essere chi si è o quello che si vuole essere: l'idea della privacy dell'individuo".
L'Officiel Italia: Da dove proviene l’ispirazione per la collezione uomo Primavera Estate 2022 e Resort 2022 donna?
Jonathan Anderson: Questa volta l'ispirazione è arrivata guardando indietro al mio periodo adolescenziale. Fin dall'inizio dell'anno pensavo molto alle nuove generazioni che si sono persi un periodo fondamentale della loro vita. In qualche modo la pandemia si è portata via anche questo. Quando vai all'università, spesso il primo anno lavori poco per dar spazio alle nuove amicizie, i party e dar sfogo alle sperimentazioni legate anche alla sfera sessuale. La collezione vuole essere una riflessione su cosa è successo e questa per me è una collezione strana e personale. Ho provato a raccontare i ragazzi e le ragazze interrotte di oggi, isolati nella propria camera a sperimentare con se stessi o semplicemente cantando davanti ad uno specchio.
LOIT: Come direttore creativo per te conta molto il processo creativo. Qual’è la fase che preferisci e perchè?
JWA: Penso che la mia fase preferita di quando costruisco una collezione sia quando individuo il primo look. Anche se un look non è completo ed esplicativo per l'intera collezione, determina innanzitutto il carattere della collezione. Succede sempre, e quando lo trovo mi fa sempre dire: "Ecco questo sarà l'impressive look da cui prenderà vita la collezione".
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LOIT: Come hai deciso di presentarla questa volta?
JWA: Abbiamo lavorato ad una serie fotografica con Juergen Teller. Lui per me è stato una persona di rifermento durante il processo della pandemia. Mi ha aiutato in un certo senso anche a capire me stesso, e lui era la persona perfetta per raccontare la collezione. Per me lui è bravissimo, ha una sensibilità sviluppata per catturare velocemente la normalità e l'emozione nella bellezza.
LOIT: Con il tuo marchio JW Anderson hai collaborato con tantissimi artisti e fotografi. Che cosa ti piace di più nell’abbinare la visione ad una pratica artistica?
JWA: La cosa che trovo più interessante nel collaborare con artisti e fotografi sia scoprire nuove persone. Quando inizi a lavorare con altre persone, in qualche modo, conosci anche di più te stesso. Io non avevo mai lavorato con Juergen Teller prima della pandemia, e con lui ho scoperto nuove cose e anche nuove mie ossessioni che pensavo di non avere. Questa è una parte del processo creativo che amo.
LOIT: È la terza volta che lavori insieme a Juergen Teller, com’è lavorar con lui?
JWA: Lui mi fa piacere ancora di più quello che faccio. Juergen è incredibile perchè è libero e allo stesso tempi libera le persone con cui collabora. È capace di creare con un approccio spontaneo senza sforzo. Sono pronto a portare avanti questa collaborazione anche in futuro.
LOIT: Studi profondamente le forme e le proporzioni degli abiti senza mai dimenticare i dettagli. Parlando di stampe, finiture e accessori, quanto sono importanti nel quadro generale?
JWA: Penso che all'elenco che hai fatto bisognerebbe includere la tattilità dei materiali e anche l'utilizzo del colore. Per me tutto viene contestualizzato dalla sensorialità, siamo tutti concentrati a percepire le suggestioni e stimolare i nostri sensi. E questo mi aiuta particolarmente nel suddividere il buono dal cattivo gusto. In qualche modo voglio far percepire le emozioni che provo anche io, vorrei far divertire o quantomeno sorridere.
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LOIT: Come descriveresti la tua estetica?
JWA: Penso di aver sempre visto e considerato me stesso come un agitatore culturale. Per riflesso ti risponderei che la mia estetica è sovversiva.
LOIT: Se dovessi pensare alla tua carriera, come è cambiato il tuo guardaroba maschile rispetto alle prime collezioni?
JWA: Inizio a percepire che arrivati questo punto sto iniziando a tornare indietro. Mi sembra di vivere in un loop. Ho iniziato a riapprezzare cose che mi piacevano anche prima e questo è qualcosa che pensavo non sarei mai arrivato a fare. Ma se ci penso ritornare su un percorso già tracciato è qualcosa di strano ma altrettato affasciante.
LOIT: Qual’è la sfida più grande con il tuo marchio JW Anderson?
JWA: Quando hai in mano due brand, cerchi sempre di rinnovarli ogni volta. E questo richiede parecchia energia. Sto cercado sempre di trovare per entrambe le realtà nuove ossessioni per rinventarli di volta in volta, e non lasciare che le cose rimangono invariate o bloccate per sempre.
LOIT: Come mai l’idea di inserire uno scoiattolo nel lookbook insieme ai modelli?
JWA: È una cosa che abbiamo pensato insieme a Juergen Teller. Lui ha una grande sensibilità a nello scattare anche gli animali, ad esempio ci sono delle foto spettacolari con Charlotte Rampling scattate insieme ad una volpe. Devo ammettere che è stato abbastanza difficoltoso, perchè lo scoiattolo correva ovunque, ma quando vedi la foto scattata da Juergen è impressionante.
LOIT: C'è qualcosa che vorresti condividere o comunicare?
JWA: Siamo in un momento in cui dobbiamo attraversare questo periodo di pandemia che non deve essere affrettato. E va bene comunque non avere per forza uno show, basta essere creativi con altri media. Siamo in un momento in cui bisogna trovare e scoprire nuove soluzioni per percorrere nuove strade.